Pubblichiamo una nota a firma del consiglio di amministrazione del Sant’Anna Hospital di Catanzaro.
La vicenda del Sant’Anna, nel suo dispiegarsi, rappresenta, come il bandolo della matassa, un rincorrersi di grovigli che lasciano poco spazio all’ordine e molto al caos. Parafrasando l’arresto cardiaco, la scena impone freddezza, lucidità d’azione, automatismi finalizzati e analisi critica verso l’obiettivo: mantenere in vita il soggetto.
E allora proviamo a definire: contesto, attori, funzioni e responsabilità, articolando la riflessione, in maniera tale da raggomitolare il filo, restituendo forma e consistenza a diritti e doveri. Scriviamo in un momento storico, politico e sociale segnato in modo straordinario da un evento, che è considerato uno spartiacque anche per il governo delle istituzioni pubbliche. La pandemia, scatenatasi a causa del Covid-19, difatti, oltre a modificare sostanzialmente i comportamenti delle persone e le loro interazioni sociali, ha creato le condizioni per porre in essere azioni politiche, capaci di diventare punti d’intersezione virtuosa con i comportamenti di tutti gli attori coinvolti, per intercettare i bisogni di servizi da una parte, e le decisioni di politica pubblica, dall’altra.
I quattro attori presenti sulla scena, quali l’azienda, la struttura commissariale prefettizia dell’Asp, il prefetto di Catanzaro, il Commissario ad Acta della regione Calabria devono interrogarsi su quanto accaduto in questi mesi, sugli effetti scaturiti e, soprattutto, sulle prospettive future.
È necessario procedere senza indugio. Tenendo in debita considerazione quanto l’esperienza di questi mesi abbia arricchito l’azienda, la quale, dopo l’inchiesta giudiziaria, ha rinnovato il management, ha ridisegnato i processi, ha ottemperato alle norme, ha riscontrato la ripresa del processo d’accreditamento, in stallo da cinque anni per l’inerzia burocratica, ha ottenuto il rinnovo dell’accreditamento.
La Magistratura dovrà chiarire e colpire le presunte responsabilità del precedente management; tale percorso, tuttavia, crediamo non debba interferire sulla continuità aziendale, capace d’assolvere la mission per la copertura dei LEA cardiovascolari.
Il Commissario ad Acta, verosimilmente condizionato da una situazione inattesa, supportato da commissioni tecniche, da riflessioni e da incontri istituzionali, ha completato il processo d’accreditamento istituzionale, valore fondante a garanzia di una prestazione sanitaria d’elevata qualità. La multidisciplinarietà, come approccio metodologico alle soluzioni tecniche, è stato il tratto distintivo. Il groviglio difficile a districarsi è stato ed è il ruolo degli attori manageriali nelle istituzioni pubbliche, nella fattispecie struttura commissariale prefettizia dell’Asp e Prefetto di Catanzaro.
Il richiamo alla loro funzione è di per sé rappresentativo di un’accelerazione invocata al fine di determinare – con processi decisionali indifferibili – una sorta di road map, che investirà le scelte per la garanzia di un patrimonio scientifico e culturale nel territorio calabrese.
La prospettiva osservata, questa volta, “mette al centro” le persone, quali attori cruciali nell’interpretazione delle scelte pubbliche. La legge 267/2000, il Dlg 2019, il Dlg 150 2020 identificano chiaramente la road –map, il perimetro funzionale per un intervento efficace. La Commissione Prefettizia “opera in coerenza con l’attuazione degli obiettivi del piano di rientro dal disavanzo nel settore sanitario, e di quelli dei piani di riqualificazione dei servizi sanitari (art 10 comma 1 dlg n 35- 30 aprile 2019). La Commissione straordinaria adotta i provvedimenti previsti dall’articolo 3, comma 6, e dall’articolo 4, sentito il Commissario ad Acta (art 10 comma 6 dlg n 35- 30 aprile 2019). Supporta il Commissario ad Acta per “per la garanzia dei LEA, in conformità agli obiettivi del piano di rientro dal disavanzo nel settore sanitario, e con quelli dei piani di riqualificazione dei servizi sanitari (art 4 dlg n 150 del 2000). Presso il Ministero dell’interno è istituito, con personale dell’amministrazione, un comitato di sostegno e di monitoraggio dell’azione delle commissioni straordinarie (Dl 267/2000 art 144 comma 2).
