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Sant’Anna, il Cda all’attacco: «Ecco tutte le irregolarità dell’Asp di Catanzaro»

Gli amministratori della clinica a rischio chiusura elencano «atti e fatti concludenti» compiuti dall’azienda sanitaria ai danni della struttura

Pubblicato il: 01/05/2021 – 13:25
Sant’Anna, il Cda all’attacco: «Ecco tutte le irregolarità dell’Asp di Catanzaro»

CATANZARO «L’ostinata contrarietà dell’Azienda sanitaria di Catanzaro, dimostrata da atti e fatti concludenti, sta portando alla distruzione di una clinica, alla disperazione di almeno 300 famiglie di lavoratori, all’umiliazione di tutto il personale medico, paramedico ed amministrativo». Lo scrive il Cda del Sant’Anna Hospital di Catanzaro, che oggi ha preso parte alla mobilitazione davanti la clinica per «affermare la vicinanza ai lavoratori che stanno conducendo una battaglia di civiltà a favore della comunità calabrese». «Ci preme, proprio oggi 1 Maggio festa dei lavoratori, evidenziare il paradosso che stiamo vivendo: Sant’Anna Hospital unica struttura sanitaria al mondo che, in piena pandemia, tiene in cassa integrazione il proprio personale», prosegue il Cda della struttura chiedendosi «quante sono le persone alle quali stiamo vietando di ricevere cure e interventi salvavita? Quante sono le morti che il S. Anna in questi 5 mesi di blocco forzato avrebbe potuto evitare?».

«Atti e fatti concludenti contro di noi»

In una lunga nota il Cda del Sant’Anna contesta all’Asp di Catanzaro una serie di «atti e fatti concludenti» il cui obiettivo per il management della clininica, è la chiusura della clinica catanzarese: «Mancata risposta e riscontro alle 33 Pec con le quali è stato, ripetutamente, chiesto un incontro alla triade commissariale che gestisce l’Asp; pec inviate a partire dal 6 ottobre 2020; illegittimi provvedimenti che disponevano “il divieto di erogare prestazioni con oneri a carico del Ssr” inviato dalla commissione straordinaria e direzione strategica Asp Catanzaro il 23 e 28 dicembre 2020, provvedimento cassato dal Tar Catanzaro; mancata stipula contratto per il 2020 che in sostanza significa diniego al pagamento di prestazioni regolarmente rese per tutto il 2020, circa 24 milioni di euro… E’ del 2 marzo 2021 la sentenza 460 che “obbliga” giuridicamente l’ASP di Catanzaro a concludere l’iter finalizzato alla contrattualizzazione La triade commissariale – ricostruisce ancora il Cda del Sanrt’Anna – ha adottato la deliberazione 443 del 13 aprile 2021 con la quale, in maniera perentoria, sulla scorta di una motivazione del tutto avulsa dal contesto e dagli elementi necessari per poter validamente operare nel settore ospedaliero, senza alcuna correlazione, quindi, con il provvedimento finalizzato alla stipula del contratto, ha deciso “di non sottoscrivere il contratto …sino al completo chiarimento della situazione ancora sub judice, al fine di non perpetuare un eventuale, ulteriore, gravissimo danno economico-finanziario all’Aps di Catanzaro e al Servizio Sanitario della Regione Calabria”. Il motivo posto a base dell’“atto” che conclude il “procedimento amministrativo” non è la mancanza dei requisiti (ci mancherebbe altro, dopo aver ottenuto il rinnovo dell’accreditamento!), ma il “decreto di citazione in giudizio 2150/2019 Gip in cui l’Asp è parte offesa”. Concludere il procedimento “ordinato” dal Tar con la decisione di “non sottoscrivere il contratto per l’anno 2020 sino al completo chiarimento della situazione ancora sub judice”, significa, nei fatti e in concreto, decretare la “morte” della struttura. Ciò in assenza di qualsiasi riferimento normativo, sia regionale che nazionale, che vieta ad una azienda, seppure indagata, di poter contrarre con la Pubblica Amministrazione. In merito alla vicenda giudiziaria si fa rilevare che il management è completamente rinnovato in tutte le sue componenti e formato da figure di indubbia moralità onorabilità e professionalità».

Il nodo della contrattualizzazione 2021

Con riferimento alla contrattualizzazione per il 2021 (il Sant’Anna è stato convocato dall’Asp il 21 maggio), il Consiglio d’amministrazione della clinica evidenzia che «con Dca 49 del 19 marzo 2021 la Regione Calabria ha definito i livelli massimi di finanziamento alle Asp per l’acquisto di prestazioni erogate dalla rete di assistenza ospedaliera privata accreditata, assegnando all’Asp di Catanzaro un budget in linea con le annualità precedente e che comprende anche il volume di prestazioni storicamente erogate dal Sant’Anna Hospital. La stessa Asp nel proprio bilancio di previsione inserisce a tale titolo e nel capitalo di competenza delle prestazioni rese dalle case di cura privata, la somma nel proprio documento programmatorio ed autorizzativo della propria spesa per l’esercizio 2021 . L’Asp ha però ritenuto, nonostante il vincolo programmatorio di spesa e in difformità tutta la normativa di riferimento, di “esperire una manifestazione di interesse” ancora in corso finalizzata alla “vendita” delle prestazioni fin qui rese del Sant’Anna».

«Altre irregolarità dell’Asp di Catanzaro»

Il Cda del Sant’Anna elenca altre vicende che a suo dire configurano «altre irregolarità» dell’Asp di Catanzaro: «L’Asp – sostengono gli amministratoti della clinica – si è rifiutata di pagare a Villa Sant’Anna SpA la somma di euro 6.433.274,57 definitivamente maturata a seguito di sentenza passata in giudicato. Trattasi di un credito a fronte di prestazioni risalenti all’anno 2002 ed oggetto della sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro, oramai passata in giudicato e che l’Asp ha ritenuto di non eseguire. L’Asp ha rifiutato di restituire somme, precedentemente oggetto di pignoramento, per euro 1.532.596,06. Ciò in ossequio all’srdinanza del 23 novembre 2020 del giudice dell’esecuzione del Tribunale di Catanzaro con cui è stato disposto lo svincolo delle somme pignorate presso il terzo debitore. L’Asp di Catanzaro, ha ritenuto di non dare seguito alla disposizione del Giudice rifiutandosi di eseguire il dovuto pagamento.
Anche in questo caso l’atteggiamento è incomprensibile poiché trattasi di somme trattenute in “custodia” dall’Asp e illegittimamente non svincolate. Il potenziale danno per le casse dell’Erario è facilmente riscontrabile».
In conclusione il Cda del Sant’Anna «non può che esprimere forte determinazione nella difesa di diritti lesi, per i quali continuerà a lottare in ogni sede, fiduciosi che, prima o poi, sarà fatta piena luce sulle responsabilità, private e pubbliche, di chi ha portato la struttura al collasso».

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