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Piano nazionale di ripresa e resilienza, Spirlì: «Progetti per 9,5 miliardi»

L’informativa del presidente facente funzioni della Regione in Consiglio regionale. Poi lungo (e stucchevole) dibattito in aula

Pubblicato il: 19/04/2021 – 17:28
Piano nazionale di ripresa e resilienza, Spirlì: «Progetti per 9,5 miliardi»

REGGIO CALABRIA «Il Covid 19 ha acuito e amplificato le criticità che affliggono la nostra regione, mettendo a nudo lacune strutturali, non solo del sistema sanitario ma anche di quello economico: divari territoriali, divari sociali, debolezze del sistema produttivo». Lo ha dichiarato oggi il presidente della Regione, Nino Spirlì, in occasione dell’informativa al Consiglio regionale della Calabria sulle iniziative adottate in ordine al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). «La sospensione di gran parte delle attività lavorative e dell’offerta di beni e servizi – ha detto ancora –, ha infatti gravemente colpito anche settori non in declino, che erano in una fase di espansione significativa, come la filiera dell’economia della cultura e del turismo. Così come hanno subito rilevanti perdite settori come i trasporti e il commercio. Nuove criticità si associano dunque a problematiche ormai strutturali». Il presidente Spirlì è entrato nel merito delle analisi della Svimez «che ci restituiscono – ha spiegato – uno scenario, in gran parte noto, e comunque preoccupante: il rischio di default è maggiore per le medie e grandi imprese del Mezzogiorno. I dati territoriali sul blocco delle attività economiche delineano un quadro assai più problematico dell’ultima crisi economica degli anni 2000. La maggiore fragilità e precarietà del mercato del lavoro meridionale rende più difficile assicurare una tutela a tutti i lavoratori, precari, temporanei, intermittenti o in nero, con impatti rilevanti sulla tenuta sociale dell’area».

Le imprese

«Il blocco improvviso e inatteso ha colto impreparate sia le molte imprese meridionali che non hanno ancora completato il percorso di rientro dallo stato di difficoltà causato dall’ultima crisi, sia quelle più efficienti che non solo hanno resistito, ma hanno consolidato percorsi di crescita importanti. Già queste preliminari analisi – ha sottolineato il presidente – ci offrono un chiaro ordine di idee sul costo economico della sospensione delle attività economiche, di qui lo sforzo attuale di imprimere una svolta alla gestione della crisi». «Basti considerare l’impatto sulla propensione al consumo delle famiglie e dunque sulle attività commerciali, sulla mobilità e dunque sui trasporti, o i costi sociali ed economici derivanti dal fermo delle attività turistiche, dello spettacolo e della cultura, e via via sull’intera filiera economica e produttiva, con incidenze diverse ma comunque rilevanti. Nonostante le incertezze – ha rimarcato Spirlì –, abbiamo avviato le attività volte a dar seguito non solo a misure emergenziali per lenire le condizioni di difficoltà congiunturali ma a pensare in termini di prospettiva. A porre in essere strategie che guardino alla fase in cui sarà possibile un graduale ritorno alla normalità».

Più di 700 miliardi

Spirlì ha proseguito la relazione entrando nel merito del Pnrr. «Come ben saprete – ha affermato –, nel luglio 2020 il Consiglio europeo ha approvato un fondo di recupero di 750 miliardi di euro con il marchio Next Generation Eu, allo scopo di sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia Covid-19. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza (Pnrr) è il fulcro di Next Generation Eu e metterà a disposizione 672,5 miliardi di euro di prestiti e sovvenzioni per sostenere le riforme e gli investimenti effettuati dagli Stati membri. L’obiettivo è attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia di Coronavirus e rendere le economie e le società dei paesi europei più sostenibili, resilienti e preparate alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e di quella digitale. Gli Stati membri stanno preparando i loro piani di ripresa e resilienza, che daranno diritto a ricevere fondi nell’ambito dello strumento per la ripresa e la resilienza».

