Pubblichiamo la risposta dell’avvocato Mario Murone al video diffuso ieri sui social da Luigi de Magistris, sindaco di Napoli e candidato alle Regionali, condannato per diffamazione dal Tribunale di Lamezia Terme.
Il sindaco di Napoli e sedicente candidato alla presidenza della Regione Calabria ha postato ieri un video su facebook a commento della sentenza di condanna alla pena di mesi quattro di reclusione che gli è stata inflitta dal Tribunale di Lamezia Terme per il delitto di diffamazione commesso in danno del dottor Salvatore Murone, già procuratore aggiunto in Catanzaro, con il sottotitolo: «Una condanna che per me è una medaglia per non essermi mai piegato al sistema».
C’è da rimanere più che inorriditi.
C’è da domandarsi come faccia colui che si professa campione della legalità – e nel video appare immancabile alle sue spalle la foto dei mai abbastanza compianti Giudici Falcone e Borsellino – a presentarsi al Popolo calabrese, ai suoi giovani, irridendo in tal maniera a una decisione di un Giudice della Repubblica, pronunciata in nome del Popolo italiano, sol perché a lui sfavorevole.
Quale esempio e quale futuro per la Calabria, se la delegittimazione dell’Istituzione proviene da chi si vanta di essere stato magistrato.
De Magistris assume nel suo post che la sua condanna è “ingiusta” e ciò è nel suo pieno diritto sostenere.
Assume ancora che la sentenza «verrà riformata da magistrati autonomi e indipendenti» e ciò è anche possibile.
Ma è il sottinteso che è assolutamente inaccettabile, che va scoperto e che deve essere pubblicamente riprovato: forse che il Giudice che lo ha condannato non è stato altrettanto autonomo e indipendente rispetto a quelli che potrebbero assolverlo?
Cosa intendeva dire De Magistris quando afferma che tutto ciò per lui «è il bentornato in Calabria, evidentemente»? Vuole forse far intender che il procedimento (fatti denunciati nel marzo 2017) e la sentenza (rinvio a giudizio del settembre 2020) siano stati calibrati per contrastare la sua futura candidatura?
È il soliloquio a cui ci ha ormai abituati, questa volta condito anche da motivazioni politiche.
V’è da chiedersi se il Giudice del Tribunale di Lamezia Terme che lo ha condannato – e, in pectore, quei Giudici di appello che potrebbero anche legittimamente assolverlo – riceveranno la solidarietà intima del Popolo Calabrese nel cui nome, anche, è stata emanata la sentenza di condanna, e quella dell’Associazione dei Magistrati, di solito sensibile agli attacchi all’autonomia e all’indipendenza dei Giudici.
Mario Murone
avvocato
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