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Corigliano Rossano, “no” delle forze di governo all’impianto di compostaggio

Due i progetti, uno privato, l’altro pubblico. La maggioranza consiliare: «Contrasteremo il progetto». Intanto si pensa al revamping di Bucita

Pubblicato il: 09/05/2021 – 21:36
Corigliano Rossano, “no” delle forze di governo all’impianto di compostaggio

CORIGLIANO ROSSANO Gli impianti di compostaggio per la lavorazione dei rifiuti urbani potrebbero rappresentare la panacea ad uno dei grandi problemi calabresi: lo stoccaggio e lo smaltimento della spazzatura. A Corigliano Rossano sono al vaglio due ipotesi, una pubblica e l’altra privata. L’una nella zona industriale di Schiavonea – un impianto di produzione di biometano da digestione anaerobica dallo smaltimento di rifiuti solidi urbani – e l’altra a Bucita.
Sulla prima però, si è già espressa in maniera contraria la maggioranza consiliare a sostegno dell’azione politica del sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi. In una nota, nell’analizzare il progetto, i consiglieri comunali si dicono convinti che debbano essere i sindaci «e quindi i territori a guidare il processo di innovazione ed efficientamento del ciclo dei rifiuti regionale e locale, attraverso un’azione istituzionale che fornisca indirizzi sul tipo di impianti da realizzare e sui siti dove costruirli».
Il primo «macroscopico» rilievo che la maggioranza muove «riguarda la tipologia di impianto e le attività espletate, a nostro avviso fortemente incompatibili con le attività insediabili nell’agglomerato industriale di Schiavonea e specificate nel Protocollo d’Intesa tra l’ex-comune di Corigliano Calabro e il Consorzio ASI nel 2006. Altre forti preoccupazioni sorgono in merito alla distanza dell’impianto da centri e nuclei abitativi (ad esempio Torricella, Ricota Grande, Salice e Torre Voluta) e da importanti attività a vocazione turistica ed agroalimentare. Infatti, stando a quanto previsto dal PRGR, ai fini della tutela delle persone residenti, è imposta una distanza minima di 2000 metri tra la recinzione dell’impianto e gli insediamenti urbani. Distanza minima non rispettata per centri abitativi e nuclei abitativi, villaggi turistici e aziende dell’agroalimentare che costituiscono delle eccellenze per il territorio, tutti da tutelare a prescindere dalla specifica connotazione urbanistica».
A detta della delle forze di governo, ancora, «la proposta progettuale risulta impattare in maniera estremamente significativa sul traffico veicolare della strada statale “SS 106”», così come altre perplessità sono rappresentate dall’ubicazione del sito di realizzazione dell’impianto, «ubicato in prossimità della Riserva naturale regionale della foce del Crati, designata come zona speciale di conservazione e che nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti si fa specifico riferimento alla tutela di aree del patrimonio agroalimentare presenti: tra queste rientra sicuramente a pieno titolo la coltura di pregio della “Clementina di Calabria”, riconosciuta con il marchio IGP».
I consiglieri comunali terminano evidenziando che «l’amministrazione comunale ha inteso esprimere chiaramente nelle linee programmatiche e nel Dup la volontà di uniformare ed armonizzare le due aree industriali attualmente in essere, orientando sempre più la strategia di sviluppo secondo la vocazione naturale del territorio e dunque verso attività produttive quali il turismo, le colture di eccellenza nel capo agrumicolo e oleario, la pesca, potenziando servizi ed infrastrutture funzionali a tali filiere».
«Risulta evidente – concludono i consiglieri comunali di maggioranza – la totale incompatibilità dell’impianto proposto dalla ditta Ecoross con la nostra visione di sviluppo del territorio. In ragione di quanto affermato e coerentemente alla nostra azione politica e alla nostra visione di città, attueremo tutti i rilievi necessari a contrastare la realizzazione di tale impianto, in conferenza dei servizi e in tutte le sedi opportune, al fine di garantire lo sviluppo ecosostenibile del territorio e il diritto dei cittadini ad un ambiente più salubre».

Un nuovo impianto di stoccaggio anche a Bucita?

La Regione ha approvato in giunta una variante da 8milioni di euro per la definizione di quattro nuovi impianti di stoccaggio in Calabria ed uno di questi potrebbe essere il revamping di a Bucita, a Corigliano Rossano, già sede di impianto di trattamento dei rifiuti.
Si tratta di impianti di compostaggio industriale per la trasformazione dell’umido e del biodegradabile dai rifiuti solidi urbani in compost, terriccio e concime. (lu.la.)

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