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Reggio celebra la lotta contro l’oppressione fascista

I murales per “Malerba” e Teresa Gullace e la “panchina parlante”. Falcomata: «La memoria si esercita attraverso l’arte e la bellezza»

Pubblicato il: 25/04/2021 – 16:44
Reggio celebra la lotta contro l’oppressione fascista

REGGIO CALABRIA Questa mattina, si sono tenuti tre distinti momenti in cui l’amministrazione comunale e la Città metropolitana, insieme all’Associazione nazionale dei Partigiani d’Italia e a numerose associazioni, hanno celebrato la ricorrenza del 25 aprile, Festa di Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Alle 10, nei pressi della Castello Aragonese, è stata installata una “panchina parlante”, nel quadro di un più ampio progetto promosso dal Comune che, in passato, ha già inaugurato uno stallo contro la violenza sulle donne. Quest’oggi, è stata posta una panchina bianca con impresa una frase di Antonio Gramsci. All’iniziativa hanno preso parte anche l’Anpi e l’Udi, con quest’ultima a voler testimoniare il significato della resistenza femminile.
Alle 11, alla Villa Comunale, la tradizionale deposizione di un omaggio floreale sulla Stele del Partigiano, alla quale hanno preso parte le massime autorità civili e militari cittadine, oltre ad associazioni, sindacati e partiti tra cui Anpi, Anei, Arci, Legambiente, Libera, Udi, Cgil-Spi, Cisl Usv e Pcl. La cerimonia è stata accompagnata musicalmente dalla Rhegium Jazz Orchestra ed ha registrato l’intervento del partigiano Aldo Chiantella, nome di battaglia “Fieramosca”.

L’omaggio a “Malerba” e Teresa Gullace

In via Enna, poi, a Largo Botteghelle, l’omaggio al partigiano Pasquale Brancatisano, nome di battaglia “Malerba”, ed a Teresa Gullace, con la presentazione alla città dei due murales che ne preservano la memoria e ne tramandano le gesta ed il sacrificio in nome della libertà. Per l’occasione sono stati presenti il sindaco di Cittanova, Cosentino, ed il vicesindaco di Samo, Bruzzaniti, paesi natali dei due valorosi cittadini metropolitani. Con la loro, anche la testimonianza degli eredi di Brancatisano e Gullace. Presenti anche gli autori delle due grandi opere murarie, gli artisti Daniele Geniale e Luis Gomez De Teran, oltre a Salvatore Velotti di “Inward – Osservatorio sulla Creatività Urbana”. In questa circostanza, non sono mancati i contributi di Anpi, col suo presidente Antonio Casile, e di Francesco Alì del Sunia.

«Non sarà mai una giornata normale»

«Il 25 aprile – ha detto il sindaco Giuseppe Falcomata nel corso delle diverse cerimonie – non è e non sarai mai una giornata come un’altra. È il giorno in cui l’Italia si è liberata dalle atrocità e dell’oppressione di un regime cruento. In molti hanno pagato a caro prezzo il desiderio, la voglia e la necessità di libertà. Purtroppo, col passare degli anni, sono sempre meno i testimoni di quell’epoca nefasta rappresentata dal ventennio e dalla seconda guerra mondiale. Con loro vanno via molti nostri partigiani e a noi tocca il compito di raccogliere quel testimone affinché mai più possano accadere simili atrocità che hanno oppresso e distrutto il nostro popolo ed il nostro Paese». «Per farlo – ha aggiunto – è da un po’ di anni che usiamo un linguaggio nuovo e diverso perché colpisca e stimoli nei più giovani e nelle future generazioni i valori della Resistenza contro l’abominio che fu il nazifascismo. È il nostro modo per celebrare il 25 aprile, per festeggiare la liberazione, per ribadire che Reggio è una città aperta, inclusiva, solidale, antifascista, dove la diversità è fonte di ricchezza e dove la memoria si esercita anche attraverso l’arte e la bellezza. Lo facciamo con una “panchina lettera” che richiama le parole di Antonio Gramsci sulla necessità di prendere posizione, sempre e comunque, contro ogni violenza, sopruso, e sopraffazione, sentendo nostre le sofferenze degli altri popoli. Questo, per noi, significa essere partigiani. E continuiamo a farlo grazie a due opere d’arte che ritraggono il partigiano Malerba e Teresa Gullace, testimoni esemplari della lotta all’oppressore. Sono simboli di una Reggio che vuole essere aperta, inclusiva, solidale, nella quale le differenze sono una ricchezza e fonte di crescita, dove le contaminazioni culturali possono soltanto far bene allo sviluppo della città».

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