CATANZARO Si è svolta nell’aula bunker al palazzo di Giustizia di Catanzaro, l’udienza preliminare del processo scaturito dall’operazione “Overture”. Si sono costituite le parti civili, tra cui il “Mutuo Soccorso Cesare Pozzo” «la più grande tra le realtà italiane che operano nel campo della mutualità sanitaria integrativa» e la De Nisi s.r.l. (ditta impegnata nei lavori dell’ospedale Annunziata e patrocinata dall’avvocato Franco Giampà). Quasi tutti gli indagati saranno giudicati con il rito ordinario: la prossima udienza è fissata il 3 maggio 2021.
Estorsioni, danneggiamenti, intimidazioni e reati contro la persona ed il patrimonio nel capoluogo bruzio e nei comuni limitrofi. Secondo l’accusa, la mala cosentina aveva messo le mani sui lavori di ampliamento dell’Ospedale “Annunziata”, sugli interventi di ammodernamento del sistema di illuminazione del campus universitario Unical di Rende e sulle opere di restauro del Convento di San Francesco di Paola a Spezzano della Sila, attraverso una intensa attività estorsiva nei confronti delle imprese assegnatarie dei lavori. Attività peculiari della storica cosca di ‘ndrangheta “Perna-Pranno” sgominata all’alba del 25 gennaio 2020 grazie all’operazione “Overture” condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cosenza e coordinata dal Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri.
Il dato più eclatante dell’operazione – come avrà modo di sottolineare in conferenza stampa il procuratore Nicola Gratteri – saranno le denunce degli imprenditori vittime di estorsione da parte degli uomini della consorteria “Perna-Pranno”. «Siamo riusciti a raggiungere questi risultati grazie alla collaborazione degli imprenditori che hanno finalmente trovato il coraggio di denunciare», sostenne il procuratore capo della Dda di Catanzaro nel corso dell’incontro tenuto con la stampa. Molti gli imprenditori che decisero di rivolgersi alle forze dell’ordine, denunciando i soprusi subiti dagli uomini del sodalizio criminale e poi diventati oggetto di indagine. E grazie alle denunce, l’accusa tenterà di dimostrare l’esistenza di un sistema messo in piedi grazie alla pax mafiosa tra i vari gruppi criminali della città organizzati sullo spaccio e il rifornimento di droga.
1. FALBO Alfonsino, cl. 1970
2. IMBROGNO Massimo, cl. 1962
3. LAURATO Vincenzo, cl. 1974
4. RAIMONDO Sergio, cl. 1974
5. GAGLIANESE Riccardo, cl. 1993
6. BARTONE Gaetano, cl. 1981
7. FUSARO Gianfranco, cl. 1976
8. MAZZEI Pietro, cl. 1973
9. SGANGA Gianfranco, cl.1974
10. APUZZO Emanuele, cl.1984
11. MIGNOLO Ottavio, c. 1964
12. GRUPILLO Francesco, cl. 1985
13. LIO Carmine, cl. 1972
14. CARBONE Giuseppina, cl.1963
15. FORTE Manuel, cl. 1989
16. FUSARO Alfredo, cl. 1966
17. CIPOLLA Egidio, cl. 1994
18. QUARTA Cesare, cl. 1992
19. CASTIGLIA William, cl. 1987
20. LUCA’ Antonio, cl. 1992
21. IMBROGNO Vittorio, cl. 1991
22. FORTINO Massimo, cl.1972
23. OLIVERIO Giulio Salvatore, cl. 1987
24. PATE Attilio, cl.1997
25. NOVELLO Alberto, cl.1992
26. DIMITRI Bruno, cl. 1988
27. AMENDOLA Francesco, cl. 1967
28. STOCCHETTI Gianluca, cl.1974
28. IMBROGNO Luca, cl. 1978
29. MAZZEI Umberto, cl. 1986
30. DONATO Silvio, cl. 1952
31. ESPOSITO Mario, cl. 1984
32. ESPOSITO Alessandro, cl. 1988
33. LE PIANE Francesco, cl. 1984
34. ALTOMARE Claudio, cl. 1991
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