Le mascherine sono un importante strumento di protezione: il loro compito è quello di bloccare le particelle dannose per la salute dell’uomo, evitando che possano raggiungere le sue vie respiratorie. Il dispositivo da indossare deve essere scelto in base alla concentrazione di queste sostanze dannose nell’aria degli ambienti in cui si lavora.
Tra le tante tipologie presenti sul mercato, la mascherine FFP3 rappresentano la soluzione che offre la maggiore protezione. Grazie alle loro particolari caratteristiche, le FFP3 riescono a filtrare almeno il 98% delle particelle: per questo motivo devono essere indossate da chi lavora negli ambienti in cui si manipolano sostanze nocive, ma il loro utilizzo porta anche altri vantaggi.
I dispositivi di protezione delle vie respiratorie sono davvero molti e negli ultimi mesi un po’ tutta la popolazione ha iniziato a conoscerli. Al di là delle mascherine chirurgiche, che sono un presidio medico, in ambito lavorativo si ricorre per lo più alle FFP, ovvero le filtering face piece. Queste mascherine sono suddivise in tre categorie in base al loro potere filtrante.
Le FFP1 vengono utilizzate per proteggersi dalle polveri non pericolose per la salute dell’uomo. Le mascherine FFP2, invece, sono perfette per quegli ambienti di lavoro nella cui aria c’è una modesta concentrazione di polveri, fumi ed aerosol tossici. Infine, chi è alla ricerca della massima protezione può optare per questo ottimo respiratore usa e getta ffp3 che è possibile trovare su RS Components, portale che propone sempre articoli attentamente selezionati sinonimo di qualità e sicurezza.
Sul sito di RS Components, come detto, all’interno della sezione dedicata all’abbigliamento da lavoro e ai dispositivi di protezione individuale, sono presenti, infatti, anche i respiratori riutilizzabili e quelli usa e getta, tra cui anche le mascherine FFP1, FFP2 e FFP3. Grazie ai filtri di ricerca, trovare il modello adatto alle proprie esigenze è davvero molto semplice.
I prodotti infatti possono essere selezionati in base al tipo, al livello di protezione, al numero di pezzi presenti all’interno di una confezione, al colore, alla presenza o meno della valvola e della clip da stringere sul naso e così via. Chi ha dei dubbi può consultare le schede tecniche dei singoli prodotti, dove si possono leggere le specifiche ed i dettagli dell’articolo.
Le mascherine sono formate da più strati: quelli esterni bloccano le particelle più grandi, mentre quelli centrali trattengono le particelle più piccole. Gli strati interni, che sono quelli a contatto con il volto della persona che indossa il dispositivo, devono garantire un adeguato livello di comfort. Nelle mascherine FFP3 i pori filtranti hanno delle dimensioni molto piccole.
Questa caratteristica garantisce una percentuale di filtraggio elevatissima, che mette il lavoratore al riparo da polveri e gas nocivi, ma anche da particelle pericolose come quelle dell’amianto e dagli agenti patogeni. Le FFP3 riescono a bloccare anche i pollini e per questo si possono rivelare delle ottime alleate per chi soffre di allergia.
Nella maggior parte dei casi, i modelli di mascherine FFP3 sono dotati di una valvola. La sua presenza non va ad intaccare la capacità filtrante del dispositivo, ma rende più agevole la respirazione per chi lo indossa. La valvola infatti permette di far uscire l’umidità che si crea all’interno della mascherina, evitando, tra l’altro, l’appannamento degli occhiali.
Uno dei dubbi più frequenti sulle mascherine riguarda la possibilità di riutilizzarle. Nella maggior parte dei casi le FFP3 sono monouso, quindi vanno gettate dopo un utilizzo, comunque basta fare attenzione alle scritte che sono stampate sul dispositivo per capire le sue caratteristiche. Se sulla mascherina è stampata la lettera R, il dispositivo è riutilizzabile per il numero di volte che è indicato sulla confezione.
Se invece sulla mascherina è stampata la sigla NR, il dispositivo non può essere riutilizzato. Ad ogni modo, le mascherine monouso garantiscono una protezione per l’intero turno di lavoro e anche qualcosa in più: in media la loro durata si attesta intorno alle otto o dieci ore all’interno di un ambiente contaminato.
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