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«Beppe Grillo e il familismo amorale»

E finalmente Grillo si spoglia delle sue vesti di giustizialista per indossare i panni del “garantista delirante”, padre sofferente per l’accusa di stupro nei confronti del figlio Ciro che proprio…

Pubblicato il: 20/04/2021 – 15:12
di Giusy Raffaele
«Beppe Grillo e il familismo amorale»

E finalmente Grillo si spoglia delle sue vesti di giustizialista per indossare i panni del “garantista delirante”, padre sofferente per l’accusa di stupro nei confronti del figlio Ciro che proprio non ce la fa a non sfruttare il potere mediatico di cui dispone per improvvisare uno show imbarazzante e inutile (in primis nei confronti del figlio stesso), pieno di stereotipi e luoghi comuni verso le donne, tipici di una mentalità patriarcale.  Affermazioni del tipo “una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia”. Come se fosse il depositario della verità è convinto Beppe Grillo che le modalità comportamentali adottate dalla ragazza così come il contenuto del video girato dai ragazzi quella notte siano il segno della mancata violenza e quindi dell’innocenza del gruppo, definiti sarcasticamente stupratori seriali.
Il narcisismo del comico era noto da tempo,viste le sue esternazioni e i diversi ruoli da lui ricoperti, ma a questo punto si è spinto oltre il confine di non ritorno. E così si assiste alla crisi dell’uomo politico e dello showman che alza il livello dello scontro trascinando gratuitamente il movimento in una questione familiare e trasformandola in una questione politica. E offre ai suoi avversari la possibilità di attaccare lui e i suoi adepti, un clamoroso autogol da vero dilettante. E il silenzio dei 5stelle è ancora più imbarazzante, soprattutto il silenzio delle donne pentastellate che hanno il dovere morale e politico di prendere le distanze dal loro leader nella sua accusa alla magistratura (“Perché non li avete arrestati subito”?), dando dimostrazione di ignorare completamente le regole più elementari del procedimento penale (qualcuno dei suoi, basta aver sostenuto i fondamentali di diritto, potrebbe ricordargli i casi in cui si applica la custodia cautelare in carcere?). Coloro che timidamente hanno rotto il silenzio (Taverna e Di Battista) lo hanno fatto con dei tweet solidali nei quali parlando rispettivamente da mamma e da padre esprimono tutta la loro solidarietà e ne approfittano per scagliarsi immotivatamente contro i giornalisti. La vittima del potenziale stupro non viene assolutamente menzionata, quasi volutamente ignorata. Lo sfogo del garante del movimento raggiunge l’apice quando sbotta “Se dovete arrestare mio figlio perché non ha fatto nienete allora arrestate me…ci vado io in galera” riconoscendo la sua stessa responsabilità educativa di genitore perché se è vero che il figlio considera normale trattare una donna come un oggetto una parte di colpa è da ricondurre all’educazione che ha ricevuto in famiglia, e il video trasmesso ieri in cui descrive gli autori del potenziale stupro di gruppo come dei “ragazzi di 19 anni in mutande che saltellano e si divertono” buttandola come si suol dire “in caciara” ne è una chiara dimostrazione.

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