CARIATI La “campagna” vaccinale aperta ai 18enni maturandi di Cariati sta lasciando il segno. Nel corso dell’ultima puntata del talk de L’altro Corriere Tv, “Un eco dallo Jonio”, andato in onda ieri sera ed incentrata sul tema (ne abbiamo parlato qui), il consigliere comunale Leonardo Trento, già assessore provinciale nelle consiliature Oliverio, ha denunciato, in modo anche duro, prassi che a suo dire si susseguono nel tempo.
A Cariati la campagna vaccinale sembra fare acqua da tutte le parti – ha raccontato – fra soggetti fragili in attesa e quelli a cui sarebbe stato negato il vaccino, poi contagiati ed ora in lotta contro la morte.
Nulla questio contro i 18enni, ha detto Trento, ma è ora che si individuino responsabilità e responsabili. «Non vi è alcuna intenzione di scaricare il peso di tutta questa storia sui ragazzi, accompagnati in questa situazione. Ogni giorno assistiamo a vicende familiari, di amici, che vanno in giro alla ricerca di un vaccino per tutta la Calabria e poi accadono i fatti di Cariati. Credo sia una falla che si registra un po’ ovunque e ovunque capitano cose del genere. Ma capitano in un momento particolare e pongono Cariati all’attenzione nazionale per episodi che ci danneggiano fortemente, perché siamo nel mezzo di una campagna per la riapertura dell’ospedale. Assurgiamo alle cronache per danni che potrebbero essere irreparabili», ha esordito Leonardo Trento, secondo cui in tutta questa storia «ci sono responsabilità chiare, evidenti».
«Ci sono elenchi forniti per accordi assunti e si sapeva già da tempo – è andato avanti – che c’erano delle dosi disponibili. Ed anche questa mattina (ieri, ndr) davanti al centro vaccinale c’erano soggetti fragili che non hanno avuto la possibilità di vaccinarsi. Non è accettabile la storia delle dosi in scadenza, dietro la campagna per i 18enni c’è stata la programmazione andata in una direzione chiara, che era quella di vaccinare i 63 maturandi. Peraltro le dosi inoculate domenica scorsa a non aventi diritto sono state molte di più».
«La nostra è una piccola comunità ed è noto ciò che sta accadendo, non da oggi ma da tempo, nel centro vaccinale. Questa storia danneggia Cariati e la causa che Cariati sta portando avanti – ha evidenziato Leonardo Trento, candidato a sindaco alle ultime elezioni comunali –. Spero di sbagliarmi e mi auguro che non si utilizzi l’episodio per penalizzare la battaglia che stiamo conducendo sulla riapertura dell’ospedale».
Leonardo Trento è convinto che attorno a questo episodio si debba fare chiarezza, soprattutto «rispetto a quello che è accaduto in questi tre mesi nella gestione dei vaccini e che – ha rimarcato – vi sia necessità di individuare i responsabili. È intollerabile una situazione così assurda, anche perché quanto accaduto non si pianifica dalla sera alla mattina, è un’azione programmata, chiara: si sono raccolte le disponibilità degli studenti, si sono formati degli elenchi che sono stati comunicati e poi autorizzati. E se è accaduto una volta, nulla di più facile che la storia si sia già ripetuta».
Il consigliere comunale di Cariati insiste. «Dobbiamo rivelare cos’è accaduto, lo dobbiamo per rispetto di quelle persone che ogni giorno sono rimpallate da un centro vaccinale all’altro per vedere riconosciuto un diritto, lo dobbiamo a chi chiede di essere vaccinato a causa patologie particolari e la risposta che gli si fornisce è che non c’è disponibilità di siero. O AstraZeneca o niente, quando poi si apprende dalla stampa che ci sono posti in cui, come Cariati, si arriva a portare a scadenza duecento dosi di Pfizer». La denuncia di Trento è molto forte e circostanziata, da profondo conoscitore delle cose cariatesi. «Se accade una cosa del genere – ha detto ancora – vuol dire che per la campagna vaccinale è improvvisata, che il sistema di gestione della sanità è fallimentare. È incredibile che si possa trovare una giustificazione come quella della scadenza dei vaccini, anche perché chi gestisce, nell’eventualità, sa bene che ci sono 200 dosi disponibili ma a fine vita che potrebbe destinare agli aventi diritto».
«Chi conosce questa realtà – è una delle amare considerazioni di Leonardo Trento – è perfettamente a conoscenza che ci sono tanti soggetti fragili che non sono stati vaccinati e ce ne sono alcuni che per colpa dell’attesa hanno contratto il virus e adesso stanno lottando fra la vita e la morte. A queste persone che rischiano la vita dobbiamo dei chiarimenti. Dobbiamo dire che gli è stato negato un vaccino perché qualcuno ha deciso che quelle dosi dovevano essere somministrate a 18enni». (l.latella@corrierecal.it)
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