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Verso il sit-in, Biondo: «La denuncia di Longo non mi convince»

Il segretario Uil: «Manca una strategia complessiva del governo regionale. Posticipare la ripartenza danno per salute ed economia»

Pubblicato il: 27/04/2021 – 8:10
Verso il sit-in, Biondo: «La denuncia di Longo non mi convince»

CATANZARO Fissato per questo 27 aprile il sit-in dei sindacati calabresi che chiedono al governo e alla Regione di sbloccare la situazione relativa ai vaccini quindi propiziare una ripartenza, anche dal punto di vista economico, che non sia a singhiozzi, ma decisa e definitiva.
Sul tavolo c’è anche la ripartizione dei fondi del Pnrr, che in questi giorni ha fatto discutere. «È stato fatto un passo in avanti importante tenuto conto che la spesa nei confronti del Sud, e della Calabria, è sempre stata molto ridotta» dice il segretario Uil Calabria, Santo Biondo, in collegamento con gli studi Rai di Buongiorno Regione. Secondo Biondo sono tre le questioni cruciali sulle quali intervenire: la statale 106, l’alta velocità e linea ferroviaria jonica. «Se questo avverrà, saremo d’accordo».
Nel frattempo, sul fronte sanitario, «la Calabria sta vivendo il momento più drammatico dall’inizio della pandemia. – dice – Bisogna essere prudenti perché gli stop&go non facilitano una ripresa duratura. Bisogna intervenire sulle vaccinazioni e ristorare commercianti e attività produttive. Manca una strategia complessiva del governo regionale».
Proprio per invocare questa strategia, i sindacati si incontreranno oggi, cercando di propiziare l’intervento del governo. Intervento che passa anche dall’incontro fissato col ministro Speranza il prossimo 3 maggio. «Nelle nostre strutture manca personale, strumentazioni e ci sono ancora molti ospedali chiusi». Secondo Biondo urge la necessità di fare investimenti e non bastano, per rassicurare, le parole di Longo che ha in tal senso attaccato i commissari delle Asp. «La denuncia di longo non ci convince», dice il segretario Uil. «I sub-commissari fanno capo a lui. Bisogna venirne a capo perché il rischio non è solo di compromettere la salute pubblica, ma anche di posticipare la ripartenza creando gravi danni economici».

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