REGGIO CALABRIA Dalla Locride alla Piana di Gioia Tauro si estende un progetto solidale che vede al centro diverse realtà attive in regione. “Fuori dal buio” è il progetto legato ad una raccolta fondi che si pone come obiettivo la realizzazione di tremila giacche con catarifrangenti da donare ai migranti e braccianti che vivono negli insediamenti della Piana e sono costretti a spostarsi lungo il pericoloso tratto di strada che costeggia la zona industriale tra Rosarno e San Ferdinando.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la Cooperativa Eurocoop “Jungi Mundu” di Camini, Mediterranean Hope e Sos Rosarno.
In pochi giorni sono stati raccolti oltre 7mila euro a fronte della cifra di 10mila che gli attori dell’iniziativa sperano di raggiungere. Il capitale proveniente dalle donazioni servirà ad acquistare i materiali che saranno lavorati nel laboratorio tessile di Camini, borgo a pochi chilometri da Riace dove opera “Eurocoop Servizi- Jungi Mundu”. «Ci proponiamo – dicono gli organizzatori – di ricevere, sanificare e rigenerare giacconi e giacche a vento usate, sulle quali saranno cucite strisce di tessuto catarifrangente, che saranno successivamente distribuite dalle associazioni partner».
Nel laboratorio tessile, al fianco di insegnanti che portano avanti anche l’antica arte calabrese del telaio, sono impiegate rifugiate e donne vittime di violenza o discriminazioni di genere a fronte di un percorso incentivato nell’ultimo anno anche dall’aggiudicazione, grazie al progetto “Ama-la” promosso in collaborazione con la Pro Loco, del bando “PartecipAzione” di Unhcr e Intersos.
Mediterranean Hope e Sos Rosarno sono invece le associazioni che operano nella Piana di Gioia Tauro a tutela delle condizioni di vita e lavoro dei braccianti.
Nell’ultimo anno, le cronache si sono affollate intorno alle morti di ragazzi investiti mentre erano in transito per quella strada che collega gli insediamenti alle campagne.
«Sostenendo “Fuori dal Buio” – scrivono gli organizzatori – parteciperai alla costruzione di un’economia circolare che lavora su tre assi d’intervento, per favorire: l’intervento di prevenzione degli incidenti stradali di cui sono vittime i lavoratori braccianti; la creazione di lavoro regolare per rifugiati che escono dal percorso di accoglienza, attraverso il loro impiego nel laboratorio di sartoria; la rigenerazione di abiti usati per la loro distribuzione ai soggetti vulnerabili».
Questo è solo un primo intervento che serve per «dare sollievo ad uno degli innumerevoli disagi cui sono sottoposti i lavoratori braccianti, che rischiano la vita spostandosi su strade buie per andare al lavoro. Sostenendo la campagna possono essere salvate delle vite».
«Nei mesi scorsi abbiamo fornito strumenti come i giacchetti e le luci da mettere sulle bici – racconta Francesco Piobbichi, operatore di Mediterranean Hope – e ci siamo resi conto che ne servivano di più. Gli incidenti si sono purtroppo verificati, con alcuni morti e molti feriti. Per questo abbiamo chiesto a una esperienza virtuosa come quella di Camini di darci una mano e contiamo per la prossima stagione di distribuirne a tutti i migranti che percorrono in bici le strade della Piana. È un piccolo gesto, ovviamente, che però può fare la differenza per queste persone alle quali continuiamo a non garantire diritti e condizioni di vita e lavoro dignitose. Non a caso abbiamo scelto una realtà che promuove invece proprio il lavoro dignitoso come strumento di emancipazione delle persone rifugiate e migranti: è allargando i diritti a tutti che possiamo ripartire e costruire una filiera etica in Calabria e non solo».
«La solidarietà che passa attraverso il crowdfunding è un nuovo tassello nelle battaglie per la sicurezza e la salute dei braccianti – dichiara il presidente della Eurocoop Jungi Mundu, Rosario Zurzolo – Il diritto alla salute e alla vita sono assoluti, non possiamo accettare che vengano messi a rischio ogni giorno. Con questo nuovo progetto, portiamo all’attenzione di tutti la problematica ma anche la possibilità di intervenire con soluzioni concrete. Siamo certi che in tanti parteciperanno a questo progetto solidale condiviso». (f.d.)
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