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Processo “Terramara Closed”, concessi i domiciliari ad Italia Zagari

La donna era accusata di essere affiliata alla cosca Zagari-Fazzalari-Sposato con il ruolo di mantenere rapporti con gli altri affiliati

Pubblicato il: 01/05/2021 – 15:45
Processo “Terramara Closed”, concessi i domiciliari ad Italia Zagari

REGGIO CALABRIA La Corte di Appello di Reggio Calabria (Filippo Leonardo presidente e Adriana Trapani e Anna Laura Ascioti consiglieri), accogliendo l’istanza dei difensori Antonino Napoli e Guido Contestabile, ha concesso gli arresti domiciliari a Italia Zagari. La donna era stata arrestata, nell’ambito del processo Terramara Closed condotta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, con l’accusa affiliata della cosca Zagari-Fazzalari-Sposato con il ruolo di partecipe con il compito di mantenere rapporti con gli altri affiliati alla cosca ed in particolare con l’uomo fidato del latitante Ernesto Fazzalari, di cui è cognata, Rettura Domenico, tramite cui comunicava con il boss e ne riceveva disposizioni e direttive, realizzando un sofisticato flusso comunicativo, consistente nello scambio di materiale e di messaggi per eludere le investigazioni tese alla cattura del ricercato. A tal fine, secondo l’accusa, avrebbe accompagnato sistematicamente la sorella Zagari Rosa agli “incontri” con Rettura Domenico; più precisamente unitamente alla sorella Zagari Rosa in varie occasioni avrebbe consegnato delle buste o le avrebbe ricevute a sua volta, destinate o provenienti dal latitante; con compiti di supporto alla sorella, storica compagna del latitante, nei suoi spostamenti per raggiungere il covo di Ernesto Fazzalari, in coordinamento con gli altri sodali della cerchia che si occupavano della sua latitanza, fungendo da “accompagnatrice” la sera del 24 giugno 2016, quando fu ideato e messo a punto un piano per “trasferire” Zagari Rosa da Taurianova a Molochio, nell’appartamento del compagno dove è stato arrestato il successivo 26.06.2016. All’esito del primo grado era stata condannata con il ruolo di partecipe della cosca mentre, a conclusione del processo di appello, la Corte ha derubricato il reato contestato in quello meno grave di concorso esterno, condannandola ad 8 anni di reclusione. La difesa, rappresentata dagli avvocati Antonino Napoli e Guido Contestabile, stante riqualificazione giuridica del fatto contestato in concorso esterno, in ragione evidentemente della minore rilevanza penale della condotta della Zagari ed in ragione della giurisprudenza della Suprema Corte secondo la quale in tema di misure cautelari il reato di concorso esterno non è assimilabile a quello di partecipazione ad associazione mafiosa ai fini della presunzione di adeguatezza della sola custodia in carcere, ha chiesto la scarcerazione della propria assistita. La Corte di Appello, accogliendo le argomentazioni difensive e ritenendo che effettivamente la sentenza conclusiva del processo di appello ha sancito un ridimensionamento dei profili di responsabilità dell’imputata, attraverso la riqualificazione della condotta di partecipazione ad associazione mafiosa, alla stessa ascritta, in ipotesi di concorso esterno, su parere conforme del Procuratore Generale, ha scarcerato la Zagari concedendole gli arresti domiciliari.

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