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«La sanità non è solo un problema di risorse»

Sarebbe interessante conoscere quanti soldi pubblici si stanno spendendo in Calabria in questa fase pandemica, nella speranza che sia una spesa utile ed efficace per il miglioramento della qualità…

Pubblicato il: 18/04/2021 – 13:47
di francesco falcone*
«La sanità non è solo un problema di risorse»

Sarebbe interessante conoscere quanti soldi pubblici si stanno spendendo in Calabria in questa fase pandemica, nella speranza che sia una spesa utile ed efficace per il miglioramento della qualità della sanità. Sarebbe auspicabile che esse non rappresentassero l’ennesimo spreco di risorse pubbliche o la riattivazione di cattedrali nel deserto. Stiamo assistendo all’acquisto di nuovi letti, ventilatori polmonari e annunci di nuovi 100 posti letto per l’emergenza covid quando poi mancano medici e infermieri. Si assiste al legittimo campanilismo di territori che rivendicano l’attivazione di ospedali e strutture sanitarie inutilizzate da anni senza avere la benché minima programmazione futura della sanità nella nostra regione. Vorrei che si facesse memoria di quanto è avvenuto alla sanità nella nostra terra da sempre: quanti sprechi, quante duplicazioni di servizi, quanta poca o nulla attenzione all’efficienza ed alla qualità dei servizi forniti ai calabresi costretti anche all’emigrazione sanitaria ed al crescere della sanità privata. Il basso gradimento dei servizi sanitari dipende da numerosi fattori, ambientali, strutturali, organizzativi ma deriva anche da una meno consistente dotazione in termini di personale e di posti letto degli istituti di cura del Mezzogiorno rapportati alla popolazione residente. La nostra regione con circa 101 addetti per 10 mila abitanti presenta la minor dotazione sia per il personale medico che per quello infermieristico e tecnico. Si registra anche l’elevata età media del personale con circa il 20% nella classe 60 e più (15,7% in Italia) che sale al 30% con riguardo ai medici. Il divario delle regioni meridionali interessa anche le strutture ospedaliere. In Italia i posti letto in degenza ordinaria per 1000 abitanti sono nell’anno 2018 3,14 come sintesi di 3,33 nel Centro-Nord e 2,79 nel Mezzogiorno (dotazione in calo rispetto al 2010 per entrambe le circoscrizioni). Divari significativi riguardano anche la disponibilità di posti letto in day hospital. Negli anni sono stati stipulati vari accordi di programma e tante sono le delibere Cipe che hanno stanziato risorse al fine di adeguare lo standard ospedaliero regionale agli standard delle regioni più all’avanguardia nel panorama nazionale per migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse disponibili, per un servizio sanitario adeguato alle legittime aspettative dei cittadini, per ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso ed i ricoveri inappropriati, per assicurare l’appropriatezza dell’ambito di cura e la continuità assistenziale, perseguire una maggiore umanizzazione dell’offerta assistenziale, effettuare una maggiore azione di contrasto al fenomeno della migrazione sanitaria nelle altre regioni. Si è cercato, senza risultato purtroppo, di raggiungere tali obiettivi attraverso la programmazione di vari interventi tra cui: la realizzazione di nuove strutture ospedaliere, per far fronte alle criticità di presidi esistenti (nuovi ospedali di Cosenza e di Catanzaro), con particolare riferimento: alla duplicazione e frammentazione di servizi ambulatoriali, di diagnostica per immagini e di attività chirurgica che portano ad una cattiva gestione delle risorse e dei dipendenti; alla necessità di effettuare un adeguamento funzionale, edilizio, strutturale ed impiantistico degli edifici ospedalieri per i quali non sono tecnicamente ed economicamente sostenibili interventi di adeguamento alle norme vigenti; alla inadeguatezza del parco tecnologico, con necessità di intervento mirato ad acquisire ed installare in spazi idonei le nuove strumentazioni, tali da garantire sicurezza ai pazienti, diagnostica più qualificata e abbattimento delle liste d’attesa; il completamento di nuove strutture ospedaliere (Ospedale Morelli di Reggio Calabria); la realizzazione di nuove strutture a servizio delle Aziende Sanitarie Provinciali (Cittadelle della Salute di Cosenza e Catanzaro), con l’obiettivo di centralizzare sedi per servizi territoriali sparsi in sedi private, alcune delle quali raggiungibili con disagio dall’utenza e per le quali le aziende sopportano rilevanti oneri di locazione; la messa in sicurezza di strutture sanitarie esistenti (Ospedali di Lamezia Terme, di Crotone e “Mater Domini” di Catanzaro), prevedendo l’adeguamento funzionale, impiantistico e strutturale, al fine di garantire adeguati standard di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni sanitarie; il potenziamento dei servizi territoriali, da attuarsi, principalmente, attraverso un processo di riassetto organizzativo e funzionale delle cure primarie. Obiettivi che si stabilivano nel lontano 2007, circa tre lustri fa e che fanno tremare i polsi se si pensa alle immani inefficienze, ai ritardi, alle disfunzioni, alle liste di attesa ed alla migrazione sanitaria, così come scandalizzano le ingenti risorse stanziate e gli sprechi di denaro