ROMA Le modalità di infiltrazione e la notevole forza corruttiva di cui dispone fanno della ‘ndrangheta «una dinamica e spregiudicata holding economico-finanziaria». Lo ha detto il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Teo Luzi, in audizione davanti alla commissione Antimafia, sottolineando che il traffico di cocaina resta l’affare principale dal quale le cosche calabresi traggono forza economica. La ‘ndrangheta dispone infatti dei «migliori canali di approvvigionamento e il traffico di stupefacenti non ha conosciuto lockdown», citando in proposito – a mo’ di esempio – che il solo porto di Gioia Tauro ha fatto registrare, nel primo trimestre del 2021, sequestri per oltre 6 tonnellate, pari all’88% del totale dei sequestri eseguiti sul territorio nazionale.
Luzi ha ricordato che a novembre scorso si è aperto il processo “Rinascita-Scott”, con 479 imputati, coinvolti nell’operazione conclusa dal Ros e dal Comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia nel 2019. L’indagine ha evidenziato un quadro delinquenziale in cui «ciò che conta non è più la forza di intimidazione, ma il potere economico, maturato in un florilegio di relazioni, che interessano professionisti, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni, attratti dalle enormi disponibilità finanziarie illecite». Contestualmente, «la spiccata capacità espansiva internazionale delle cosche calabresi emerge dalla “sentenza Ursino”, con la quale, nel 2019, la Corte Superiore di Giustizia di Toronto ha riconosciuto l’operatività della ‘ndrangheta in quel Paese, avvalendosi anche della collaborazione di un ufficiale del Ros, che ha partecipato al processo in qualità di esperto investigativo».
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