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CONSIGLIO REGIONALE

Spirlì: «Con le vaccinazioni raggiunta potenza di fuoco. Va azzerato debito sanità»

Intervento a Palazzo Campanella per il presidente reggente: «Serve un intervento straordinario dello Stato, che non sottragga poteri alle Regioni»

Pubblicato il: 26/04/2021 – 15:50
Spirlì: «Con le vaccinazioni raggiunta potenza di fuoco. Va azzerato debito sanità»

CATANZARO «L’unica soluzione percorribile è un intervento straordinario dello Stato, che non sottragga alla Regione i poteri di organizzazione e coordinamento ma imponga, attraverso un piano straordinario, la verifica e la determinazione certa del debito e il conseguente azzeramento di tutte le pendenze pregresse». Così il presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, nel suo intervento in Consiglio regionale.

«Abbiamo fronteggiato l’emergenza Covid 19»

«L’emergenza sanitaria – ha esordito Spirlì – ha raggiunto da anni in Calabria livelli insostenibili, la pandemia oggi ha aggravato la situazione perché ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità l’incapacità del sistema sanitario di garantire livelli minimi di assistenza. Sebbene abbiamo manifestato la mia contrarietà, sia nel merito sia nella forma, alla riproposizione del Decreto Calabria, insieme alla Giunta ho inteso fin dal primo giorno avviare un percorso di collaborazione e sostegno alla struttura commissariale. Tra i primi atti posti in essere c’è stata la messa a disposizione del Dipartimento Tutela della Salute alla struttura commissariale. Abbiamo inoltre avviato una serie di manifestazioni di interesse per l’assunzione di funzionari e personale dirigente per completare il contingente del Dipartimento con l’utilizzo di professionalità delle aziende territoriale con il supporto dell’Agenas. La Giunta – ha quindi ricordato il presidente ff – ha poi completato l’assegnazione di 175 milioni di euro per investimenti e assunzioni nella sanità, e per favorire l’accelerazione della spesa è stato individuato un adeguato supporto tecnico da parte del Dipartimento Programmazione. Secondo Spirlì, «per quanto riguarda l’emergenza sanitaria, se era difficile per tutti figurarsi per una regione con queste difficoltà strutturali. Con senso di responsabilità, e nonostante la confusione dettata dalle norme vigenti che attribuiscono al commissario ad acta l’attuazione del piano operativo Covid e del piano vaccinale, abbiamo fronteggiato l’emergenza istituendo le zone rosse, approntato un piano straordinario di riconversione delle strutture per l’ampliamento dei posti letto e distribuito ingenti risorse per fare fronti alle nuove assunzioni. Per rappresentare il quadro del nostro sistema sanitario, basterebbe un solo dato: nell’ultimo decennio nelle strutture sanitarie in Calabria sono stati investiti 15 euro pro-capite, la media nazionale è stata di 45 euro. Il Piano di rientro della Calabria risale al 2009 e prevedeva una serie di interventi da attuare nel biennio per il riequilibrio economico finanziario, ma così non è stato. Troppe le mancanze, le inadeguatezze, con vari interventi del governo culminato con i vari Decreti Calabria che hanno esautorato la Regione Calabria. Tutto ciò – ha sostenuto il presidente ff – appare paradossale, se pensiamo che in Calabria le spese dalla sanità assorbono il 66% delle spese correnti del bilancio regionale. I dati che emergono in tutta la loro gravità dicono che in questi annui di commissariamento il deficit non solo è diminuito ma addirittura è aumentato. A questi bisogna aggiungere il debito complessivo delle aziende sanitarie, che in molti stimano a circa 3 miliardi, centesimo più e centesimo meno. Tutto ciò in un contesto di disordine amministrativo nel quale addirittura mancano i bilanci: l’Asp di Cosenza non  ha ancora presentato il consuntivo 2018, mentre a Reggio non risultato approvati i bilanci dal 2013 al 2018, per non  parlare dei tempi medi di pagamento che hanno raggiunto punte di 900 giorni. Gli stringenti vincoli del regime commissariale hanno avuto anche devastanti effetti sull’offerta sanitaria, riducendo i posti letto su 10mila  residenti a 19 contro una media italiana di 41. Un contesto paradossale, nel quale i calabresi si accollano il peso delle elevate mi, poste regionali per coprire i disavanzi generati in gran parte da ruberie, disorganizzazione, inefficienze, e  nel contempo sono costretti a ricorrere alle strutture private e a strutture extraregionali aumentando l’emigrazione sanitaria».

