CATANZARO «Bisogna immaginare storie che abbiano come ambientazione proprio i paesi e i luoghi della regione, che partano dalle bellezze, dalla storia di questo territorio . È un “focus” indispensabile. Poi, di sicuro, servirà tempo. E solo a quel punto il nostro lavoro potrà essere giudicato». È questo uno dei passaggi dell’intervista a Giovanni Minoli, commissario della Calabria Film Commission, pubblicata sul Corriere.it dell’edizione di ieri. Minoli, che insieme al giornalista Claudio Del Frate, ha ripercorso i passaggi dell’avvio della sua collaborazione con la Regione Calabria, ha ricordato, non solo l’importanza che ha avuto la produzione di “Un posto al Sole” in Campania, ma anche cosa potrebbe significare l’avvio di un progetto simile in Calabria dove «non saremo dei semplici sovvenzionatori di prodotti girati in Calabria da altri, ma produrremo fiction in prima persona come avvenuto a Napoli. Oggi siamo tutti attaccati a Netflix, c’è una grande richiesta di contenuti e noi proveremo a rispondere a questa domanda».
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