CORIGLIANO ROSSANO Le contraddizioni della campagna vaccinale. Capita che vi siano vaccini disponibili, come Pfizer e Moderna, ma che il centro sia chiuso per mancanza di prenotazioni. Sta accadendo da qualche giorno a Corigliano Rossano, nel centro vaccinale allestito nella palestra della scuola media “Levi”, peraltro sommerso dalle polemiche dopo la babele dei primi giorni.
Una situazione paradossale, in mezzo alla necessità di dover vaccinare l’intera popolazione per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge. Giornate perse che potrebbero essere investite meglio in termini di tempo, se solo si verificasse che nel frattempo la campagna può iniziare ad essere estesa alle categorie successive ai fragili, agli ultraottantenni e settantenni, attualmente in fase di vaccinazione.
A Corigliano Rossano sono stati allestiti tre centri vaccinali. Quello della Levi a Rossano da qualche giorno sta aprendo a singhiozzo, nei due allestiti al centro d’eccellenza e l’hub regionale nel PalaBrillia a Corigliano, si vaccina regolarmente. Quest’ultimo sito, seppur sia un esempio di organizzazione ed efficienza, è finito nel tritacarne delle polemiche dopo un’inaugurazione in cui si sono “infilati” un numero imprecisato – ma certamente consistente – di non aventi diritto.
La due giorni programmate dalla Regione lo scorso 24 e 25 aprile hanno riscosso un grosso “successo” nonostante molta gente abbia fatto dietrofront dopo aver saputo che veniva somministrato solo AstraZeneca.
Insomma, desta più di qualche perplessità, invece, la chiusura della Levi. E chissà quanti altri centri del genere in Calabria, se impiegati meglio e se si aprisse alle categorie successive, potrebbero servire rendere più efficiente una campagna vaccinale che vede la Regione sempre ultima in Italia nel numero di dosi somministrate in rapporto alla disponibilità.
Un “bug” nell’organizzazione generale che potrebbe essere risolto da Regione e ufficio del commissario nazionale all’emergenza Covid con una migliore verifica sul numero di aventi diritto – quelli indicati dal generale Figliuolo che ha un uomo di stanza in regione – ancora da vaccinare.
Il colmo, insomma: i vaccini ci sono ma si attendono nuovi prenotabili ai quali si potrebbe aprire – si mormora – dopo l’1 maggio. Nel frattempo, però, si perde tempo, forse qualche fiala in scadenza e personale utili ad impartire l’accelerata in vista di un’”estate” che forse non arriverà mai. (l.latella@corrierecal.it)
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