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Il caso

Pfizer ai 18enni a Cariati, la preside: «Nulla di immorale». Il medico scarica le responsabilità – VIDEO

L’operatrice che ha inoculato le dosi: «Ho fatto quello che mi è stato chiesto, mi hanno passato una lista». Aiello: «Utilizzati i vaccini in esubero»

Pubblicato il: 29/04/2021 – 17:37
di Luca Latella
Pfizer ai 18enni a Cariati, la preside: «Nulla di immorale». Il medico scarica le responsabilità – VIDEO

CARIATI Il bubbone è ormai scoppiato. Il caso creatosi attorno alla vaccinazione di una sessantina di maturandi 18enni di Cariati (ne abbiamo parlato qui) ha spazzato via come uno tzunami etica e morale.
E se da una parte la preside del Liceo Scientifico “Stefano Patrizi” ha avuto la «possibilità di sfruttare alcuni esuberi» al centro vaccinale di Cariati per somministrare ai ragazzi una dose di vaccino – quindi a soggetti certamente non rientranti nelle categorie aventi diritto – dall’altra ha evidentemente ricevuto una risposta affermativa da parte del responsabile del centro vaccinale. E così domenica scorsa, dopo un iter iniziato il 19 aprile scorso con la compilazione di un form con cui la scuola chiedeva l’assenso dei ragazzi a farsi vaccinare, al nutrito gruppo di maturandi è stata somministrata una dose del “prezioso” Pfizer, siero per il quale migliaia di persone sono in fila da mesi. Ma non a Cariati, a sentire il racconto della dirigente scolastica, secondo la quale gli studenti avrebbero approfittato di un vaccino che sarebbe stato smaltito perché in scadenza.
In tutto questo bailamme la responsabile del centro vaccinale si è trincerata dietro la porta del suo ufficio, all’ospedale “Cosentino”, schivando ogni sorta di richiesta di spiegazioni. Ha parlato al telefono, invece, l’operatrice che fisicamente ha inoculato le dosi di Pfizer ai ragazzi, tirandosene sostanzialmente fuori. «Mi hanno fornito una lista di nomi ed io ho fatto semplicemente il mio lavoro» dice. A domanda precisa su chi abbia dato l’assenso e “passato” la lista, ha confermato l’intervento della responsabile del centro vaccinale.
Ancor più in alto, nella scala gerarchica, il direttore sanitario dell’Asp, Martino Rizzo, già ieri ha dichiarato di non saperne assolutamente nulla, così come il direttore del distretto sanitario, Antonello Graziano che ha ricondotto la storia nelle responsabilità dei singoli.
Fonti attendibili, fra l’altro, aggiungono che quel giorno – domenica scorsa – oltre ai maturanti, più di qualche altro giovane sia riuscito a ricevere una somministrazione, a quanto pare con i soliti e calabri metodi, evidentemente molto in voga a queste latitudini, dell’essere “figlio di…”.

Aiello: «Nulla di eticamente scorretto»

La dirigente scolastica del Liceo “Patrizi”, Sara Giulia Aiello, al Corriere della Calabria ha raccontato «non la sua versione dei fatti» ma i «fatti». L’intervista integrale alla dirigente andrà in onda domani sera dalle 21, nel corso del talk de L’Altro Corriere Tv, “Un eco dallo Jonio” .

«Con il centro vaccinale ho avuto diverse interlocuzioni – ha detto – per programmare la campagna del personale docente e Ata. In uno di questi contatti è venuto fuori che ci sarebbe potuta essere la possibilità di sfruttare alcuni esuberi di vaccini. Vista l’imminente riapertura delle scuole e degli esami di maturità, si è palesata l’opportunità di vaccinare i ragazzi. La scelta ha un significato profondo: mettere in sicurezza gli esami, i ragazzi, ma anche le famiglie. Per prima cosa ho chiesto al centro se quei vaccini fossero destinati agli aventi diritto, ai soggetti fragili e se le liste di prenotazione fossero esaurite. In quel momento non è stata fornita alcuna risposta ma offerta la possibilità di un monitoraggio».
E così la preside ha chiesto disponibilità ai ragazzi attraverso un questionario inviato on line con Google Doc, dal titolo “IIS Cariati Monitoraggio eventuale giornata di vaccinazione over 18.

