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Il “muro” dell’Asp di Catanzaro, per il Sant’Anna la fine è sempre più vicina

Ore di passione per la clinica: infruttuoso (e “monco”) vertice in prefettura, i commissari straordinari dell’azienda ribadiscono il no al contratto

Pubblicato il: 22/04/2021 – 18:18
Il “muro” dell’Asp di Catanzaro, per il Sant’Anna la fine è sempre più vicina

CATANZARO «Non firmiamo, né ora né mai». È questa, in estrema (e brutale) sintesi, la posizione che i commissari straordinari dell’Asp di Catanzaro hanno, forse ormai definitivamente, assunto sulla Villa Sant’Anna, struttura sanitaria d’eccellenza nella cura delle patologie cardiovascolari. Per la clinica catanzarese la giornata di oggi è piena di nubi nere e minacciose, che trasportano un messaggio negativo al massimo: il Sant’Anna si avvia davvero concretamente verso la chiusura, e questa impressione è suffragata ancora di più dalle notizie che trapelano all’esito di un vertice nella prefettura di Catanzaro al quale oggi hanno partecipato i tre commissari dell’Asp di Catanzaro Luisa Latella, Carmelo Marcello Musolino e Salvatore Gullì e il commissario ad acta della sanità calabrese, Guido Longo. Vertice convocato all’indomani della decisione della terna commissariale dell’Asp di Catanzaro di non sottoscrivere il contratto con il Sant’Anna per il 2020 fino a quando non si chiarirà l’indagine penale “Cuore Matto” che ha coinvolto il vecchio management della clinica catanzarese. Tradotto in soldoni, senza contratto per il Sant’Anna sarà la fine perché andranno in fumo oltre 24 milioni (oltre a circa 300 posti di lavoro e alla conseguenza di costringere migliaia di calabresi a emigrare fuori regione), per non parlare del fatto che con queste premesse e con le intenzioni bellicose (e puntive) ch stanno muovendo i commissari dell’Asp anche il contratto 2021 è a fortissimo rischio. 

Il vertice in Prefettura (senza il Sant’Anna)

Un vertice anche “monco”, quello in prefettura, visto che l’attuale management del Sant’Anna non sarebbe nemmeno stato invitato, e probabilmente il perché dia susta assenza è anche facilmente intuibile. Perché, nel corso del confronto supervisionato dalla predetto Maria Teresa Cucinotta e comunque senza contraddittorio, la terna commissariale dell’Asp di Catanzaro avrebbe ribadito la linea del no alla firma del contratto 2020 sulla scorta del rispetto di un principio di legalità in questo caso però interpretato in modo astruso e anche un po’ ottuso, perché colpisce una struttura accreditata (dallo stesso Longo l’11 marzo scorso) e un management che non c’entra nulla con quello finito nelle maglie della Procura di Catanzaro. Secondo quanto trapelato dalla riunione in prefettura, inoltre, i commissario dell’Asp avrebbero detto che le prestazioni erogate dal Sant’Anna verrebbero assicurare da altre strutture pubbliche della Calabria, in particolare dal Gom di Reggio: con una procedura che non si capisce su quali basi normative e regolamentari si poggia. Ma ormai sulla vicenda del Sant’Anna se ne stanno vedendo e sentendo di tutte e di più.

«Immotivato no dell’Asp di Catanzaro»

La situazione dunque è estremamente  critica, per questo l’attuale Cda del Sant’Anna – Parisi, Capomolla, Perticone, Maselli – ha preso carta e penna e ha scritto a sua volta al prefetto di Catanzaro Cucinotta, chiedendole «con la massima urgenza un incontro al fine di rappresentare la drammatica fase che sta vivendo» la clinica, un incontro «non  più rinviabile, anche alla luce delle “terribili” notizie apprese sulla posizione che la commissione straordinaria dell’Asso sarebbe intenzionata ad assumere nei confronti del Sant’Anna». Il Cda della clinica infatti scrive di aver «appreso di una totale e immotivata volontà di non procedere alla contrattualizzazione, ciò significherà non garantire i Lea e provocare enormi disagi nella popolazione dei calabresi. Non solo, è stata indetta una pubblica offerta di prestazioni sanitarie che rientrano nei Lea dei cittadini dell’area centro ad altri ospedali del territorio di altre province». Questa offerta che «interessa dei fondi ripartiti dalla Regione per tale territorio e finalizzati a strutture private accreditate -sostiene il Cda del Sant’Anna – non può essere destinata a strutture pubbliche la cui remunerazione avviene con meccanismi totalmente diversi (ospedali pagati per funzione e non per prestazione). Innanzi a questi fatti che stravolgono ogni certezza di diritto e programmazione sanitaria, si chiede urgente incontro alla presenza del commissario ad acta e dei sub commissari sanità della Regione Calabria». (a. c.)

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