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Ponte Stretto, De Petris: «Soldi già buttati». Nesci: «È fuori dal Pnrr»

Il capogruppo di Leu in Senato contro l’infrastruttura. La sottosegretaria al ministero del Sud: «Aspettiamo il responso della commissione». Conftrasporto: «Non farlo è autogol»

Pubblicato il: 03/05/2021 – 12:26
Ponte Stretto, De Petris: «Soldi già buttati». Nesci: «È fuori dal Pnrr»

VILLA SAN GIOVANNI «Senza neppure attendere che la relazione della commissione tecnica del ministero delle Infrastrutture sia completa, già riparte l’eterno mantra del Ponte sullo Stretto. Evidentemente non è bastato aver buttato al vento, nel corso dei decenni, centinaia di milioni in inutili progetti». Lo afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris. «In questi decenni non è stato fatto nulla per dotare il Sud delle infrastrutture necessarie e persino il Pnrr non prevede stanziamenti davvero adeguati. Il Ponte sarebbe solo un’opera faraonica destinata a collegare il vuoto con il vuoto». «Si tratta di una giostra tutta ideologico – conclude De Petris – che servirà solo a buttare altri soldi e a distrarre dall’urgenza reale: le infrastrutture di cui la Calabria e la Sicilia, come tutto il Meridione, hanno davvero bisogno».

Nesci: «Il ponte è fuori dal Pnrr»

La sottosegretaria al ministero per il Sud e la Coesione territoriale Dalila Nesci ha ribadito la contrarietà del M5S per il ponte sullo stretto ma ha anche affermato che deciderà il Parlamento con una commissione insediata presso il ministero delle Infrastrutture.
«All’interno del ministero delle Infrastrutture – ha detto la sottosegretaria parlando al programma di Radio 24, “24 Mattino” – c’è una commissione che ha studiato i vari progetti per l’attraversamento dello stretto che sta arrivando ad una soluzione. Non entrerà nel Pnrr – ha sottolineato Nesci – ma una soluzione andrà trovata ed andrà trovata una mediazione. Ci sono tante possibilità, noi M5S abbiamo contestato il progetto originario del ponte ma aspettiamo il responso della commissione deputata all’interno del ministero delle Infrastrutture poi il Parlamento deciderà».

Uggè (Conftrasporto): «Non farlo sarebbe un autogol »

«Sarà che i tempi erano stretti perché potesse essere inserito nel Pnrr , fatto sta che del Ponte sullo Stretto di Messina si continua sempre e solo a parlare. Lo si fa da un secolo. Ora è tempo di agire». Così in una nota il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, ironizzando sul fatto che «quando non si vuole fare qualcosa, in Francia si istituisce una commissione, in Italia si aprono dibattiti ad ogni nuovo governo».
Non era necessario un nuovo via libera da parte di un’altra commissione di tecnici, come quella voluta dall’ex ministra Paola De Micheli (probabilmente per nascondere le resistenze di una parte della maggioranza dello scorso governo) – prosegue Uggè – Il progetto era nelle condizioni di avviarsi, tanto che alcuni lavori relativi alla rete ferroviaria erano già stati intrapresi».
«L’iniziativa di approfondire è sicuramente positiva – aggiunge Uggè – ma l’economia che si basa sul tempo ci impone di iniziare i lavori. È ora di mettere mano ai lavori! Non si può accantonare l’idea nel momento nel quale l’esecutivo italiano sta puntando, con il grande Piano nazionale di resilienza, al rilancio del nostro Paese».
«L’opera non risponde solo ad un’esigenza economia, ma anche sociale, che vede collegato all’Europa il popolo siciliano”, prosegue Uggè, invitando il presidente del Consiglio Draghi a voler porre rimedio all’assenza dell’opera nel Pnrr. «La mancata realizzazione del Ponte sarebbe un autogoal incomprensibile, anche perché rischia di lasciare ai margini di uno sviluppo previsto per l’intera area mediterranea una realtà in cui vivono più di cinque milioni di cittadini italiani».

Schifani: «Ora serietà e concretezza»

«La conclusione dei lavori della commissione tecnica ministeriale sui progetti per il Ponte sullo Stretto, può riaprire un utile e doveroso confronto su quella che rappresenterebbe senza dubbio una delle più grandi occasioni di crescita e sviluppo per l’intero Mezzogiorno. Tuttavia sono necessarie serietà, lungimiranza e concretezza, con delle scadenze precise». Lo afferma il senatore di Forza Italia Renato Schifani.
«La Sicilia – conclude – è da troppo tempo penalizzata anche dalla mancanza dell’alta velocità, prevista solo fino a Reggio Calabria. Questo rafforza il dovere di non compiere più errori sul Ponte. Serve una proposta sostenibile in termini di costi, di tempi e di modalità di esecuzione».

Bonelli (Verdi): «Strada del governo non è quella della conversione ecologica»

Il ponte sullo Stretto di Messina, un’opera che è costata solo per fantasiosi studi e progetti quasi 1 miliardo di euro, si può fare secondo la relazione dei tecnici del ministero delle infrastrutture e come annunciato da Draghi il governo trasmetterà al Parlamento il documento affinché ne discuta per decidere se realizzarla». Lo afferma il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli.
«La Sicilia, la Calabria e le regioni del Sud hanno bisogno di treni per i pendolari, acquedotti, depuratori, di interventi contro il dissesto idrogeologico, di costruire distretti industriali legati all’innovazione tecnologica e alla conversione ecologica che potrebbero realizzare decine di migliaia di posti di lavoro. Per dare un’idea delle priorità del nostro paese – continua l’esponente dei Verdi- con i 10 miliardi che servirebbero per costruire il ponte sullo stretto di Messina si potrebbero realizzare 750 km di rete attrezzata per tram e filobus rivoluzionando la mobilità delle aree urbane delle nostre città».
«La strada che questo governo sta prendendo preoccupa molto perché non è quella della conversione ecologica e il Pnrr né una conferma, un piano che rinuncia a finanziare il trasporto pubblico, la mobilità e lunga sul gas invece che sulle rinnovabili, e preoccupa che il governo trasmetta la relazione favorevole al ponte senza assumere una posizione», conclude Bonelli.

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