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«Lamezia, città che muore»

«Le dimissioni del Segretario Generale del comune di Lamezia Terme, Pasquale Pupo, sono un segnale grave che non può lasciare la politica indifferente e muta. Porsi la questione dell’Ente dal punt…

Pubblicato il: 28/04/2021 – 18:54
di Annita Vitale e Lidia Vescio
«Lamezia, città che muore»

«Le dimissioni del Segretario Generale del comune di Lamezia Terme, Pasquale Pupo, sono un segnale grave che non può lasciare la politica indifferente e muta. Porsi la questione dell’Ente dal punto di vista della burocrazia, come luogo deputato dell’azione amministrativa, è diventata la precondizione di qualsiasi altro ragionamento, assolutamente inutile se non si affronta questa criticità. La Città vive da tempo un’odissea, un percorso tortuoso che rischia di proiettarla tra i “malati cronici” regionali, se non del tutto nazionali, in un quadro che si aggrava sempre di più e che rende progressivamente più incerto il futuro dei suoi cittadini, di noi concittadini, che guardano inermi a quanto accade sotto i loro occhi. Dopo la sentenza del Tar che ha annullato il verbale dell’Ufficio elettorale centrale di proclamazione degli eletti alla carica di sindaco e alla carica di consiglieri comunali per illegittime operazioni elettorali svoltesi nelle sezioni 2, 44, 73 e 78, il Comune di Lamezia ha subito, purtroppo, l’ennesimo commissariamento. Nessuna politica a guidarne i passi, a gestirne la malattia, a tentarne la salvezza. Nuovamente un enorme vuoto di governance in un quadro di massima difficoltà della macchina burocratica: uffici vuoti, interi settori privi di personale, scrivanie vacanti sono l’esempio plastico di una macchina comunale che ha finito il carburante e ha urgenza di tracciare una prospettiva seria di rilancio dell’Ente, che vada aldilà dei propri confini territoriali, che chieda aiuto perché malata, che provi a dialogare con lo Stato circa soluzioni e strade da percorrere. In quest’ottica l’ennesima postazione vacante, questa volta di una figura di spicco, il segretario generale, allarma molto e pone l’attenzione sul tema della riorganizzazione dell’Ente che non è più rinviabile e che deve essere posta al primo punto di qualsiasi agenda politica cittadina. Ed è paradossale, a tratti bizzarro, assistere al dibattito nazionale sulla sburocratizzazione, quando a Lamezia è la quasi totale mancanza di burocrazia, come presupposto minimo per guidare un Ente complesso come il nostro, ad essere il primo punto da affrontare per uscire da questa quasi immobilità amministrativa, non dovuta certo al personale in servizio, ma ad un problema cronico e mai affrontato in forma strutturata: il problema dell’organico comunale e delle sue possibili soluzioni, sollevato più e più volte dai sindacati ed in particolare dal Segretario Generale Uil-FPL Bruno Ruberto, che non ha mai trovato, però, un vero punto di confronto con le forze politiche che hanno guidato l’Ente, fino al commissariamento, e che ha, anzi, incontrato resistenze e respingimenti. La situazione è senza precedenti e Lamezia è diventata, purtroppo, l’emblema di una città che agonizza e muore ogni giorno un po’ di più. Una volta per tutte dobbiamo provare a gettare il sasso oltre lo stagno, a costruire una visione di Città aperta e pronta a trainare lo sviluppo del resto della Calabria. Nei prossimi mesi ci troveremo a gestire risorse di un PNRR che influenzeranno le politiche dei prossimi decenni in materie fondamentali come infrastrutture, ambiente, salute. Come possiamo immaginare la nostra Città, in questo stato, a guidare tali processi o anche soltanto a coglierli come opportunità di sviluppo per sé? Ci vorranno competenze specifiche e non sterili balletti e auto dichiarazioni di assoluzione! Dove vogliamo andare? E soprattutto COME andremo dove? A questa domanda la Politica deve rispondere adesso, o un altro treno passerà e Lamezia da malata cronica rischierà di morire per sempre!»

Componenti Segreteria Provinciale PD

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