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Principe: «Le “rivoluzioni” di Manna arrivano in notevole ritardo»

Il consigliere comunale di Rende: «Rilanciare la città pensandola come unica è operazione visionaria, rivoluzione culturale prima che politica»

Pubblicato il: 26/04/2021 – 15:43
Principe: «Le “rivoluzioni” di Manna arrivano in notevole ritardo»

RENDE «Rilanciare la città pensandola come unica è operazione visionaria, rivoluzione culturale prima che politica. Un marziano, in visita a Rende, si chiede cosa vorrà fare il sindaco Manna per avventurarsi in dichiarazioni tanto impegnative quanto roboanti. Compra il giornale e scopre che Manna, insieme ad Occhiuto che ne ha fatto annuncio una quindicina di giorni fa, per verità con meno enfasi, vuole recuperare un vecchio ponte di ferro che collega le due sponde del Campagnano, per farne un percorso pedonale e ciclabile di collegamento con il parco “Green” di Cosenza. Un ponte costruito un centinaio di anni fa e su cui erano posati i binari del vecchio tracciato ferroviario». È quanto sostiene in una nota Sandro Principe, consigliere comunale della Federazione Riformista di Rende.
«L’operazione – prosegue – si doveva fare già una decina di anni fa, ma la spocchiosa incapacità della governance del tempo fece naufragare il progetto di portare Viale Principe sino al Campagnano. Ma torniamo alle visioni di Manna ed alla “rivoluzione culturale”. Ad un centinaio di metri dal ponticello di ferro si trova un ponte carrabile a quattro corsie, fatto costruire 38 anni fa da chi scrive. Recatomi al comune di Cosenza per chiedere di costruire insieme quel ponte, mi fu risposto: “Se volete farlo fatevelo da soli”. E così, il Comune di Rende quel ponte lo costruì da solo. A questo punto si impone una domanda: ma l’Unical (sorta su 250 ettari espropriati a Rende ed i cui servizi gravano da sempre sulla collettività rendese), Metropolis, il quartiere Europa, Viale Principe, il Parco Acquatico, l’area industriale più grande della Calabria, tutte opere realizzate nei decenni passati, sono o non son opere da area urbana?» si chiede Principe.
«Ma, per quanti, seguendo il decadente ed ignorante vezzo del momento, intendono cancellare la storia, tutto ciò, evidentemente, non è stato frutto di visioni né ha rappresentato la cultura del riformismo realizzato. Erano quelli i tempi della presbiopia politica. Oggi – conclude – viviamo il tempo delle miopie amministrative, delle manutenzioni, al più delle ristrutturazioni dell’esistente, promosse al rango addirittura di rivoluzionarie visioni, per giunta da realizzare con fondi straordinari utilizzati per finalità del tutto ordinarie. Gentile sindaco, suvvia! Si renda conto: le sue “rivoluzioni“ arrivano in grandissimo ritardo. Per la parte che ci riguarda restiamo della nostra idea che le risorse dell’Agenda Urbana andrebbero utilizzare per rilanciare l‘economia cittadina, le imprese, il commercio, l’agricoltura, l’artigianato e per sostenere i lavoratori rimasti senza lavoro e senza cassa integrazione. Il nostro progetto, peraltro, prevede l’assunzione a tempo determinato di giovani tirocinanti ed un sostegno alle famiglie più bisognose. Di particolare valore l’idea di destinare risorse per l’impresa sociale a servizio del mondo del disagio,a cui assicurare prestazioni gratuite. Per eseguire l’efficientamento energetico si possono seguire altre strade. Oggi bisogna dare priorità’ alla cura del disagio sociale,all’economia ed alla sanità. Da qui la proposta di destinare parte delle risorse al potenziamento del poliambulatorio.».

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