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Rinascita, Mantella: «I voti raccolti da Enzo Barba per Costa, l’affare con il senatore e gli omicidi comandati dalla cosca»

Nuova udienza per il pentito. Che racconta l’impegno e le entrature politiche dei clan. «Da Franco Barba due villette per il delitto Franzoni»

Pubblicato il: 06/05/2021 – 16:37
di Alessia Truzzolillo
Rinascita, Mantella: «I voti raccolti da Enzo Barba per Costa, l’affare con il senatore e gli omicidi comandati dalla cosca»

LAMEZIA TERME L’uomo della cosca Lo Bianco-Barba attiva a Vibo Valentia che si prodigava nella raccolta di voti e nel sostegno elettorale era Vincenzo Barba. Secondo il collaboratore di giustizia Andrea Mantella «Vincenzo Barba si era prodigato per fare eleggere Elio Costa (ex sindaco di Vibo Valentia, ndr). Ci sono due nipoti di Enzo Barba nel consiglio comunale: Cutrullà e Curello. Si adoperò per portare avanti Salerno, Valerio Grillo, Domenico Evalto. Con l’avvocato Talarico tutti i giorni o andavamo nel suo studio o nell’autosalone del genero». Mantella fai i cognomi dei politici vibonesi (nessuno di loro è imputato nel processo Rinascita-Scott) che avrebbero ottenuto l’appoggio di Vincenzo Barba.

Mantella-Rinascita

Mantella e l’affare con l’ex senatore Satriani

Un affare da milioni di euro: la compravendita di un terreno per la creazione di un villaggio turistico. Mantella ricorda di essersi recato con Franco Barba a «San Costantino di Briatico da un senatore che ha fatto parte della Commissione antimafia, Satriani, poiché dovevamo comprare dei terreni per fare un villaggio turistico su mandato di Antonino Accorinti, di Pantaleone Mancuso “Scarpuni”. Questo signore abitava in una sorta di casello in una casa antica. Franco Barba mi presentò dicendo “non si preoccupi che è uno dei nostri”. Hanno concordato che dovevano prendere un terreno e questo Satriani aveva solo un piccolo problema perché c’era un loro parente, un colonnello della Guardia di finanza, che stava dentro questa operazione finanziaria di milioni di euro». L’argomento in aula non viene scandagliato oltre. Nel relativo verbale illustrativo il collaboratore racconta: «Questo Satriani (non è indagato né imputato, ndr) sapeva benissimo che aveva a che fare con mafiosi e che i soldi venivano dai Mancuso[…] Franco Barba mi disse che ha portato al Satriani uno zainetto pieno di soldi con il quale lo ha “stordito” per cui l’affare è stato concluso».

A Rinascita Scott il racconto dell’omicidio di Mario Franzoni

«Franco Barba è il mandante dell’omicidio di Mario Franzoni. Lui andava in vacanza a Bivona e Franzoni maltrattò i suoi figli, gli sbatté la pistola in faccia». Questa cosa non andò giù a Franco Barba che si rivolge a Carmelo Barba “Piccinni”. A questo punto viene chiamato in causa il braccio armato della cosca, Andrea Mantella, convocato all’Hotel 501 di Vibo Valentia dove gli venne dato l’ordine di uccidere Franzoni. «Carmelo Barba mi disse “se fai questo favore a compare Enzo io faccio due villette, una a te e una a Francesco Scrugli». Mantella si rivolse ai propri parenti a Lamezia, Vincenzo Bonaddio e Pasquale Giampà “Mille lire” appartenenti alla cosca Giampà. “Mille lire” si prodigò a mandare a Vibo due ragazzi i quali trovarono sul posto assistenza per poter portare a compimento l’omicidio. «Per questo reato sono stato condannato e sto ricorrendo in Cassazione», racconta Mantella il quale afferma che dopo l’omicidio “Franco Barba si adoperò per far costruire due villette”. Di Franco Barba, Mantella racconta che era «costruttore a Vibo Valentia. Faceva dei lavori coi Mancuso ed era in concorrenza con Francesco Patania alias “Ciccio Bello” e i soldi li nascondeva nelle doppie pareti in casa della suocera. Era potentissimo, rispettato e temuto da tutti. Era ai vertici della cosca Lo Bianco-Barba e aveva appoggi dai La Rosa e da Pantaleone Mancuso alias “Scarpuni».

Il duplice omicidio Callipo-Tavella

Francesco Callipo e Rosario Tavella erano due ragazzi legati al clan Lo Bianco-Barba. Sono due delle tante vittime di Andrea Mantella su mandato della cosca. Avevano fatto una rapina al bar “90° minuto”. Venti milioni delle vecchie lire fruttò il colpo. Ma i due ragazzi «non portarono i soldi al posto prestabilito, dicono che i soldi erano pochi, erano stati seguiti dalle forze dell’ordine… Insomma… si erano fregati i soldi – dice Mantella – e io venni accusato da Pino Barba di non avere vigilato sulla rapina». Pino Barba ed Enzo Barba si convincono che i due ragazzi si erano portati via circa 20 milioni di vecchie lire. A Mantella, all’epoca giovanissimo, tocca il compito di punire i due ragazzi: «Ebbi l’incarico di ammazzarli a tutti e due e così ho fatto». La cosca decide per il pollice verso. Pino Barba fissa un appuntamento con Callipo e Tavella al municipio e dice loro di andare con Andrea Mantella che li avrebbe dotati di moto e casco per una nuova rapina. Ma era una trappola “e io dovetti eseguire” dice Mantella. «Con il povero Callipo finisco i proiettili della pistola e dovetti finirlo con dei grossi massi per non lasciare testimoni».

Vendicare l’imprenditore Lico

La ragione per la quale doveva morire Roberto Piccolo, invece, era perché aveva sparato contro l’imprenditore Santo Lico. «Il mio capo Carmelo Lo Bianco ed Enzo Barba mi ordinarono di attentare alla vita di Piccolo perché Lico era protetto da Antonio Mancuso. Purtroppo in quella occasione mi hanno dato una pistola dei tempi di Benito Mussolini – dice Mantella –, Piccolo era armato e siamo finiti feriti tutti e due». (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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