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La protesta

Vertenza Sant’Anna Hospital, nuovo sit-in per salvare la clinica – FOTO

Circa 200 lavoratori e pazienti in piazza a Catanzaro per chiedere il passo indietro all’Asp. «Siamo qui per difendere il futuro del centro»

Pubblicato il: 28/04/2021 – 12:49
Vertenza Sant’Anna Hospital, nuovo sit-in per salvare la clinica – FOTO

CATANZARO Circa 200 tra lavoratori e pazienti del Sant’Anna Hospital di Catanzaro sono scesi in piazza questa mattina per un sit-in di protesta per salvaguardare la clinica, struttura d’eccellenza nella cura delle patologie cardiovascolari oggi a rischio chiusura dopo che l’Asp di Catanzaro ha deciso di non sottoscrivere il contratto per il 2020. «Siamo qui – ha detto il direttore sanitario del Sant’Anna Hospital, Soccorso Capomolla – per proseguire la battaglia civica iniziata il 23 dicembre, quando siamo stati buttati fuori e in modo irregolare dal Sistema sanitario regionale. Ci siamo rientrati grazie alla nostra regolarità organizzativa, gestionale e tecnologica e siamo stati riaccreditati, siamo di nuovo nel Sistema sanitario, ma abbiamo necessità di avere un contratto perché l’unico nostro fornitore per legge è l’Asp di Catanzaro, e se non abbiamo un contratto non possiamo andare avanti. Chiediamo quello che la legge ci attribuisce, vale a dire una contrattazione per erogare prestazioni a elevata complessità, cosa che ci viene puntualmente negata».


«E questo – ha specificato Capomolla –  è un grande problema per l’intera sanità calabrese perché noi assorbiamo il 35% dei Lea cardiovascolari con interventi per avere i quali i cittadini sarebbero costretti a emigrare». Molti gli striscioni messi in mostra dai manifestanti per evidenziare la gravità della situazione: “Chiude il Sant’Anna arrivano gli sciacalli”, “Né mafia né massoneria il Sant’Anna è casa mia”, “Siamo il cuore della sanità calabrese”, sono stati quelli più significativi.
Nel mirino delle critiche soprattutto la commissione straordinaria dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro: «Siamo convinti – ha proseguito Capomolla –  che ci sia un disegno perverso, scientifico di far chiudere il Sant’Anna. Lo desumiamo non da mie e nostre illazioni ma da fatti concludenti, come il fatto che abbiamo avuto il riaccreditamento con il Dca numero 49 del commissario ad acta della sanità calabrese ma l’Asp di Catanzaro non dà seguito a questo Dca».

Ma non solo, Capomolla ha elencato le “anomalie” che ci sarebbero state: «Il fatto che l’Asp di Catanzaro ha fatto una richiesta formale di acquisto delle stesse nostre prestazioni fuori dal territorio provinciale – ha detto ancora il direttore – il fatto che abbiamo inviato ben 33 Pec per avere un incontro con la commissione straordinaria dell’Asp che però non ci ha mai risposto, contravvenendo a un dovere di ufficio».

Il sindacato al fianco dei lavoratori


Al fianco dei lavoratori e dei pazienti del Sant’Anna Hospital anche il sindacato Usb, presenti anche esponenti politici come il consigliere regionale Francesco Pitaro, che nei giorni scorsi ha presentato una mozione a sostegno della clinica sottoscritta da tutti i gruppi e approvata dal Consiglio regionale. E’ purtroppo risaltata, ancora una volta, l’assenza delle istituzioni della città di Catanzaro, in primo luogo quelle comunali, e anche di gran parte della popolazione del capoluogo.  Molto toccante la testimonianza di un paziente della clinica catanzarese, che ha raccontato la sua storia, Emilio Mastroianni, di Lamezia Terme: «Nel 2019 al Sant’Anna di Catanzaro mi hanno sostituito due valvole e sto seguendo un percorso di riabilitazione, ma se la clinica chiude – ha detto – dove vado a curarmi? La sopravvivenza del Sant’Anna è una questione di umanità e di giustizia sociale». (a. c.)

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