«Serve un intervento straordinario dello Stato»

Per Spirlì «dinanzi a questo scenario, l’unica soluzione percorribile è un intervento straordinario dello Stato, che non sottragga alla Regione i poteri di organizzazione e coordinamento ma imponga, attraverso un piano straordinario, la verifica e la determinazione certa del debito e il conseguente azzeramento di tutte le pendenze pregresse. In tale direzione ho inviato una richiesta accorata al presidente Draghi, perché senza l’azzeramento del debito sanitario questa regione non potrà mai ambire a garantire il diritto alla salute dei cittadini». Spirlì ha poi osservato: «Siamo al fianco al commissario ad acta, e siamo al fianco al commissario d acta nei giorni più difficili, resi più difficili da una mala gestione che non è certamente di questo anno, di questi mesi, di questa amministrazione. Il prefetto Longo, arrivato nel momento più drammatico, non poteva che essere accolto in amicizia, e pur non potendo condividere le responsabilità, che sono del governo r del commissario come rappresentante del governo, noi come rappresenti del popolo calabresi, eletti e nominati, non avremmo mai potuto lasciarlo solo. Il prefetto Longo ha una storia di lotta alla malavita e penso che debba riprenderla».

«Sul Sant’Anna ho chiesto un’ispezione a Speranza e Lamorgese»

Sulla situazione del sant’Anna di Catanzaro, Spirlì ha ricordato di aver «scritto una lettera al ministro della Salute Speranza e al ministro dell’Interno Lamorgese con la quale chiedo che venga disposto subito un team di ispettori sul caso Sant’Anna Hospital di Catanzaro, perché certi atteggiamenti non possono essere più tollerati: chi ha sbagliato deve pagare ma non possono pagare i calabresi e i professionisti calabresi che stanno salvano vite da decenni».

«Raggiunto potenza di fuoco nelle vaccinazioni»

Capitolo campagna vaccinale. Per Spirlì «la campagna vaccinale è stata timida nelle prime settimane, confusa in quella successiva perché molto speso quando all’orizzonte ci sono le elezioni la regia cambia e ci sono attori che pensano di poter indossare il urlo da protagonista delle elezioni e non  di ben altro e più importante progetto. Abbiamo un grande aiuto dai sindaci. Oggi siamo arrivati ai 12.500 di venerdì, ai 19mila di sabato e 16mila di domenica. Abbiamo capito che la nostra potenza di fuoco è quella che abbiamo raggiunto, non in fase straordinaria ma ordinaria, questo vuole dire che siamo capaci di continuare con questi numeri, questi numeri sono possibili solo utilizzando la piattaforma di prenotazione che da qualche giorno è gestita in maniera centralizzata dalla struttura che è all’apice della campagna vaccinale, e quindi il commissario ad acta, la Protezione civile e l’Esercito. Quindi oggi – ha spiegato il presidente ff della Regione – solo attraverso la piattaforma si può continuare a vaccinare. Abbiamo vaccinato persone per le quali è stata compilata la scheda, e quindi c’è il documento ufficiale, ma poi non c’è stato il tempo di registrarli, e sono 23mila: i vaccinatoti hanno vaccinato, gli amministrativi hanno parzialmente registrato, e in queste ore un folto gruppo di volontari della Protezione civile sta inserendo definitivamente nei dati che si leggono ufficialmente nelle classifiche nazionali. Oggi è tutto nel sistema e non sfugge nulla. I “Vax Day” a questo punto possono essere ripetuti tutti i giorni della settimana. Posso capire il finto attacco menzognero da fuori Calabria, ma non posso accettare l’attacco dal Pollino in giù o dallo Stretto in su, non è giustificabile: l’amministrazione regionale non può essere attaccata sulla sanità, chi fa questo non fa un servizio buono a nessuno». (a.c.)

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