CATANZARO Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Alfredo Ferraro, ha rinviato a giudizio tutti gli indagati che hanno optato per il rito ordinario e coinvolti nel processo “Overture”. Si tratta di Alfonsino Falbo, Massimo Imbrogno, Massimo Fortino, Vincenzo Laurato, Giuseppina Carbone, Gianfranco Fusaro, Giulio Salvatore Oliverio, Attilio Pate, Riccardo Gaglianese, Manuel Forte, Egidio Cipolla, Cesare Quarta, William Castiglia, Antonio Lucà, Vittorio Imbrogno, Dimitri Bruno, Gaetano Bartone, Francesco Amendola, Gianluca Stocchetti, Gianfranco Sganga, Pietro Mazzei, Ottavio Mignolo, Carmine Lio, Luca Imbrogno, Umberto Mazzei, Silvio Donato, Alfredo Fusaro, Mario Esposito, Alessandro Esposito, Francesco Le Piane e Claudio Altomare. Il rito abbreviato è stato scelto invece dall’ex collaboratore di giustizia Alberto Novello, Sergio Raimondo ed Emanuele Apuzzo. La prossima udienza davanti al tribunale collegiale di Cosenza si terrà il 23 settembre 2021. Gli indagati che hanno scelto il rito abbreviato saranno chiamati in aula il prossimo 15 luglio.
Estorsioni, danneggiamenti, intimidazioni e reati contro la persona ed il patrimonio nel capoluogo bruzio e nei comuni limitrofi. La mala cosentina aveva messo le mani sui lavori di ampliamento dell’Ospedale “Annunziata”, sugli interventi di ammodernamento del sistema di illuminazione del campus universitario Unical di Rende e sulle opere di restauro del Convento di San Francesco di Paola a Spezzano della Sila, attraverso una intensa attività estorsiva nei confronti delle imprese assegnatarie dei lavori. Attività peculiari della storica cosca di ‘ndrangheta “Perna-Pranno” sgominata all’alba del 25 gennaio 2020 grazie all’operazione “Overture” condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cosenza e coordinata dal Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che portò al fermo di 21 persone. Gli investigatori documentarono i tentativi di “riorganizzare” la cosca sul territorio cosentino. E per farlo, tutti furono concordi nella necessità di mostrare i muscoli ed imporre il rigido controllo del territorio anche attraverso l’esecuzione di furti compiuti ai danni di esercenti commerciali della zona.
Il dato più eclatante dell’operazione – come avrà modo di sottolineare in conferenza stampa il procuratore Nicola Gratteri – saranno le denunce degli imprenditori vittima di estorsione da parte degli uomini della consorteria “Perna-Pranno”. «Siamo riusciti a raggiungere questi risultati grazie alla collaborazione degli imprenditori che hanno finalmente trovato il coraggio di denunciare», sostenne il procuratore capo della Dda di Catanzaro nel corso dell’incontro tenuto con la stampa. Tra gli imprenditori che decisero di rivolgersi alle forze dell’ordine – denunciando i soprusi subiti dagli uomini del sodalizio criminale e poi diventati oggetto di indagine – figura anche Tommaso De Nisi di Vibo Valentia che sarà parte civile nel procedimento. E grazie alle denunce, l’accusa tenterà di dimostrare l’esistenza di un “Sistema Cosenza” frutto della pax mafiosa tra i vari gruppi criminali della città organizzati sullo spaccio e il rifornimento di droga. Una pax sugellata dalla bacinella comune nella quale fare confluire una “rata” delle attività illecite.
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