Il contributo della Regione

«Il contributo della Regione – ha aggiunto Spirlì – è il documento, contenente 120 schede progettuali, che abbiamo consegnato il 15 ottobre 2020 al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri agli Affari europei e agli Affari regionali e riproposto, nei giorni scorsi, con ulteriori implementazioni. La proposta è il frutto di un confronto interno alle strutture regionali. Le schede progettuali pervenute al Dipartimento Programmazione nazionale e comunitaria sono il frutto di concordia di intenti tra i responsabili dei dipartimenti e gli assessori di riferimento. È bene precisare che Il processo di mappatura dei progetti tiene conto del fatto che al momento non vi è alcuna indicazione relativa ad eventuali risorse da ripartire tra Regioni».

Il piano

«Le tempistiche devono considerare che la scadenza dei traguardi e obiettivi del Piano è fissata al 31 agosto 2026. È importante sottolineare che, se gli stessi traguardi e obiettivi non sono raggiunti entro questa scadenza, non saranno erogati i relativi pagamenti. Il Piano – ha rilevato Spirlì – è articolato in sei missioni, che rappresentano le aree “tematiche” strutturali di intervento. Tali missioni sono a loro volte suddivise in insiemi di progetti omogenei e funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per la mobilità; Istruzione, formazione, ricerca e cultura; Equità sociale, di genere e territoriale; Salute».

Le missioni

«Su tali basi – ha sottolineato il presidente della Giunta – è stato redatto un elenco di schede progettuali articolate per missioni, precisando che, in tale fase, si è inteso presentare tutti i progetti attualmente disponibili con un grado di cantierabilità che ci permetterebbe di rispettare le scadenze del piano».

Di seguito le varie missioni:

Missione 1: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, su cui abbiamo avanzato proposte per 612 milioni di Euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: la digitalizzazione della pa, il rafforzamento dei sistemi di rilevazione della Protezione civile e una serie di iniziative per migliorare la competitività del sistema produttivo.

Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica con proposte che ammontano a 3 miliardi e 740 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: l’ammodernamento delle reti idriche e adduzioni, l’efficientamento energetico, la mitigazione del rischio idrogeologico, Investimenti per il miglioramento del sistema di gestione dei rifiuti, opere di difesa costiera e Interventi di riefficientamento dei sistemi depurativo-fognari.

Missione 3: Infrastrutture per la mobilità con proposte che ammontano a 2 miliardi e 780 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: Progettazione e realizzazione dei nodi di interscambio modale a servizio dei passeggeri, connessione infrastrutturale e digitale con i principali porti, mobilità sostenibile all’interno di ambiti urbani e aree protette, messa in sicurezza di strade ponti e viadotti sulla viabilità secondaria, riqualificazione dei comprensori sciistici.

Missione 4: Istruzione, formazione, ricerca e cultura con proposte per un ammontare di 115 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: borse di studio per gli studenti calabresi, sostegno a dottorati di ricerca e agli istituti tecnici superiori, sostegno ai progetti di ricerca.

Missione 5: Equità sociale, di genere e territoriale, con proposte che ammontano a 468 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: progetti per la realizzazione di modelli di economia sostenibile attraverso la realizzazione di Aree produttive ecologicamente attrezzate, progetti per lo sviluppo della sicurezza e finalizzati allo a nuove attività imprenditoriali all’interno delle aree industriali, sostegno all’export calabrese e supporto attrazione investimenti esteri, progetti di realizzazione di impiantistica sportiva.

Missione 6: Salute, con proposte per un importo di circa un miliardo e 750 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: progetti di adeguamento sismico e antincendio, acquisto apparecchiature, telemedicina, informatizzazione dei reparti e ulteriori investimenti tecnologici. È importante sottolineare che i progetti riguardanti le infrastrutture ospedaliere sono finanziati dai programmi comunitari e da fondi nazionale e hanno tempi di realizzazione incompatibili con le scadenze del piano.

