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i dubbi sulla sicurezza

Ritorno a scuola, una marea di dubbi. «Nella realtà non funziona nulla»

Dati poco chiari, classi “pollaio” e trasporti inadeguati. La protesta delle mamme a caccia di certezze

Pubblicato il: 17/04/2021 – 17:26
di Giorgio Curcio
Ritorno a scuola, una marea di dubbi. «Nella realtà non funziona nulla»

LAMEZIA TERME Lezioni in presenza, didattica a distanza o integrata. Da oltre un anno ormai, l’emergenza Covid-19 ci ha obbligati a fare i conti con sigle e acronimi finora disconosciuti, ma anche con prospettive, spesso poco incoraggianti, che avrebbero dovuto permettere (almeno sulla carta) una certa continuità tra scuola, istruzione e formazione, ai giovani studenti.

Realtà lontana dalle aspettative

Eppure, come abbiamo visto in questi mesi, la realtà è spesso apparsa ben diversa rispetto a quelli che erano, e sono, i propositi prospettati, gettando nel panico studenti e genitori. «Sulla carta gli enti preposti ci prospettano una realtà funzionante, precisa ma, nella realtà, non funziona nulla». Questo il grido d’allarme lanciato ad esempio, a Lamezia, da una mamma in protesta. Non un caso isolato ma comune a molte altre realtà, costrette a fare i conti con un numero sempre crescente di contagi.

Contagi in aumento e criticità

Proprio nella città della Piana, in due giorni, sono stati registrati ad esempio ben 52 nuovi casi di positività al Covid-19, alcuni dei quali registrati in questi giorni in alcune classi di diversi istituti scolastici. Senza contare i disservizi legati all’invio delle PEC e alla mancanza dei reagenti. «Le scuole non sono fonte di contagio ma sono un vivaio», precisano le mamme del “Comitato scuole e sicurezza” di Lamezia insieme al “Comitato Idea Scuola” nazionale che, in settimana, hanno prima manifestato davanti al Comune, poi sono state ricevute da uno dei commissari prefettizi che guida l’Ente.

protesta mamme scuole comune

«Sono stati adeguati i protocolli di sicurezza?»

Le criticità sono davvero tante, troppe. «Sono stati adeguati i protocolli di sicurezza? Si rispettano, ad esempio, i due metri di distanza tra un banco e un altro?», queste le domande che attanagliano i genitori anche perché in tantissimi casi si parla di classi pollaio dove ad esempio 25 ragazzi si ritrovano insieme, in una stanza di 5 metri per 5. «Dove sono le certezze e le sicurezze? Siamo davvero terrorizzati». Dubbi legittimi che ben si sposano con altre criticità contingenti, come i trasporti, molto poco adeguati per garantire la sicurezza a bordo e il distanziamento tra i passeggeri. «Se non si garantisce anche il trasporto adeguato per questi ragazzi – spiega una mamma – si finisce per portare il problema a scuola e poi nelle nostre case».

Le “soluzioni” alternative

Voci inascoltate che cadono nel vuoto, anche perché le istituzioni – locali e regionali – sembrano non prestare la giusta attenzione e, anzi, è già troppo se si siedono ad un tavolo ad affrontare, insieme, un discorso serio e costruttivo. E alla fine, chi può, trova soluzioni alternative. «In molti decidono, ovviamente chi può farlo, – spiegano ancora le mamme in protesta – di affidarsi all’istruzione parentale per frequentare un centro privato per preparare gli esami di giugno». (redazione@corrierecal.it)

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