CATANZARO Non è la prima volta e non sarà l’ultima. Perché le nomine disposte dalla sanità commissariata da oltre 10 anni si effettuano in emergenza e, spesso, in deroga. Dunque dal confronto tra i manager scelti e quelli in regola con i titoli saltano spesso fuori incongruenze che, nelle stanze di Aziende sanitarie e ospedaliere, girano di bocca in bocca. È capitato anche alla “Mater Domini” di Catanzaro, dove Giuseppe Giuliano, fresco di nomina commissariale, non compare nella rosa degli idonei alla nomina a direttore generale (né per il Policlinico, né per l’Ao “Pugliese Ciaccio”). Questione da analizzare – è sempre così con le nomine di questo genere – in punta di diritto. Perché la scelta emergenziale non designa direttori generali ma commissari straordinari, ma è pur vero che l’ordinamento equipara le due figure e dunque (secondo i “puristi” della materia) ogni commissario straordinario dovrebbe avere le caratteristiche e le idoneità richieste a un direttore generale. Ancor più peculiare la situazione in cui si trova Giuliano che, invece, compare tra gli idonei alla nomina a dg dell’Asp di Vibo (della quale è stato commissario per tutta la prima parte della pandemia). Caso doppiamente particolare, dunque. Un manager nominato per guidare la “Mater Domini” ma scelto da un altro elenco. Questione da tecnici, gli stessi di cui ha bisogno la sanità calabrese per guarire e uscire dalle secche di una crisi senza fine.
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