RENDE Lo scorso 29 marzo il sindaco di Rende Marcello Manna, e tutto il Consiglio aveva votato a favore del conferimento della cittadinanza onoraria al leader curdo Abdullah Ocalan. «Abbiamo inteso rimarcare l’attenzione sui diritti civili – aveva sottolineato il sindaco e pensiamo sia un atto dovuto sottolineare come gli stessi diritti umani siano negati in Turchia. Rende manda un segnale preciso alla politica nazionale che mai ha affrontato realmente tale problematica».
Con una lettera datata 6 aprile 2021 e inviata al primo cittadino rendese, l’ambasciatore della Repubblica di Turchia Murat Salim Esenli si scaglia contro la decisione assunta dal consiglio comunale e ricorda come Ocalan sia «il capo dell’organizzazione terroristica Pkk, responsabile delle gravi violazioni dei diritti umani». L’ambasciatore – nella missiva – rincara la dose e ricorda come «Ocalan e la sua organizzazione siano responsabili di oltre 60.000 vittime, per lo più innocenti». Ancora più duro è il successivo passaggio dove Esenli paragona «Bin Laden ad Ocalan» e bolla la decisione del Consiglio comunale di Rende come «atto illegale e propaganda terroristica». In conclusione, l’ambasciatore turco chiede al Comune di Rende di «rivedere la decisione».
Alla dura lettera ricevuta, il sindaco di Rende Marcello Manna, ha risposto con un lungo post su Facebook. «Ci preme evidenziare che nessuna volontà di appoggiare o, tanto meno, di legittimare il terrorismo – scrive – si è compiuta in merito al conferimento da parte del Consiglio Comunale della città di Rende della cittadinanza onoraria al leader Abdullah Öcalan. Il leader del popolo kurdo, infatti, non compare in nessuno degli elenchi ufficiali con tale denominazione. Öcalan ha sempre optato per la ricerca costante e anche unilaterale della soluzione pacifica al conflitto». «Da ventidue anni – aggiunge Manna – sta pagando con il carcere duro, divenuto da sedici “tortura di isolamento” riconosciuta come violazione del diritto internazionale nonché delle stesse leggi turche, la sua strenua lotta per la difesa dei diritti del suo popolo. Non è certo un caso che la comunità occidentale riconosca al leader il merito per il coinvolgimento da parte delle milizie curde, fin dal 2013 a oggi, in prima linea nella guerra contro l’Isis, come unica forza di terra all’interno della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti». «Con il conferimento della cittadinanza onoraria a Öcalan – continua – abbiamo voluto sottolineare il problema del processo di autodeterminazione del popolo kurdo, tema a noi storicamente ben noto dal secondo conflitto mondiale e che il nostro Paese ha affrontato e superato grazie alle lotte partigiane e al raggiungimento dei principi democratici contenuti nella nostra carta costituzionale. I diritti civili, così come quelli della persona e delle minoranze etniche, devono essere universalmente riconosciuti e garantiti in una società di stampo democratico, pluralista, ecologista, femminista e liberale». «Di tutto questo, se lo riterrà opportuno – conclude il primo cittadino – saremo lieti di parlarne con lei anche in un Consiglio Comunale aperto: siamo difatti abituati a discutere e non a imporre i principi di uguaglianza tra generi e di rispetto delle differenze. Siamo giunti nel terzo millennio che è l’epoca dei diritti non solo per l’Italia, ma anche per tutti gli altri paesi del mondo. Rende è e sarà sempre dalla parte degli ultimi, a tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza tra i popoli».
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