Più di 9 miliardi

«La ricognizione dell’inventario progettuale a oggi acquisito è pari a 9 miliardi e 465 milioni di euro e consente di presentarci ai tavoli di confronto con una importante base di proposte. Sui progetti di rilevanza nazionale presentati dal Governo – ha messo in evidenza Spirlì – auspichiamo una maggiore attenzione alla riduzione del gap infrastrutturale e in tale direzione abbiamo interlocuzione costruttiva con il governo affinché confermi tra le priorità strategiche del paese: l’Alta velocità del tratto Sa-Rc, il Porto di Gioia Tauro e la statale 106». «È del tutto evidente – ha proseguito – che, sulla base delle risorse che verranno effettivamente assegnate alla Calabria, cui dovrebbe affluire una quota di spesa ordinaria pari almeno al peso percentuale della popolazione, si procederà poi a una definitiva selezione delle priorità di intervento e quindi all’indicazione delle iniziative progettuali considerate assolutamente prioritarie e strategiche per la ripresa. Siamo dunque all’inizio di un iter complesso ma che potrà rappresentare una chiave di sviluppo fondamentale per il futuro della nostra terra».

Confronto permanente

Il presidente Spirlì ha concluso l’informativa sollecitando tutti «a un impegno straordinario, a un’assunzione di responsabilità di portata assai rilevante. A breve, la Cabina di regia del Governo, nella quale le Regioni hanno chiesto di poter essere presenti, darà avvio alla individuazione dei singoli interventi da finanziare. Le scelte che verranno assunte nei prossimi mesi avranno, pertanto, rilevanti conseguenze sulle nuove generazioni. Di questa nuova e inedita condizione devono farsi carico tutte le forze politiche e sociali, pur nella distinzione dei ruoli. Per tali motivi, auspico l’avvio di un confronto permanente di approfondimento con gli assessorati competenti sulle misure da adottare e sulle relative schede progettuali al fine di definire le priorità e le modalità di attuazione». «Per parte nostra – ha concluso – abbiamo fin qui voluto evidenziare la direzione di marcia che intendiamo imprimere e ci attendiamo una risposta non pregiudiziale, un confronto nel merito, che anteponga agli interessi di parte l’interesse della comunità regionale».

