LOCRI Il Tribunale di Locri ha assolto dalle accuse di associazione mafiosa Antonio Galea, Giuseppe Macrì, Armando Muià, Vincenzo Muia cl. ’72 e cl. ’68, Marilena Gravina e Antonio Mamone, «per non aver commesso il fatto». Lo stesso Antonio Mamone è stato comunque condannato a 3 anni e sei mesi di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Tutti gli imputati sono coinvolti nel processo nato dall’inchiesta “Canadian ‘ndrangheta connectoion”, scattata lo scorso 18 luglio 2019, su impulso della Dda di Reggio Calabria.
Il presidente Fulvio Accurso (Federico Casciola e Rosario Sobbrio a latere) ha dunque accolto le tesi difensive formulate dagli avvocati Giuseppe Calderazzo, Sandro Furfaro, Antonio Speziale, Rocco Guttà, Giuseppe Belcastro (Foro di Roma), Giuseppe Belcastro (Foro di Locri), coadiuvati dall’apporto tecnico di Antonio Andrea Miriello che, durante l’istruttoria dibattimentale, aveva curato la corretta trascrizione delle intercettazioni e soprattutto rilevato alcune criticità.
L’inchiesta, denominata “Canadian ‘ndrangheta connection”, ha documentato l’esistenza di un’articolazione della cosca Muià operante in Canada, riferibile alla locale di Siderno, e governata da un organismo (il Crimine di Siderno) composto da più soggetti che, per preservare l’operatività rispetto ai problemi legati alla pressione investigativa operata contro la ‘ndrangheta in Italia, è abilitato a riunirsi ed assumere decisioni anche in territorio estero.
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