pubblico. L’Accordo di Programma sottoscritto nel 2007, prevedeva la realizzazione di nuove strutture ospedaliere nella Sibaritide, a Vibo Valentia e nella Piana di Gioia Tauro. Sono stati stanziati oltre 438 milioni di euro per la costruzione e la gestione dei servizi non sanitari. I progetti preliminari sono stati approvati dal commissario delegato nel 2011. L’Ospedale della Sibaritide prevedeva 376 posti letti e l’entrata in esercizio della struttura è ipotizzata per dicembre 2022, l’Ospedale di Vibo Valentia prevedeva 339 posti letto e l’entrata in esercizio è ipotizzata per luglio 2023, l’Ospedale della Piana di Gioia Tauro prevedeva 352 posti letto e l’entrata in funzione si prevede per il mese di maggio 2024. Nonostante le risorse stanziate, i ritardi registrati nella realizzazione dei tre nuovi Ospedali rendono ora indispensabile adeguamenti progettuali. Il Patto per lo sviluppo della Regione Calabria, sottoscritto nel 2016 prevedeva la realizzazione di interventi, in coerenza con la riorganizzazione della rete ospedaliera della Calabria, finalizzati, a partire dagli Ospedali Hub, all’ammodernamento delle strutture ed all’innovazione delle tecnologie sanitarie per una spesa totale di circa € 665 milioni. Gli interventi previsti riguardavano la concessione di realizzazione e gestione nuovo ospedale di Cosenza per € 245 milioni, quello del nuovo ospedale di Catanzaro per € 180 milioni; l’adeguamento e potenziamento dell’Ospedale di Reggio Calabria per circa € 115 milioni; l’adeguamento e potenziamento dell’Ospedale di Crotone per € 25 milioni; l’adeguamento e potenziamento dell’Ospedale di Lametia Terme per € 20 milioni; il potenziamento tecnologico delle Aziende Ospedaliere per circa 18 milioni e la messa in sicurezza ed adeguamento tecnologico delle aaziende sanitarie provinciali per circa 60 milioni. Con le risorse Cipe del 3 agosto 1990 pari a € 198.491.945,85 il Consiglio Regionale all’inizio del 1991, ha dato inizio alla prima fase di detto programma prevedendo complessivamente 142 interventi ripartiti tra ospedali, residenze sanitarie, servizi generali, servizi territoriali, comunità terapeutiche, case famiglia, alloggi protetti e acquisto di tecnologie. Con le risorse Cipe n. 52/98, l’Accordo di Programma Stralcio sottoscritto il 16/12/2004 sono stati previsti otto interventi riguardanti la razionalizzazione della rete ospedaliera, la riqualificazione delle dotazioni tecnologiche, l’adeguamento delle strutture e delle tecnologie alla normativa vigente, per un importo complessivo di euro 64.301.646,72. Il Commissario Delegato per la realizzazione degli interventi urgenti necessari per il superamento della situazione di emergenza socio-economica-sanitaria, ha approvato con ordinanza del 22/11/2010 il “Programma di potenziamento funzionale e innovazione tecnologica” delle tre Aziende ospedaliere, costituito da n. 15 interventi. Di questi n. 14 interventi sono stati ammessi a finanziamento per un importo complessivo a carico dello Stato pari a € 99.891.258,35. La seconda fase del programma straordinario di edilizia sanitaria (ex art. 20 della legge n. 67/88) ha previsto un programma specifico riguardante la realizzazione di interventi nel settore sicurezza. Sono stati assegnati € 6.235.184,14 per la realizzazione di interventi necessari ad adeguare le strutture e le tecnologie sanitarie alla normativa vigente in materia di sicurezza. Sono stati ammessi a finanziamento n. 5 interventi. Tutti gli interventi afferenti al programma risultano ultimati e in esercizio fatta eccezione per il sottointervento dell’Ao di Cosenza denominato Fornitura e posa in opera di un gruppo di continuità per il Po Mariano Santo. Nell’ambito del programma nazionale per la realizzazione di strutture per le cure palliative (Hospice) è stata assegnata alla Regione Calabria la somma di euro 5.711.710,59. A valere sulle suddette risorse la Regione ha programmato n. 7 interventi sparsi per il territorio regionale. Considerati i ritardi nell’attivazione dei posti letto programmati e ritenuto di dover provvedere al riequilibrio della distribuzione dei posti letto sul territorio regionale, con Dca del 06/07/2015 è stata approvata la nuova “Rete regionale di cure palliative ed Hospice” che ha individuato nuovi siti e riprogrammato i posti letto. In virtù della nuova programmazione dei posti letto sono stati approvati gli studi di fattibilità degli Hospice da realizzare presso il Po di Rogliano, il Po di Tropea e l’ex Po di Siderno per un importo complessivo pari a € 2.045.000,00. Tutti questi interventi e la loro programmazione hanno prodotto la sanità che abbiamo sotto gli occhi di tutti noi, ed allora cosa fare? Non è anche in questo caso un problema di risorse. È  un problema di quale classe dirigente ha gestito la sanità nella nostra Regione con la complicità dei vari commissari nominati dal Governo nazionale ed allora servirebbe affidare alle competenze e professionalità nuove, non colluse con il sistema sanitario del passato ed attuale, la responsabilità di governare la sanità calabrese. Chissà se ci riuscirà il prossimo Consiglio regionale, ma non vedo discussione in proposito – purtroppo – per la Calabria e i calabresi.        

* Già presidente di Legambiente Calabria

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