MONTALTO UFFUGO Le nuove indagini dei carabinieri per far luce sull’assassinio di Lisa Gabriele continuano. La 22enne, originaria di Rose, fu uccisa nel 2005 nelle campagne di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza. Come conferma al Corriere della Calabria, l’avvocato Marco Facciolla, il suo assistito Maurizio Mirko Abate di 51 anni è stato iscritto nel registro degli indagati. L’ex poliziotto aveva una relazione, all’epoca dei fatti, con la giovane. «E’ un atto di garanzia nei confronti del mio cliente – dice il legale – che potrà partecipare ad un accertamento tecnico irripetibile domani in Procura a Cosenza sul cellulare appartenuto a Lisa Gabriele». All’esame prenderanno parte anche i familiari della giovane vittima difesi dagli avvocati Annunziata Paese e Gianluca Bilotta. «Abate è totalmente estraneo ai fatti contestati – aggiunge l’avvocato Facciolla – per come dichiarato da lui stesso nel corso dell’interrogatorio fornito agli investigatori».
«Il cellulare venne sequestrato nel 2005 e immagino ci sia già stata un’attività di indagine che ha interessato anche l’apparecchio telefonico di Lisa Gabriele» – sostiene Facciolla. Se il telefono è stato attenzionato dagli organi inquirenti, senza aver prodotto elementi utili alle indagini, «nutro qualche dubbio sul fatto che oggi possa portare a nuove scoperte». Quella del legale è una valutazione in termini ipotetici, il giudizio finale arriverà solo dopo aver avuto ricevuto tutte le informazioni sui dati che i tecnici sono chiamati ad estrapolare. «Mi auguro – conclude l’avvocato – che gli inquirenti abbiano acquisito anche i tabulati telefonici, queste sono attività che si incrociano con i riscontri che può fornire il gestore telefonico».
Il corpo di Lisa Gabriele venne ritrovato a breve distanza dall’auto della vittima e, intorno, erano state disseminate alcune finte prove: due scatole di psicofarmaci, una bottiglia di whisky e un biglietto di addio. Una messa in scena per simulare un suicidio. Tutto falso. L’autopsia rivelò subito che la ragazza era morta per soffocamento ma, nonostante tutto, il caso fu archiviato. E riaperto nel 2019 anno grazie a una lettera anonima che racconta del coinvolgimento di un uomo delle forze dell’ordine nell’assassinio mascherato da suicidio.
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