REGGIO CALABRIA L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale interviene sulla questione dell’azzeramento dell’Ufficio stampa. E precisa che «ha rimesso agli uffici competenti ogni opportuna e necessaria iniziativa tesa al “rispetto” dei principi contenuti nelle sentenze n. 133/2020 della Corte Costituzionale e n. 479/2020 della Sezione Lavoro della Corte d’Appello di Reggio Calabria, notificate all’Ente e riguardanti le vicende dei componenti dell’Ufficio Stampa». Proprio per il combinato disposto delle due pronunce, la burocrazia di Palazzo Campanella aveva deciso per il “licenziamento”. L’iniziativa dell’organo politico arriva a valle della presentazione di un esposto da parte dei giornalisti, esposto che ipotizza una serie di reati a carico dello stesso Ufficio di presidenza.
«Appare evidente – si legge ancora nella nota –, che sui provvedimenti amministrativi adottati dagli uffici burocratici di Palazzo Campanella, a conclusione della loro autonoma attività istruttoria, questo Ufficio di Presidenza, in ossequio al principio di separazione tra funzioni di indirizzo politico e funzioni di gestione, non ritiene di poter esprimere alcuna valutazione tecnica e/o giuridica sul merito degli atti adottati, ma allo stesso tempo, non può esimersi dal manifestare a ciascuno dei professionisti della comunicazione interessati dai provvedimenti oggi al centro di disputa, il più profondo rammarico per la loro vicenda umana e professionale».
«A questo punto – conclude la nota –, solo il ricorso alla competente autorità giudiziaria, per la quale da sempre nutriamo grande fiducia e rispetto per il proprio operato, potrà assicurare a tutte le parti in causa la via più rapida e legittima per dipanare questa vicenda».
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