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È lecito staccare la spina al Sant’Anna?

La lunga e travagliata storia societaria del Sant’Anna è segnata da una faida familiare che – come nel romanzo di Warren Adler “La guerra dei Roses” – si ricompone per poi scomporsi e sfociare in …

Pubblicato il: 30/04/2021 – 17:05
di Paola Militano
È lecito staccare la spina al Sant’Anna?

La lunga e travagliata storia societaria del Sant’Anna è segnata da una faida familiare che – come nel romanzo di Warren Adler “La guerra dei Roses” – si ricompone per poi scomporsi e sfociare in lotte senza esclusione di colpi.
L’epilogo invece è quello che conosciamo tutti: l’interdizione del management inflitta da quel “cuore matto” della Procura di Catanzaro per “truffa aggravata e continuata ai danni del Servizio sanitario, frode nelle pubbliche forniture” e non solo.
Il resto è la cronaca di questi giorni fatta di rimpalli di responsabilità, recriminazioni, contraddizioni, distorsioni, inadeguatezza, interferenze e comportamenti sconsiderati a discapito (manco a dirlo sic!) di chi il mal di cuore ce l’ha già e di chi rischia di farselo venire.
Archiviata infatti la pratica dell’accreditamento – costata mesi di estenuanti trattative tra l’Asp e la clinica catanzarese – il nodo che non si vuole sciogliere, ora, è quello della sottoscrizione del contratto per l’annualità in corso cui si aggiunge quello relativo allo scorso anno che, nei fatti, si potrebbe tradurre nel mancato riconoscimento di 30 milioni di prestazioni già effettuate ed in uno stato di coma irreversibile per il Sant’Anna.
Ed è proprio in questo clima di incertezza e tensione che si consuma – nella sostanziale indifferenza della politica (quella che conta) e nel silenzio assordante dell’altra politica – la tragedia nella tragedia: il destino dei 300 dipendenti del Sant’Anna, sfiancati dalle continue, accese e inutili proteste perché sull’orlo del baratro.
Che fine ha fatto il proverbiale orgoglio catanzarese? Dov’è finito quel campanilismo esagerato sbandierato ogni piè sospinto? Perché la pavida politica catanzarese non ha nulla da dire in una vicenda dai contorni paradossali? Perché la posizione inflessibile ed intransigente della triade commissariale che sembra intenzionata a far chiudere i battenti ad una rara eccellenza sanitaria calabrese?
Sì perché se persino il super poliziotto Longo – in qualità di Commissario della sanità calabrese – non ha dubbi sul fatto che il Sant’ Anna non debba chiudere, a chi giova allora?

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