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Il centrosinistra “strappa” il dibattito sulla sanità. E Spirlì perde il controllo delle parole

Comunicazioni “comizio” del facente funzioni: «Le elezioni sono una manina che butta giù la scheda in un’inutile fessura». Scontro con Bevacqua e Irto

Pubblicato il: 19/04/2021 – 18:16
Il centrosinistra “strappa” il dibattito sulla sanità. E Spirlì perde il controllo delle parole

REGGIO CALABRIA Un’informativa – che è sembrata più un comizio – del presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, sulla situazione della sanità calabrese alla luce dell’emergenza Covid-19 ha occupato la prima parte dei lavori odierni del Consiglio regionale. Il punto non era all’ordine del giorno ma è stato inserito dopo la richiesta avanzata dall’opposizione di centrosinistra.

Il dibattito

Il primo a richiedere la discussione sulla sanità è stato il consigliere regionale Graziano Di Natale (Io Resto in Calabria): «Credo che dall’ultima Conferenza dei capigruppo a oggi sono intervenuti fatti nuovi e importanti, cioè l’esplosione dell’emergenza sanitaria, e quindi l’assemblea regionale della Calabria non può non discutere da subito dell’emergenza sanitaria elaborando un documento unitario tra maggioranza e minoranza che pretenda lo sblocco dei 12 milioni per le assunzioni e individui le strutture ospedaliere da riaprire perché la situazione è drammatica… Se oggi non discutiamo di sanità – ha sostenuto Graziano – me ne andrò e abbandonerò l’aula». E quindi intervenuto il presidente del Consiglio regionale Giovanni Arruzzolo, per il quale «è evidente che Di Natale non parli con il suo capogruppo, perché nell’ultima conferenza dei capigruppo si era discusso di fare due sedute, la prima sul Recovery Plan per la necessità dettata dalla scadenza del 30 aprile e poi sulla sanità, e lo informo o che la prossima settimana sarà fatto un consiglio regionale sulla sanità». Giuseppe Aieta (Democratici Progressisti) ha affermato di «condividere quello che ha detto Di Natale sulla priorità da dare al tema dell’emergenza sanità. Invece di attardarci su un ordine del giorno inopportuno per un Consiglio regionale in congedo, quest’aula può avere uno scatto di dignità parlando di sanità». Arruzzolo ha ulteriormente specificato che «in quella conferenza dei capigruppo si era parlato di fare i due punti, sanità e Recovery, insieme ma si è deciso insieme in senso diverso». Domenico Bevacqua (Pd) ha osservato: «Per onestà intellettuale  quello che dice Arruzzolo è vero ma Di Natale pone legittimamente la questione dell’emergenza esplosa nel frattempo soprattutto nel Cosentino, con gli ospedali che scoppiano. Io direi che una informativa minima da parte del presidente facente funzioni su quanto successo, soprattutto nel Cosentino, sia opportuna, poi magari spostare il dibattito sulla sanità alle prossime settimane. Questa mediazione mi sembra giusta e anche un buon segnale per i calabresi».  Ha quindi preso la parola Domenico Tallini (Forza Italia): «Anche io avrei voluto parlare dell’emergenza sanità in Calabria e ritengo che l’opposizione stia sollevando in modo garbato questa necessità con una proposta che va valutata attentamente, perché, anche dalle segnalazioni che mi arrivano, la situazione negli ospedali calabresi è allucinante e non possiamo non tenerne conto». A sua volta Carlo Guccione (Pd) ha evidenziato che «in provincia di Cosenza, c’è una situazione drammatica, e siamo l’unica regione a non avere il piano di contrasto al Covid 19». Giuseppe Graziano (Udc) ha invitato Guccione a «rendicontare i cinque anni di fallimento del Pd». Per Baldo Esposito (Cdl) c’è una situazione emergenziale da cui si deve uscire subito. Condivido la posizione dell’opposizione ma anche la disponibilità del presidente facente funzioni Spirlì, ed è giusto convocare una seduta ad hoc alla presenza del commissario ad acta. Non sempre il commissario ha risposto alle nostre richieste di audizione ma non c’è da parte nostra alcuna volontà accusatrice, perché c’è bisogno di sinergia». Secondo Nicola Irto (Pd) «la richiesta di Di Natale ha fondamento, è vero che c’è stata una Conferenza dei capigruppo ma non possiamo essere lontani dalla realtà, che è drammatica. Un’informativa del presidente facente funzioni è utile perché è vero che le responsabilità sono del commissario ma il suo interfaccia è il presidente facente funzioni della Regione, che ha fatto il tour della Calabria con Figliuolo e continua a inaugurare centri vaccinali. Non diamo responsabilità al presidente facente funzioni ma deve dare risposte». Domenico Giannetta (Forza Italia), ha sostenuto che «dobbiamo essere da supporto al commissario ma è ovvio che se da domani finirà il commissariamento saremmo tutti felici perché è ora che la responsabilità tocchi e torni alla politica».

