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I divari nell’offerta di nidi e servizi prima infanzia, Calabria sotto la media nazionale

Secondo il rapporto nazionale di Openpolis e “Con i Bambini”: «A Crotone solo 5 posti su 100 minori, a Bolzano invece 7 posti ma su 10 bimbi».

Pubblicato il: 27/04/2021 – 12:22
I divari nell’offerta di nidi e servizi prima infanzia, Calabria sotto la media nazionale

ROMA «Presentato il rapporto nazionale sugli asili nido promosso da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Ampi i divari interni – si legge in un report di Openpolis – non solo Nord-Sud, ma anche tra centri urbani e aree interne. A distinguersi per una evidente carenza di servizi è la Calabria, insieme alle altre regioni del Sud. Secondo il report infatti: «A fronte di un Centro-Nord che con 32 posti ogni 100 bambini ha quasi raggiunto l’obiettivo europeo del 33% e dove in media 2/3 dei comuni offrono il servizio, nel Mezzogiorno i posti ogni 100 bambini sono solo 13,5 e il servizio è garantito in meno della metà dei comuni (47,6%). La differenza tra le due aree è di 18,5 punti. A Bolzano vi sono quasi 7 posti ogni 10 bambini, mentre a Catania e Crotone quasi 5 non su 10 ma su 100 bambini. Forte anche la differenza tra comuni polo e quelli periferici e ultraperiferici (13,8 punti). La media italiana è del 25,5%.Il Piano italiano di ripresa e resilienza, che sarà presentato dal Governo all’Europa il 30 aprile, dedica un impegno di oltre 28 miliardi di euro per Istruzione e ricerca mettendo al centro la necessità di “aumentare l’offerta di asili nido” (per raggiungere la media europea del 33% entro il 2026), ma se questo target verrà raggiunto potenziando solamente le aree del paese già più “infrastrutturate” significa che le risorse europee, nonostante il conseguimento dell’obiettivo nazionale, non saranno servite per abbattere le distanze esistenti».

«Le medie regionali però nascondono divari all’interno degli stessi territori – si legge nel report -. Anche nelle maggiori regioni meridionali, caratterizzate da una copertura media più bassa, il livello non è uniforme. In Sicilia, l’offerta potenziale presente nella città metropolitana di Messina (17 posti ogni 100 bambini) è quasi tre volte quella della provincia di Caltanissetta (6,2%). In Calabria il dato di Crotone (16,3%) si contrappone a quello di Cosenza (7,7%). In Campania, l’offerta potenziale di Salerno (13 posti ogni 100 bambini) è quasi doppia rispetto a Caserta (6,6%)». «La povertà educativa dei bambini e delle bambine affonda le radici già nella prima infanzia, e si consolida ben prima della scuola primaria. D’altro canto, è dimostrato come un asilo nido di qualità rappresenti, per i bambini, uno strumento efficacissimo di riduzione delle diseguaglianze di ingresso nel sistema scolastico ed un investimento fondamentale per prevenire la dispersione – spiega Raffaela Milano direttrice Programmi Italia-Eu Save the Children Italia onlus – L’analisi elaborata dall’Osservatorio Povertà Educativa di Con i Bambini presenta chiaramente, e in modo accurato, i gravi squilibri oggi esistenti, in Italia, nella rete dei servizi. Proprio nei territori dove c’è maggior povertà educativa e dispersione scolastica mancano gli asili nido e questo rende anche più difficile, per le giovani donne, l’ingresso nel mondo del lavoro. È fondamentale riflettere su questi dati alla vigilia della presentazione in Europa del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, affinché gli obiettivi del piano siano rivolti a fare un passo in avanti decisivo nella disponibilità di servizi educativi per la prima infanzia in tutto il paese e, allo stesso tempo, a riequilibrare questi drammatici divari territoriali». È anche questa carenza di asili nido a incentivare il fenomeno degli anticipatari nel Sud. In Italia sono circa 70mila i bambini che all’età di 2 anni frequentano già la scuola dell’infanzia. A fronte di una media nazionale del 14,8% di bambini di 2 anni anticipatari, il dato supera il 20% in gran parte delle regioni meridionali, con picchi del 29,1% in Calabria, del 25% in Campania e del 23,7% in Basilicata. Dove sono più sviluppati i servizi prima infanzia, come in Valle d’Aosta ed Emilia Romagna, gli anticipatari sono rispettivamente il 5,4% e il 6,7 per cento».

«Oggi il nostro paese, con 25,5 posti nido e servizi prima infanzia ogni 100 bambini, è ancora distante dal target europeo del 33%, con profonde divari interni. Next generation Eu può essere l’occasione per invertire la rotta – dichiara – Vincenzo Smaldore Direttore editoriale di Openpolis – Ma per sanare disuguaglianze così ampie, è necessario partire dai dati sui divari nell’offerta, comune per comune». «Il piano italiano di ripresa e resilienza, da un lato, stabilisce esplicitamente come obiettivo quello di “aumentare l’offerta di asili nido e servizi per l’infanzia e favorirne una distribuzione equilibrata sul territorio nazionale”. Dall’altro indica il potenziamento dei servizi prima infanzia come uno degli interventi per sostenere l’occupazione e l’imprenditorialità femminile. È infatti enorme il contributo che lo sviluppo del servizio può offrire nella riduzione dei divari di genere: una questione che incrocia disuguaglianze sociali e territoriali profonde. Le regioni del Sud, economicamente più fragili, sono sia quelle dove l’occupazione femminile è più bassa che quelle dove l’estensione dei servizi prima infanzia è inferiore Per questo il potenziamento del sistema integrato 0-6 anni, e in particolare per la fascia 0-3, deve essere considerato una priorità nazionale. Va in questa direzione la campagna di consultazione avviata a fine marzo sulle linee pedagogiche per il sistema integrato 0-6 anni. Il confronto sulle linee guida elaborate dalla commissione nazionale, che coinvolgerà nei prossimi mesi i diversi stakeholder, educatori, genitori, gestori dei servizi, istituzioni, deve essere l’occasione per riportare il tema al centro del dibattito pubblico».

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