«I ragazzi che hanno offerto la disponibilità a ricevere la vaccinazione – è andata avanti la dirigente dell’Istituto di istruzione superiore – sono stati circa 60. Ho comunicato l’elenco all’equipe ed atteso una eventuale comunicazione, giunta poi sabato scorso, il giorno prima delle somministrazioni. Ho anche chiesto conferma se quelle dosi sarebbero andate perdute».
Evidentemente, qualcuno ha autorizzato una prassi non conforme a quanto stabilito dall’ufficio del commissario nazionale all’emergenza Covid, alle disposizioni della Regione e della stessa Asp di Cosenza. «Non è mio compito verificare chi ha autorizzato – risponde Aiello – ho solo voluto guardare al lato positivo che non è certamente quello di puntare il dito contro un diciottenne ma diffondere la pratica della vaccinazione se quelle dosi non si fossero sprecate».
La campagna vaccinale “improvvisata” ha creato non poco malumore ed acceso i fari della ribalta su tutta la campagna che in Calabria, come conferma il caso Cariati, sembra fare acqua da tutte le parti, se è vero com’è vero che altri centri vaccinali aprono a singhiozzo – come nel caso di Corigliano Rossano dei giorni scorsi – per mancanza di prenotati, nonostante la disponibilità dei vaccini. «Mi dispiace molto – ha chiosato la preside – che queste vaccinazioni siano state interpretate come immorali. L’immoralità è vedere sprecare quei vaccini. I ragazzi hanno chiesto se fossero destinati ad altri e solo dopo questa rassicurazione si sono sottoposti alla somministrazione. C’è stato senso di responsabilità, consapevolezza e senso etico nel rispetto dell’altro, come c’è stato senso etico a predisporre sicurezza attorno agli esami di Stato».

L’operatrice: «Ho fatto quanto mi è stato richiesto»

Una telefonata – anche questa andrà in onda integralmente domani sera alle 21 a “Un Eco dallo Jonio” – all’operatrice che ha inoculato le dosi di Pfizer nelle braccia dei ragazzi è stata è utile a chiudere il cerchio.
«Mi hanno fornito questo elenco. Chi me lo ha passato? Ma voi sapete già le risposte – ha detto testualmente -. Com’è andata la storia? Sono stati vaccinati dei ragazzi che dovevano fare l’esame di maturità, punto. Non faccio il giudice, non sono io a decidere se è giusto o no, è stato fatto, ne prenda atto. Sono stati vaccinati 63 ragazzi. Sarebbero andati perduti – ha raccontato al telefono l’operatrice che fisicamente ha somministrato le dosi – io so così. I medici di base hanno fatto un casino perché non hanno messo in elenco le persone che dovevano essere vaccinate, qualcuno lo ha fatto, altri no, quindi non avevamo richieste. Noi stampiamo un elenco che viene dalla piattaforma e dal pc, non ci inventiamo nulla. Mentre se per AstraZeneca è stata fatta una vaccinazione su base volontaria con le dosi rimaste dagli insegnanti che hanno rifiutato (nei giorni scorsi, ndr), con gli altri vaccini c’è la piattaforma».
«Se il medico di base non presenta la domanda, noi cosa ci possiamo fare? Quei ragazzi – ha sottolineato l’operatrice – diritto non ne avevano. Io per andare a fare un concorso ho dovuto fare un tampone molecolare. Se questo preside ha voluto che gli studenti fossero vaccinati io non ci posso fare niente. Quelle dosi sarebbero andate buttate. Non so se si è infilato qualcun altro». Gli abbiamo chiesto se sia stato il suo superiore a fornire la lista dei vaccinati, la risposta è sibillina: «Esatto».
«Ma io non lo so chi l’ha fatta questa forzatura. Non sono né il direttore sanitario né il responsabile del centro vaccinale, ne ad Igiene. Non lo so chi è, non so neanche quante dosi abbiamo, o quale farmaco abbiamo a disposizione. Chi lo gestisce non lo so, Cosenza (l’Asp, ndr), Rossano (il distretto sanitario, ndr), non lo so».

L’Asp ha acquisito gli elenchi

L’azienda sanitaria provinciale, intanto, ha provveduto ad acquisire gli elenchi e ad avviare un’indagine interna, per poi valutare se segnalare il caso all’autorità giudiziaria. Lo ha dichiarato questa mattina il commissario La Regina. Nel frattempo, però, da quanto appreso l’Asp non ha assunto alcun provvedimento (l.latella@corrierecal.it)

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