Il dibattito in aula

Dopo la relazione del presidente facente funzioni Spirlì, si è snodato un lungo (e piuttosto stucchevole) dibattito. Il primo a intervenire è stato Filippo Pietropaolo (Fratelli d’Italia): «Propongo una cabina di regia con esponenti della maggioranza e dell’opposizione, e con i sindaci e interloquire con la cabina di regina nazionale e individuare i progetti che davvero servono alla Calabria».
Domenico Bevacqua (Pd): «Dopo mesi di nostre sollecitazioni, il Presidente Spirlì è venuto oggi in Consiglio a riferire sul Recovery Plan: purtroppo, a parte un’incredibile orazione di propaganda, non ci è stato detto nulla.
Nel mio intervento di replica, l’ho ribadito in maniera chiara: non solo il documento inviato dalla Giunta a Roma il novembre scorso si era rivelato un mero catalogo di progetti copia e incolla che riguardavano il passato, spesso remoto (tanto è cero che era stato ignorato dal governo nazionale; la cosa più grave è che tutto è stato predisposto senza nessuna interlocuzione, non dico con la minoranza, ma neppure con sindacati, imprenditori, sindaci e soggetti dei territori. Il risultato è che oggi, ci ritroviamo con un Recovery in dirittura d’arrivo in Parlamento, sostanzialmente immodificabile e fortemente penalizzante per il Sud e la Calabria».
Giuseppe Graziano (Udc): «Queste risorse devono davvero servire a rivoluzionare la Calabria rimettendo in modo i suoi settori trainanti. Dobbiamo fare fronte comune su alcuni punti fondamentali come l’Alta Velocità, che non dev’essere a 200 km/h ma un’Alta Velocità vera, perché dobbiamo esprimere al governo una compattezza approfittando di un governo come questo di unità nazionale».
Francesco Pitaro (Misto): «Questo dibattito purtroppo arriva in ritardo e solo perché l’abbiamo chiesto noi dell’opposizione, è evidente che questa maggioranza non sentiva di doversi confrontare su questa storica opportunità. È evidente che la maggioranza non abbia le idee chiare sulle priorità per la Calabria. La Regione ora deve svolgere un ruolo da protagonista con progetti affidabili e una burocrazia organizzata. Ora comunque la politica dev’essere unita e deve collaborare. Serve poi uno scatto per ridurre il divario tra Sud e Nord e destinare al Sud almeno il 70% delle risorse
Flora Sculco (Dp): «L’odierna seduta ha un rilievo storico anche per il contesto drammatico in cui cade. da subito va definita una strategia e da subito vanno messi in campo progetti credibili per la Calabria. Mai la Calabria si è trovata davanti un’opportunità così rivoluzionaria. Non possiamo consentire che si riproponga lo schema del passato, quella del Piano Marshall che ha relegato il Mezzogiorno e la Calabria n un ruolo marginale e sussidiario rispetto al Nord. Purtroppo le premesse fanno capire che questo Piano è stato elaborato dall’alto e lontano da noi. E noi dobbiamo evitare la logica dei progetti sponda e dei progetti recuperati in qualche cassetto polveroso solo per fare spesa facile ma inutile».
Graziano Di Natale (IriC): «Bisogna individuare punti di partenza e realizzarli. Prima di ogni passo per metterla in sintonia, la Calabria va messa in sicurezza e vedere garantito il diritto alla salute. Condivido la proposta di un tavolo di concertazione tra tutte le forze politiche. E serve la massima serietà dei comportanti».
Giuseppe Aieta (Dp): «Siamo già in ritardo perché il 30 aprile il piano nazionale dev’essere inviato a Bruxelles. La grande partita è il rafforzamento amministrativo dei Comuni e su questo la Calabria deve battere colpo. È poi fondamentale la partita dell’Alta Velocità: il piano nazionale non prevede l’Alta Velocità di cui abbiamo bisogno bisogno, quella a 300 km/h e non a 200 come è invece previsto».
Anche l’assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo, ha rimarcato come «il progetto dell’Alta Velocità finora emerso in effetti non ci soddisfa affatto, c’è uno studio di fattibilità che non va bene. Ho già scritto al minsero Giovannini chiedendo di ascoltare le nostre osservazioni prima del dibattito pubblico. L’interlocuzione con il governo ci sarà e sarà serrata, auspico condivisione».
Giovanni Billari (Dp): «Anche io evidenzio il ritardo di questo dibattito e l’assenza di visione da parte della Regione. Non c’è uno straccio di programma o linee guida su cui discutere: altre Regioni sono molto più avanti».
Pietro Molinaro (Lega): «Anche io ritengo che questo dibattito doveva essere fatto prima. Dobbiamo poi evitare il rischio di utilizzare le risorse come è sempre stato fatto in passato, intervento per eliminare la nostra storica incapacità amministrativa nei Dipartimenti e dei Comuni. Auspico che inoltre come Consiglio regionale possiamo proporre al governo Draghi il ripristino di poteri ordinari per avviare la gestione dei fondi del Recovery».