Aver disatteso il DCA 24/2021, che disciplina i compiti generali e specifici della Commissione Prefettizia; non aver osservato la scadenza del 31.03.2021, quale termine per la firma contrattuale con le aziende ospedaliere private accreditate, come previsto dal DCA 49/2021, non aver ottemperato al dovere d’ufficio (nessun riscontro a trentatré PEC di richiesta d’incontro istituzionale); aver dichiarato, in atti pubblici, elementi disallineati con evidenze documentali, essersi arrogati funzioni, in difformità al ruolo istituzionale (vendita di prestazioni a ospedali pubblici), assumendo comportamenti ideologici non supportati dalla legge che regola la distribuzione del fondo sanitario regionale, proponendo di sottrarre quote capitarie per delegarle a modelli gestionali pagati per funzione; aver differito un confronto con il management aziendale, nella consapevolezza che tale ritardo avrebbe inciso, come un fendente, sulla sopravvivenza dell’azienda. Tutto ciò è un chiaro e ineludibile segnale, non già di resilienza, tipica delle istituzioni pubbliche, ma di mancanza di responsabilità. Essere responsabili vuol dire interpretare un ruolo di governo delle decisioni, ispirato ai valori fondanti le istituzioni pubbliche, alla loro missione, alla necessaria apertura delle istituzioni stesse all’ambiente esterno.
In questo scenario è assordante il silenzio istituzionale del governo territoriale e del prefetto in particolare; gestire un territorio con i suoi servizi comporta il considerare la persona umana come centro dell’azione pubblica, anche superando i paradigmi della produttività fine a se stessa, trovando l’equilibrio necessario fra il contributo dei dipendenti, il benessere complessivo e le motivazioni individuali e collettive.
Organizzare e gestire criticità istituzionali significa avere la capacità di governare il tempo e, attraverso questa variabile preziosa, condurre la decisione pubblica verso un equilibrio coerente con la norma, capace di ottenere i risultati in termini di salute pubblica e sostenibilità sociale e occupazionale.
Tali variabili richiedono una capacità di lettura dei fenomeni dell’ambiente esterno alle istituzioni e di valorizzazione della funzione d’ascolto dei portatori d’interesse da parte dei manager pubblici.
Un’amministrazione pubblica non soltanto garante della legalità ma anche soggetto attivo, capace di contribuire ad ampliare i servizi, migliorando l‘efficienza attraverso il coinvolgimento e la responsabilizzazione della società per l’interesse pubblico e il bene comune.
Se si condivide tale visione, allora ci attendiamo un’azione forte del Prefetto e del Commissario ad Acta che, sulla base dei fatti concludenti, sia finalizzata a riconoscere l’inadeguatezza della terna commissariale, e a fare il successivo passo di diffida per recuperare il proprio ruolo e le sue determinazioni.
Tale scelta è fortemente auspicata dai rumors che la vicenda Sant’Anna ha generato. Vicenda che, ostata nella fase iniziale per un fatto puramente tecnico (accreditamento), adesso si appalesa come posizione ideologica grave, finalizzata a distruggere un’azienda e il diritto alla libera impresa, per supportare interessi di parte, che nelle maglie larghe dell’inefficienza, soddisfino faccendieri e strateghi che, operando contra legem, aspirano a smembrare un’azienda sana competente ed efficiente per lasciare, quali brandelli, l’emodinamica a Lamezia Terme e la cardiochirurgia a Reggio Calabria.
Il fronte politico ha intuito tale piano strategico e, mediante azioni congiunte quali lettera ai ministeri del presidente ff della Regione Calabria, mozione del Consiglio Regionale, appello dei Sindaci Anci e azione personale dei diversi onorevoli e di gran parte della deputazione romana, ha cercato d’arginare tale ipotesi, richiedendo, ad horas e senza indugi, l’intervento dei commissari ministeriali in capo al comitato strategico del ministero dell’interno (art. 144 comma 2 dl 267/2000).
Crediamo, tuttavia, che per il recupero della funzione democratica e di quella innovativa delle articolazioni istituzionali, l’intervento del Commissario ad Acta sul prefetto e di quest’ultimo sulla Commissione Prefettizia, con chiara e univoca indicazione alla sottoscrizione ad oras del contratto 2021, affrancherebbe le istituzioni da ogni giudizio negativo, restituendo ruolo, funzione e leadership agli attori istituzionali.
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