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Dal taglio ai privilegi alla sanità, quante leggi dimenticate nei cassetti del Consiglio regionale

Anche in questa legislatura tanti i provvedimenti, anche risalenti nel tempo, rimasti sulla carta. Iniziativa popolare ancora una volta mortificata

Pubblicato il: 09/05/2021 – 7:12
Dal taglio ai privilegi alla sanità, quante leggi dimenticate nei cassetti del Consiglio regionale

CATANZARO  Nascoste per mesi e a volte per anni in qualche polveroso cassetto del Consiglio regionale, ripescate giusto per rispettare norme e procedure ma subito nuovamente insabbiate. È il destino di tante proposte di legge “desaparacidas”, dimenticate da tempo così tanto immemore che persino i loro proponenti hanno smesso di sponsorizzarle. Spuntano all’improvviso dal buco nero nel quale sono state infilate per essere assegnate all’esame delle commissioni di merito, ma nel silenzio generale tornano subito nell’oblio, restando carta straccia e lettera morta. Capita a ogni legislatura regionale, sta capitando anche in quest’ultima che volge al termine senza che almeno una quindicina di testi normativi abbiano fatto il benché minimo passo avanti nelle commissioni. Il dato ovviamente considera le proposte di legge regionale pendenti almeno a fine estate, visto che poi l’Assemblea, da novembre, è entrata in regime di congedo dopo la scomparsa della governatrice Jole Santelli, ma è comunque un dato significativo.

L'(inutile) iniziativa popolare

Anche perché nel corso della legislatura sono state “richiamate” (per non andare da nessuna parte, comunque) anche alcune proposte di legge regionale di iniziativa popolare – alcune ispirate dal Movimento 5 Stelle, va detto – che risalgono addirittura al 2011 e al 2012. È accaduto a fine luglio 2020, quando alle relative commissioni di merito del Consiglio regionale sono state assegnate, per l’esame, quattro proposte di legge di iniziativa popolare “eredità” delle precedenti legislature: nel dettaglio, quella sulla “istituzione del reddito di esistenza (misure contro la precarietà)”, depositata in Consiglio regionale addirittura nel novembre 2011, quella per l’istituzione del Comune di Le Castella in provincia di Crotone, depositata nel 2012, quella sul “Riassetto istituzionale del Servizio sanitario regionale”, depositata a febbraio 2017, quella sulla valorizzazione dei centri storici presentata da 21 Consigli comunali nel settembre 2017, e quella, risalente al dicembre 2018, sul “Taglio privilegi” (che prevede-prevedeva la decurtazione delle indennità dei consiglieri regionali del 40% e la riduzione delle spese dei gruppi consiliari). Bene, di tutte queste proposte non si sa più nulla, sparite ancora una volta. Meglio è andata alla legge sulla doppia preferenza di genere e sulla rappresentanza femminile alle Regionali, al centro di più iniziative normative: ma meglio per modo di dire, perché fino allo scorso anno era rimasta inevasa una proposta di legge regionale di iniziativa popolare risalente addirittura al 2012. Però almeno questa legislatura è riuscita ad approvare la legge sulla parità di genere con l’ok a un testo, sottoscritto da tutti i capigruppo, che ha sintetizzato tutti gli altri giacenti sul tema.

Al palo anche leggi della maggioranza

Ma ci sono ancora tante altre proposte di legge regionale, presentate in questa legislatura, che non hanno trovato ancora attenzione (e verosimilmente non la troveranno più dovendo l’Assemblea limitarsi solo agli atti urgenti e indifferibili): e non si tratta solo di testi dell’opposizione di centrosinistra, perché non sono mai arrivati all’approvazione nemmeno alcuni provvedimenti della Giunta (uno in tema di turismo in arrivo) o di esponenti della maggioranza di centrodestra (esempio, una proposta di legge del capogruppo Udc Giuseppe Graziano sulla riorganizzazione della sanità calabrese, mai affrontata). Indubbiamente, l’emergenza da Covid 19 ha condizionato i lavori dell’Assemblea, dettando l’agenda politica e i suoi tempi e inducendo il Consiglio regionale a dare (giusta) priorità alle proposte che puntavano e servivano ad alleviare i disagi determinati dalle restrizioni, ma qualcosa in più si poteva forse fare. E al palo sono rimaste alcune proposte di provvedimento amministrativo che rivestivano una certa importanza, come quella a firma della capogruppo della Lega Tilde Minasi tesa ad arginare il troppo smodato e poco trasparente abuso di pratiche “fuori sacco” inserite alla chetichella e nella distrazione generale in coda alle sedute di consiglio regionale (è quello che è avvenuto per la famosa legge sui vitalizi per i consiglieri cessati anticipatamente dalla carica, poi abrogata dopo la sollevazione popolare e mediatica): questa proposta, che puntava a modificare il regolamento interno del Consiglio, è stata presentata agli inizi di giugno, ma è completamente finita fuori dai radar della politica calabrese. Ben altra e più fortunata sorte ha invece avuto la proposta di provvedimento amministrativo per creare una nuova commissione permanente, la sesta, del Consiglio regionale (c’era da far quadrare i conti nella maggioranza…): presentata e approvata nel volgere di una decina di giorni… (c. a.)

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