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L’esortazione

Caso S. Anna, Pitaro a Spirlì: «Se i ministri la snobbano andiamo tutti a Roma»

Il consigliere regionale: «Stringiamo i tempi e mettiamo fine alle ostilità dell’Asp di Catanzaro verso un’eccellenza sanitaria»

Pubblicato il: 30/04/2021 – 7:25
Caso S. Anna, Pitaro a Spirlì: «Se i ministri la snobbano andiamo tutti a Roma»

CATANZARO «Stringiamo i tempi, mettiamo fine alle ostilità dell’Asp di Catanzaro verso una struttura sanitaria d’eccellenza. Per chi è abituato a salvare vite e per chi ha necessità di cure cardiologiche, il tempo che scorre inutilmente produce danni, guasti e frustrazioni. Non è giusto. Questo è un modo sprezzante di amministrare la cosa pubblica, disumano, che contrasta con il diritto alla salute dei cittadini di rango costituzionale». Lo dice il consigliere regionale Francesco Pitaro, secondo cui «L’approvazione in Consiglio regionale della mozione per salvare il Sant’Anna ha impegnato il presidente Spirlì a rivolgersi direttamente ai Ministeri della Salute e dell’Interno, perché avochino il procedimento della contrattualizzazione 2021 della clinica e/o rimuovano la triade commissariale che si è fin qui adoperata per distruggere un patrimonio scientifico universalmente apprezzato. Lo stesso Commissario per la sanità, che ha già proceduto ad accreditare la struttura, ha assunto in Consiglio impegni precisi per consentire al Sant’Anna di riprendere le attività. Adesso, però, ci si attivi con l’energia che la situazione esige per chiudere una vicenda che rischia di mortificare le 300 professionalità del Sant’Anna e di acuire la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni». Aggiunge Pitaro: «Caro presidente Spirlì, se i Ministri snobbano le sue formali segnalazioni o, sottovalutando l’argomento, non dimostrano l’attenzione che la Calabria merita, è necessario che sia lei ad andarli a trovare e, se lo ritiene, saremo in tanti a bussare a quei Ministeri. Questa è una battaglia per il Sant’Anna, i suoi 300 dipendenti e per il diritto alla salute. Ma ormai, per come la vicenda è andata configurandosi (il rischio di cancellare un pezzo di sanità che funziona, lo sprezzo di un sistema burocratico per i lavoratori, i pazienti e le istituzioni democratiche, nonché i paventati tentativi di speculatori pronti ad accaparrarsi la clinica una volta messa all’angolo) trascende il caso specifico, per diventare una battaglia di democrazia e di civiltà».

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