CATANZARO «Ritengo alquanto l’episodio accaduto ieri nell’aula bunker di Lamezia Terme, dove si sta svolgendo il maxi processo “Rinascita Scott”. Mi riferisco al fermo e al modo brusco con il quale è stata trattata la brava e giovane giornalista del Corriere della Calabria, corrispondente Ansa, che stava soltanto svolgendo il proprio lavoro e cercava di fare quel poco che ai giornalisti, purtroppo, è concesso in quell’aula, cioè fotografare». Ad affermarlo, in una nota, il testimone di giustizia Rocco Mangiardi che aggiunge che «la giornalista Alessia Truzzolillo non soltanto è una tra le giornaliste più serie e in prima linea che abbiamo in Calabria ma, è anche una tra le più accreditate. Ritengo ingiustificabile il comportamento del capo scorta in borghese che l’ha bruscamente strattonata, prendendole il telefonino e intimandola di uscire fuori dall’aula. Sono le mafie che dobbiamo contrastare, non i giornalisti».
«Ritengo, quindi – sostiene ancora Mangiardi – che le scuse per questo triste episodio siano urgenti e necessarie e aggiungo il mio grazie a tutti i giornalisti che, come Alessia Truzzolillo, mettendo a rischio anche loro della propria vita, con i pochi mezzi che hanno, divieto di pubblicazioni video e divieto di registrazioni audio, si prodigano nel darci le tante informazioni su questo importantissimo processo e su tanto altro».
x
x