Le “comunicazioni” di Spirlì

Alla fine il presidente del Consiglio regionale Arruzzolo ha dato l’ok all’informativa sulla sanità del presidente facente funzioni della Giunta, Spirlì, specificando però che si trattava «delle semplici comunicazioni, senza dibattito perché altrimenti snatureremmo l’ordine del giorno del Consiglio odierno, anche perché manca il commissario ad acta della sanità calabrese Longo. Il dibattito generale sulla sanità lo rinviamo alla prossima seduta». Ha quindi peso la parola il presidente facente funzioni Spirlì, che si è prodotto in comunicazioni con toni a tratti eccessivamente filosofici e incomprensibili, e soprattutto astiosi, oltre che confusi. Spirlì in primo luogo ha replicato a Irto sostenendo che «oggi è il figlio di ieri e avantieri, voi lo sapete da tanto tempo». Spirlì ha quindi illustrato i provvedimenti messi in campo con riferimento all’emergenza Covid 19: «Mai e poi mai io e la Giunta abbiamo mai pensato di dover abbandonare i calabresi a un solo secondo di dubbio istituzionale. Ogni volta che il governo ha nominato un commissario abbiamo ritenuto necessario che, a prescindere dalla giustezza di quella nomina, la Calabria si stringesse attorno a quella figura, pur rifiutata, perché il bene primario è l’interesse dei calabresi, e quello che stiamo facendo. per questo ci siamo messi a fianco, senza ingoiare nessuna carica istituzionale, a lavorare come servitori dello Stato magari prendendo ancora schiaffi che continuiamo a non meritare e che meriterebbe chi, i corsari e i pirati, hanno affossato la nostra sanità calabrese ingrassandosi. Abbiamo detto al commissario: siamo al tuo fianco. E abbiamo ottenuto risultati, Nessuno di noi – ha sostenuto il presidente facente funzioni della Giunta – taglia nastri ma ottiene risultati, con una forte interlocuzione con i ministeri che ci ascoltano. E non ci siamo vergognati di chiamare l’Esercito che ci ha dato massima attenzione con un ospedale militare a Cosenza. Dopo due settimane con un solo ricoverato, le istituzioni preposte hanno proposto di trasformarlo in centro vaccinale e qui sono stati vaccinati migliaia di calabresi: lì è e lì resta. Al generale Figliuolo abbiamo chiesto e ottenuto vaccinatori, e poi abbiamo aperto un nuovo centro, a Taurianova, perché il fabbricato ha due piano terra con doppia possibilità di vaccinazione e sostegno ai disabili. Abbiamo chiesto al generale Figliuolo di venirci incontro su un’altra debolezza, la vaccinazione dei soggetti fragili nelle aree interne, e abbiamo ottenuto un’unità mobile. Il presidente della Giunta e la Giunta hanno accompagnato il commissario alla firma della prima convenzione con i medici di medicina generale, il 19 febbraio, due giorni prima che lo firmasse a Roma il ministero della Sanità».  Spirlì ha poi aggiunto: «Siamo qui anche per prenderci gli sputi in faccia da chi pensa di partire con una campagna elettorale orrenda, oggi è il tempo sbagliato per cominciare a fare cassa di voti, oggi ci si deve sporcare le mani di lavoro. Noi non siamo chiusi nel Palazzo. Oggi è il tempo in cui Paola ha 4 terapie intensive in più, è il tempo dei 100 posti letto di Villa Bianca a Catanzaro dopo decenni di abbandono e di inerzia. Nei decenni passati – ha poi proseguito il presidente facente funzioni della Giunta rivolgendosi all’opposizione – sono stati chiusi ospedali e oggi voi sapienti venite a chiedere a me perché sono chiusi: non è a noi che dovete chiederlo. In cinque mesi non si possono aprire ospedali chiusi da decenni. Dov’eravate quando con il vostro silenzio è stato bloccato il turn over e perché ora lo chiedete a noi? Non fate finta di essere quelli che cadono dal pero, perché il pero siete voi. Non date lezioni a chi sta lavorando. Se pensavate che questo presidente di passaggio non avesse trovato una motivazione perché veniva dallo spettacolo vi siete sbagliati, perché nel mondo dell’arte e della cultura la motivazione è pane quotidiano. Diamo insegnamenti attraverso le nostre carni e non attraverso gli strani discorsi che possono balenare semplicemente perché semplicemente tra un mese, due, tre o cinque mesi ci dev’essere una manina che butta già la scheda in un’inutile fessura di un cartone. Venite a dare una mano alla Protezione civile anziché dare consigli come soloni in casa vostra. Mai una Giunta regionale ha dato 175 milioni alla sanità come abbiamo fatto noi: sono fondi europei che erano destinati ad altri progetti ma tutti gli assessori si sono adoperati per raccoglierli per la sanità senza punire le altre attività. Nel quinquennio precedente – ha quindi concluso Spirlì – quanti 175 milioni di euro avete dato alla sanità?».
Prima della conclusione del dibattito è di nuovo intervenuto Bevacqua del Pd, che ha criticato l’intervento di Spirlì: «Ci aspettavamo un’informativa e non un comizio, è vergognoso questo atteggiamento. E quando si sono chiusi gli ospedali c’era il centrodestra al governo, come ricorderanno Orsomarso e Gallo». Dai banchi della Giunta, in particolare da Orsomarso, si leva «un vergogna» all’indirizzo di Bevacqua, perché «sui morti sotto pandemia le strumentalizzazioni sono inaccettabili». Spirlì ha infine ripreso la parola preannunciando che altre risposte saranno date nel prossima seduta del Consiglio regionale dedicata specificatamente al dibattito sulla sanità, seduta in programma lunedì prossimo. (a.c.)

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