Carlo Guccione (Pd): «Io non sono perché facciamo provvedimenti che ripristina la Calabria di ieri, dobbiamo invece andare oltre le condizioni in cui la Calabria, e anche l’Italia, erano un anno fa. Oggi abbiamo l’occasione per modernizzare la Calabria e l’Italia, per questo non c’è bisogno dell’elenco delle spese. E sull’Alta Velocità è necessario un approfondimento perché forse è il caso di modificare l’impostazione del governo. Dobbiamo poi stare attenti alla ripartizione dei fondi, perché la Calabria rischia di subire una truffa: su questo propongo al presidente Spirlì di raccordarsi con gli altri governatori del Sud per evitare questo rischio. Ritengo che oggi il Consiglio regionale debba uscire con un documento forte politico».
Domenico Giannetta (Forza Italia): «Dobbiamo difendere la Calabria e fare iun modo che le percentuali dei fondi della Calabria non siano inferiori a quelle delle altre Regioni. Dobbiamo stabilire delle priorità da portare al confronto con il governo e ovviamente la priorità è la sanità, partendo dal presupposto che il commissariamento non aiuta la Calabria: la sanità va vista anche come il motore dell’economia. Ma c’è un punto che non mi lascia soddisfatto: non è stato affrontato il tema del Ponte sullo Stretto, che ad avviso di Forza Italia è la vera sfida dell’economia della Calabria. Al presidente Spirlì chiediamo quello scatto di reni che sicuramente non gli manca».
Nicola Irto (Pd): «Sono anche io convinto che questo dibattito arrivi in ritardo, si potevano aprire confronti nella seconda Commissione, ora vogliamo fare una vera discussione su cosa e come dobbiamo fare per utilizzare al meglio le risorse, e come si combinano con le altre risorse europee? E poi c’è la assoluta necessità delle semplificazioni e del salto di qualità della burocrazia. Mi sarei aspettato una parola su questo. Perché dobbiamo aspettare l’ultimo minuto? A noi non serve una mera elencazione di opere, ma serve una visione, e non accettiamo che ci siano ricatti e che ci sia retorica».
Vito Pitaro (Jole Santelli Presidente): «Il mio invito è rivedere il piano dei trasporti perché senza un adeguato dei trasporti le infrastrutture non bastano, e il piano varato dalla Giunta Oliverio è inadeguato perché dimentica alcuni territori. E giusto insediare una cabina di regia sul Recovery, rispetto al quale non vedo ritardi ma il frutto di un lavoro di sinergia degli assessorati».
Filippo Mancuso (Lega): «È necessario insediare una Cabina di regia, un organismo di garanzia, e stilare un cronoprogramma da qui al 2026, dando priorità a settori come il turismo e infrastrutture ma affrontando e risolvendo anche i problemi dell’approvvigionamento e della depurazione idrica o della gestione dei rifiuti, in modo da render la Calabria davvero attrattiva».
Le conclusioni sono affidate al presidente facente funzioni della Giunta, Nino Spirlì: «Apprezzo l’intervento di Guccione. Noi abbiamo urgenza di portare a casa il risultato perché ce lo chiede la Calabria e ce lo impone il nostro ruolo, che è fare quello che chiede la Calabria. È già in atto il confronto e il dialogo con i governatori del Sud,a prescindere dai colori politici, ed è in atto perché in questi mesi il rapporto con loro ha già dato i suoi frutti. Abbiamo rapporti ottimi con l Regione edEmiliano, rapporti di grande vicinanza con il governatore della Sicilia, i nostri contatti sono costanti. In effetti auspico un documento che possa rendere la nostra azione più forte. Quanto alla riprogrammazione dei fondi comunitari, saranno amministrati da un gruppo di lavoro che farà capo al Dipartimento della Programmazione e un gruppo Dipartimento della Sanità salute con il coordinamento della Presidenza, in modo che noi possiamo intervenire con un controllo collettivo e collegiale sull’utilizzo delle risorse per la sanità. Con riferimento alle altre riprogrammazioni, sarà mia cura informare tutti i gruppi del lavoro che si sta facendo in modo che tutti possiamo farci un’idea e trovare una condivisione. Da parte nostra – ha proseguito Spirlì – nessuna chiusura o ottusità, ma disponibilità assoluta. Quanto al Pnrr, molti hanno citato il Piano Marshall e la citazione ci sta: il Piano Marshall aiuto l’alfabetizzazione e con il Pnrr la Calabria deve promuovere progetti di digitalizzazione, di nuova e contemporanea alfabetizzazione, di nuova istruzione e di snellimento delle pratiche. La Calabria deve diventare agile e moderna come il resto del Paese e dell’Europa. Pertanto, ben venga una regia condivisa, con una cabina di regia condivisa. Questo dobbiamo costruire insieme, a prescindere dalle appartenenze. C’è una base su cui discutere, i progetti che abbiamo in mano, fermo restando che ancora dal governo non abbiamo la piena agibilità e come borra confrontarsi con noi. Poi, cerchiamo di non copiare quello che fanno altre regioni altrimenti non saremo mai europei. Dobbiamo difendere i nostri territori ma capire che noi siamo Europa. sono convinto che le differenze di appartenga siano una ricchezza e non una povertà».
Alla fine del dibattito è stato infine approvato un ordine del giorno con cui Il Consiglio regionale impegna il presidente della Giunta di interloquire con i governatori del Mezzogiorno e con il governo nazionale affinché vengano rispettati i finanziamenti dovuti al Sud rispetto ai parametri previsti dall’Europa.

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