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La protesta

Recovery fund, i sindaci dell’Alto Jonio: «Nessun parlamentare calabrese ha contestato le scelte»

La delusione di Mundo, Colotta, Introcaso, Ranu e Pandolfi alla manifestazione romana contro le decisioni adottate dal governo

Pubblicato il: 28/04/2021 – 22:00
Recovery fund, i sindaci dell’Alto Jonio: «Nessun parlamentare calabrese ha contestato le scelte»

TREBISACCE I sindaci di Trebisacce, Franco Mundo, di Oriolo, Simona Colotta di Montegiordano, Rocco Introcaso, di Rocca Imperiale, Giuseppe Ranù e di Nocara, Maria Antonietta Pandolfi, hanno partecipato a Roma alla manifestazione di protesta contro le scelte relative al Recovery fund adottate dal governo ed esprimono rammarico e delusione rispetto alle aspettative che si erano create.
La delusione, secondo i sindaci, deriva, non solo dalla riduzione degli investimenti nel sud, limitati al 40%, anziché nella misura del 60%, così come previsto dalle linee guida della Comunità Europea, ma soprattutto perché ancora una volta tutte le aspettative sono state tradite.
«Il nord della Calabria, in particolare lo Ionio – è parere dei sindaci – non è stato destinatario di alcun intervento strutturale che potesse contribuire a migliorare lo sviluppo del comprensorio. Non è previsto alcun intervento né per quanto riguarda la mobilità stradale di collegamento con le aree interne né l’ammodernamento della ferrovia ionica con previsione dell’alta velocità che colleghi Sibari a Metaponto-Taranto-Bari. La cosa grave è che in tale contesto escluso il sen. Magorno, nessuno dei parlamentari o degli esponenti politici calabresi regionali ha contestato le scelte operate dal governo. Ancora una volta la fascia ionica e le aree interne vengono penalizzate e relegate ai margini, non solo dell’Italia, ma della Calabria. A nulla sono valse le manifestazioni e le proteste di questi giorni. Il Parlamento e il Governo, a trazione nordista, sono rimasti sordi rispetto alle richieste formulate dai sindaci, mortificando ancora una volta un importante territorio, lasciando inalterato il divario nord/sud».
Insomma, a detta dei primi cittadini, «si pone un problema di rappresentanza politica che riesca a porre al centro dell’attenzione questo importante comprensorio della Calabria. Se non cresce il mezzogiorno non cresce neanche l’Italia».

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