COSENZA Qualcuno li definisce «infermieri Covid»: donne e uomini impegnati prima linea nella lotta al virus, chiamati a turni massacranti, piegati dalla fatica e dalla pressione che impone di non commettere errori. In tempi di pandemia, gli operatori sanitari e gli infermieri sono costantemente chiamati a sostenere i pazienti che riempiono i posti letto nei reparti Covid, spesso sono le uniche figure di riferimento di chi è costretto, suo malgrado, a vivere lontano da parenti e amici. Nessuno ha mai ceduto alla fatica, resistendo stoicamente agli effetti devastanti prodotti dal Coronavirus, ma è ovvio e forse scontato ribadire quanto sia necessario rinforzare gli organici per dare fiato a chi è impegnato quotidianamente in corsia e per garantire, soprattutto, ai pazienti le migliori cure possibili.
«Siamo in affanno già prima della diffusione del Covid», racconta al Corriere della Calabria Andrea de Cicco del sindacato Nursing Up. La scorsa settimana, una delegazione dell’Associazione Nazionale Sindacato Professionisti Sanitari della Funzione Infermieristica autonomo di categoria ha chiesto ed ottenuto un incontro con il commissario dell’Ao di Cosenza, Isabella Mastrobuono. «Abbiamo appreso dal manager l’esaurimento dei fondi Covid – dice De Cicco – questi danari sono stati stanziati per il reclutamento del personale e nessuno sa come siano stati spesi. Attendiamo risposte».
Altro tema caldo, quando si parla di contenimento della diffusione del Covid, è quello legato alle nuove assunzioni. Anche in questo caso, De Cicco richiama il recente incontro con il commissario Mastrobuono e sostiene di aver ricevuto rassicurazioni in proposito. «Sono 15 le assunzioni di infermieri previste, le nuove unità saranno destinate al pronto soccorso e al reparto di Rianimazione». Fin qui solo buone notizie, ma secondo il portavoce cosentino di Nursing Up «alcuni infermieri in servizio presso l’Ao di Cosenza e assunti con contratti Covid» sarebbero pronti ad accettare le offerte dell’Asp di Cosenza che offre loro contratti a tempo indeterminato. A questo si aggiunge lo stallo del concorso per reclutare nuovi oss. «Nel corso dell’incontro con la Mastrobuono – continua De Cicco – abbiamo chiesto al commissario di indicare una data certa per la prova orale che dovranno sostenere i candidati. Mastrobuono ha rassicurato tutti – aggiunge – individuando una data nel mese di giugno. Siamo ai primi di maggio – conclude De Cicco – ed ancora non abbiamo nessuna notizia».
Tra l’attesa per l’arrivo di nuovo personale sanitario e la necessità di far chiarezza sui fondi Covid impiegati, De Cicco racconta delle difficoltà di chi occupa le corsie degli ospedali nel corso della pandemia. Dopo un aumento costante dei contagi e dei ricoveri, «finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel anche se sono molti i colleghi vittime di “Burnout” che avranno inevitabili ripercussioni psicologiche», ma non accade solo all’Azienda ospedaliera di Cosenza. «Ci chiamano eroi – chiosa De Cicco – ma siamo solo operatori al servizio dei pazienti e purtroppo – molti di noi – pagheranno un conto salato al termine della pandemia».
x
x