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La riflessione

«Il dovere di far rivivere Catanzaro»

Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha comunicato “urbi et orbi” di essere intenzionato a lavorare per dare “un volto nuovo” alla città. Una comunicazione che indurrebbe a chiedergli dove è st…

Pubblicato il: 10/05/2021 – 10:23
di Franco Scrima*
«Il dovere di far rivivere Catanzaro»

Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha comunicato “urbi et orbi” di essere intenzionato a lavorare per dare “un volto nuovo” alla città. Una comunicazione che indurrebbe a chiedergli dove è stato finora. A meno che l’iniziativa sbandierata sui quotidiani non nasconda dell’altro, come il volersi mettere in mostra in vista di una candidatura, per come si dice, alle prossime regionali.
È bene ricordare comunque che i suoi colleghi di Cosenza, Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia, tanto per rimanere nelle città capoluogo, non hanno atteso decenni per riassettare il territorio e renderlo accogliente.  Ecco perché l’annuncio di Abramo, arrivato a pochi mesi dal suo “pensionamento”, emana un sottile odore di opportunismo: tra pochi mesi sarà costretto a lasciare il “trono” di Palazzo Santa Chiara ma, a quanto pare, non intenderebbe appendere le “scarpette al chiodo”. Peraltro all’interno di Palazzo Santa Chiara le cose non vanno bene per Forza Italia che è il partito del sindaco. Nelle ultime ore ha presentato le dimissioni la capogruppo, Roberta Gallo. Una debacle politica che lascia orfani i pochi rimasti nel gruppo (solo tre consiglieri guidati da Abramo). Poca roba per programmare un futuro importante. Ed ecco che i soliti “malpensanti” non escludono che il sindaco, tra le “subordinate” possa decidere di riprendere il dialogo con la Lega e correre alle regionali con il Carroccio, sempreché Salvini lo accolga dopo i “lascia e prendi” dei mesi scorsi.
Ciò spiegherebbe persino l’arcano mistero dei lavori per rimodernare Catanzaro. E qualcuno aggiunge che si tratta di un’abitudine antica dei politicanti nel simulare “premure” per accattivarsi simpatie a prescindere dal movimento politico con il quale si schiera. Se fosse, sarà un lavoro improbo considerato che la Città spera in una classe dirigente nuova, che coinvolga giovani professionisti capaci di imprimere una svolta evitando di riconsegnarla alle solite lobby che, da dietro le quinte, decidono le sorti di uomini e cose, avendo a cuore soprattutto i loro interessi. E’ un fatto che Catanzaro ha bisogno di amministratori attenti alle occasioni, come quella perduta recentemente sui “grandi progetti” decisi dal Governo nel “Recovery plan” che, invece, non è passata inosservata a Reggio Calabria tanto che sarà realizzato in quella città il grande “Museo del Mare”, opera unica in Italia.
Sovviene così un appello ai catanzaresi fatto una decina di anni fa, da Salvatore Scalzo in occasione di un’altra tornata elettorale per le amministrative: “Perché dire NO a Sergio Abramo” – era il titolo – perché su di lui pesa la responsabilità di aver ridotto Catanzaro un dormitorio, privandola di ogni suggestivo interesse che l’avrebbe potuta far crescere al pari di come si sono sviluppate le altre città della nostra regione. Ma c’è anche un motivo politico e sociale: Abramo non può essere il sindaco per tutte le stagioni. Ne ricordo una: la campagna per le amministrative di cinque anni fa nella quale sulla sua testa pesò l’annullamento del voto in ben otto sezioni per le quali si ebbe il sospetto di irregolarità che ne inficiarono i risultati.
«Quell’episodio – concludeva Scalzo – serve per capire che le sfide impossibili nella vita non esistono, che le cose impossibili sono quelle nelle quali non si crede. Ecco perché vorrei dire ai miei concittadini che hanno il dovere di cambiare Catanzaro per farne una città libera, orgogliosa e viva come e più di quanto è stata in passato e di guardare al futuro con ottimismo, non lasciandosi incantare dalle forze retrograde rimaste al comando della città in tutti questi anni».
*giornalista

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