CATANZARO «Il Magna Graecia School in the city rende omaggio, con un evento speciale, alla memoria di Rosario Livatino che il prossimo 9 maggio sarà il primo magistrato beato nella storia della Chiesa. Il progetto ideato da Gianvito e Alessandro Casadonte realizzato nell’ambito del Piano nazionale cinema per la Scuola promosso dal Mibac e dal Miur – si legge in una nota – ha proposto agli studenti degli istituti superiori del territorio catanzarese coinvolti la visione de “Il giudice ragazzino”, pellicola diretta da Alessandro Di Robilant e dedicata alla figura del magistrato assassinato dalla mafia nel 1990. A vestirne i panni, l’attore Giulio Scarpati, premiato con il David di Donatello per il ruolo, che domani, martedì 27 aprile, alle ore 11, dialogherà in diretta streaming con i ragazzi».
«Per l’occasione – continua la nota – sarà diffuso in rete anche l’originale contributo del Liceo coreutico “T. Campanella” di Lamezia Terme, dal titolo “Tango contro la mafia”, in cui il linguaggio della danza incontra il cinema. Gli studenti della terza classe dell’indirizzo coreutico, guidati dal docente di Tecnica della danza contemporanea, Roberto Tripodi, hanno scelto una modalità inconsueta, ma di grande efficacia e forza empatica, per partecipare al Magna Graecia School in the city realizzando una coreografia su musica originale del maestro Giovanni Nicotera, docente di tecniche di accompagnamento alla danza». «La visione del film “Il Giudice ragazzino”- afferma Roberto Tripodi – è divenuta oggetto di uno studio sul movimento, sul gesto con le sue forme curvilinee, spezzate, liriche e impetuose attraverso il linguaggio espressivo della danza contemporanea. Una forma d’arte capace di raccontare, ma anche denunciare con ironia, il dissenso nei confronti dell’illegalità “lecita”, la criminalità organizzata». «La figura del giudice Livatino veste i panni di una giovane donna, la giustizia, – continua la docente Di Salvo, referente del Liceo Coreutico – che combatte e gestisce la difficile bilancia degli orrori, degli eccidi e della prevaricazione. Il viaggio coreografico vuole restituire la gamma emotiva di un’avventura qual è stata quella vissuta dal protagonista, attraverso le sue indagini, i processi, la sua vita di credente e la ribellione alla soggiogazione da parte della mafia». «Un passo a due, dunque, questa originale contaminazione fra cinema e danza, – conclude la dirigente scolastica Susanna Mustari – con le sue pulsioni, il sarcasmo della diagonale del “baciamo le mani”, il pathos del tragico finale che vede la solitudine del giudice contro tutti, ma con un messaggio di luce e di speranza che la danza, riprendendo le parole di Isadora Duncan, è sempre capace di trasmettere “l’eterno risorgere del Sole”».
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