FIRENZE Nessuna contaminazione da keu nei primi 14 pozzi controllati da Arpat lungo la strada regionale 429 Empolese Valdesa, finita al centro dell’inchiesta sui rifiuti delle concerie, che ha fatto emergere le infiltrazioni della ‘ndrangheta sul cantiere toscano. La Dda di Firenze in una retata, connessa a un’ulteriore operazione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, aveva arrestato 23 persone lo scorso 15 aprile per inquinamento ambientale, narcotraffico internazionale, estorsione ed illecita concorrenza, tutti aggravati sia dall’agevolazione che dal metodo mafioso in favore di potenti cosche di ‘ndrangheta. Secondo quanto riporta Repubblica i primi controlli condotti da Arpat non hanno rilevato tracce di keu, ovvero del materiale che deriva dagli scarti di lavorazione delle concerie, nei pozzi che si trovano nelle vicinanze della zona sotto indagine, l’Empolese Valdesa. Dunque lo stato delle acque da questi primi check non risulta compromesso ma al momento ad Arpat sono pervenute altre 51 richieste di campionamento, quasi esclusivamente dalla zona Empolese (Firenze) e 4 dalle altre aree interessate dal potenziale inquinamento dovuto all’utilizzo dei materiali contenenti il cosiddetto Keu, ovvero a Peccioli (Pisa) e Bucine (Arezzo).
Le analisi effettuate dai laboratori di Arpat – riporta Repubblica – «hanno riguardato la ricerca di 19 metalli. Si tratta di uno screening ambientale, che non equivale ad una valutazione sulla potabilità delle acque, disciplinata dalle norme vigenti in ambito sanitario. Le concentrazioni dei metalli considerati indicatori del potenziale impatto dovuto alla presenza di materiale riciclato contenente Keu (cromo e antimonio) presentano sempre valori inferiori alle soglie di contaminazione stabiliti dalla norma per le acque sotterranee. In particolare le concentrazioni di cromo totale (limite 50 micro g/litro), somma del cromo trivalente e di quello esavalente, sono risultate minori di 2 micro g/litro quindi anche inferiori alla soglia per il cromo esavalente, pari a 5 micro g/litro, che – di conseguenza – non è stato necessario analizzare».
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