CATANZARO «Alla fine la Regione, accettando una transazione (come riferito dal Corriere della Calabria) dà 1 milione e 200mila euro alla Viola Film per il “corto” del registra Muccino che se venisse messo in circolazione, per i contenuti plastificati che gli hanno attirato la disapprovazione generale, nuocerebbe gravemente alla Calabria».
«Un bel caso di dissipazione di risorse pubbliche – rileva in una nota il consigliere regionale del Gruppo Misto Francesco Pitaro – su cui non sarebbe male che gli organismi di controllo interno ed esterno (Corte dei Conti) della Regione prestassero attenzione. Sembra quasi irreale. Com’è incredibile che a una mia interrogazione sulla vicenda del 23 ottobre 2020, la Regione non abbia mai risposto. Il limite dei 20 giorni assegnato dal Regolamento del Consiglio all’Esecutivo per riscontrare le interrogazioni, è stato abbondantemente superato. Il che, invece di diradare ombre e sospetti sulle procedure amministrative utilizzate le ha acuite».
«L’interrogazione – ricorda Pitaro – mirava a conoscere i criteri adottati per perfezionare la procedura amministrativa e come si era giunti a definire la spesa di 1,6 milioni di euro per un corto di appena sei minuti. Più specificamente, ecco i quesiti posti: a) quali obiettivi la Regione si proponeva di conseguire commissionando l’opera; b) se detti obiettivi discendono da desideri astratti o, invece, sono l’esito della consultazione formale di competenze specifiche; c) se l’opera, così come realizzata, è considerata coerente con gli obiettivi; d) nel caso anche la Giunta regionale rilevasse difformità fra gli obiettivi e il risultato (che ha fatto infuriare la Calabria), quali azioni si intendono intraprendere per tutelare gli interessi della Regione e garantire che il danaro pubblico sia stato correttamente e bene utilizzato; e) come si è pervenuti alla quantificazione della spesa: la proposta è stata valutata tecnicamente in base a indagini di mercato o altre modalità di cui c’è traccia formale o la si è accettata sic et simpliciter; f) in base a quali parametri e/o valutazioni, se non dovesse esserci stato alcun ricorso a consulenze specifiche, il responsabile del relativo procedimento amministrativo ha reputato congrua la somma di un milione e 600mila euro per sei minuti reali di filmato».
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