CATANZARO La Corte d’Appello di Catanzaro – Loredana De Franco presidente, a latere Adriana Pezzo e Giovanna Mastroianni – ha messo una sentenza che ha riformulato quasi tutte le condanne emesse in primo grado, con rito abbreviato nell’ambito del processo “Crisalide”, contro la consorteria di ‘ndrangheta Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme.
Si ribalta rispetto al primo grado la posizione di Giovanni Vincenzo Paladino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, assolto in primo grado con formula “perché il fatto non sussiste” e condannato in appello e 4 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Secondo l’accusa, Giovanni Paladino, medico, già consigliere comunale a Lamezia e padre di Giuseppe Paladino (ex vicepresidente del consiglio comunale condannato a sei anni con rito ordinario) si sarebbero messi a disposizione della cosca lametina in cambio di sostegno elettorale nel corso delle amministrative del 2015. Confermate le condanne per i vertici della cosca Antonio Miceli (20 anni) e la moglie Teresa Torcasio (10 anni e un mese). Assolto Antonio Mazza (5 anni, un mese, 20 giorni, 8000 euro di multa in primo grado) accusato di essere uno dei sodali di Miceli, incaricato di reperire una partita di armamenti.
Gli imputati sono, a vario titolo, accusati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato, rapina, nonché la violazione delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali. L’indagine, condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Catanzaro e dalla Compagnia di Lamezia Terme, portò, il 23 maggio 2017, all’esecuzione di 52 fermi. Secondo l’accusa la cosca – guidata da Antonio Miceli, che ne aveva preso la reggenza insieme alla moglie Teresa, dopo l’arresto e la condanna dei vertici con le operazioni antimafia Chimera e Chimera2 – gestiva il controllo del territorio attraverso le estorsioni, le rapine, il traffico di stupefacenti, la detenzione di armi e materiale esplosivo «di micidiale potenza» da utilizzare «per compiere danneggiamenti propedeutici alle richieste estorsive e rapine, nonché di amministrare la “cassa comune” nella quale confluivano i proventi derivanti dalle varie attività illecite della cosca».
Giovanni Vincenzo Paladino, 4 anni di reclusione, interdizione legale dai pubblici uffici per cinque anni (assolto in primo grado);
Antonello Amato, 5 anni e 6 mesi di reclusione (8 anni, 2 mesi, 20 giorni in primo grado);
Vincenzo Brizzi, 2 anni e 8 mesi di reclusione (8 anni, 10 giorni in primo grado);
Teresa Torcasio 10 anni e un mese (10 anni e un mese in primo grado);
Domenico De Rito, 8 anni e 7 mesi di reclusione (10 anni, 20 giorni, in primo grado);
Antonio Domenicano, 8 anni e 10 mesi (8 anni, 10 mesi);
Antonio Gullo, 8 anni (8 anni);
Ottavio Muscimarro, 7 anni e 10 mesi;
Antonio Franceschi, 8 anni e 9 mesi di reclusione (9 anni, 6 mesi, 20 giorni);
Morrison Alessio Gagliardi, 11 anni e 6 mesi di reclusione (12 anni, 10 mesi, 10 giorni);
Carlo Alberto Gigliotti, 6 anni, 8 mesi, 20 giorni (8 anni, 10 giorni);
Michele Grillo, 6 anni, 9 mesi, 10 giorni (8 anni, un mese, 10 giorni);
Massino Gualtieri, 8 anni, 4 mesi e 20 giorni (9 anni, 9 mesi, 10 giorni);
Nicola Gualtieri, 14 anni (16 anni e 4 mesi);
Giuseppe Grande, 13 anni e 10 mesi (14 anni, 6 mesi);
Vincenzo Grande, 8 anni, un mese e 20 giorni;
Salvatore Francesco Mazzotta, 5 anni, 4 mesi e 20 giorni e 1600 euro di multa (6 anni, 10 mesi, 4000 euro di multa);
Fortunato Mercuri, 7 anni, 2 mesi e 10 giorni (8 anni, 6 mesi, 10 giorni);
Antonio Miceli, 20 anni (20 anni);
Rosario Muraca, 8 anni e 2 mesi di reclusione (10 anni, 2 mesi);
Marco Cosimo Passalacqua, 5 anni, 5 mesi e 10 giorni (8 anni, un mese, 10 giorni, 4000 euro di multa);
Salvatore Luca Torchia, 3 anni, 6 mesi e 20 giorni (8 mesi, 20 giorni);
Claudio Vescio, 6 anni, 9 mesi e 20 giorni (8 anni, un mese, 10 giorni);
Saverio Torcasio ’75, 4 anni, m due mesi e 22mila euro di multa (5 anni, 6 mesi, 30mila euro di multa);
Davide Belville, 6 anni, 2 mesi e 6000 euro di multa (6 anni, 3 mesi, 10 giorni, 6000 euro di multa);
Pasquale Caligiuri, 9 anni, 9 mesi e 10 giorni (10 anni, 10 giorni);
Antonio Saladino, 10 anni, un mese, 10 giorni (10 anni, 3 mesi, 10 giorni);
Rosario Franceschi, 8 anni, 9 mesi (8 anni, 10 mesi);
Maurizio Caruso, 4 anni, 2 mesi e 20mila euro di multa (5 anni, 6 mesi, 30mila euro di multa);
Luigi Vincenzini, 8 anni di reclusione (8 anni, un mese, 10 giorni).
Assolti Antonio Mazza (5 anni, un mese, 20 giorni, 8000 euro di multa in primo grado) difeso dagli avvocati Giusy Caliò e Gianluca Careri; Paolo Stangis (2 anni 4 mesi in primo grado), difeso dall’avvocato Pino Spinelli; Mattia Mancuso (2 anni, 8 mesi, in primo grado); Guglielmo Mastroianni (1 anno, 9 mesi, 10 giorni, 8000 euro di multa), difeso dall’avvocato Antonio Larussa; Vincenzo Catanzaro (5 anni, 6 mesi, 20 giorni, 4000 euro di multa in primo grado); Antonio Perri (un anno, 9 mesi, 10 giorni e 8000 euro di multa in primo grado) difeso da Giusy Caliò; Mattia Mancuso, (2 anni, 8 mesi in primo grado), difeso dall’avvocato Salvatore Cerra.
Nel collegio difensivo gli avvocati Francesco Gamberdella, Lucio Canzoniere, Domenico Villella, Teresa Bilotta, Sergio Rotundo, Antonio Larussa e Giuseppe Di Renzo.
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