«Apprendiamo, dalle notizie diffuse dagli Organi di Stampa che in VI Commissione del Consiglio Regionale doveva essere esaminato il “Nuovo Atto Aziendale di Calabria Verde” e, con grande stupore, verifichiamo che nell’elenco delle “Audizioni” erano state convocate solo alcune OO.SS. tralasciando completamente il resto delle O.S. che all’interno dell’Azienda hanno ricevuto apposito mandato dagli iscritti per essere “tutelati”. La nostra riflessione nasce dal “senso di responsabilità” per il gravissimo momento che stiamo attraversando come Regione Calabria che si trova nel pieno di una “pandemia” che ha devastato il sistema “produttivo” della nostra Regione i cui effetti, purtroppo, saranno visibili da qui al prossimo semestre, per cui, con grande spirito “costruttivo” non intendiamo alimentare nessuna polemica ma certamente non siamo disposti a far calpestare il “diritto” dei nostri iscritti ad essere rappresentati soprattutto in questo difficilissimo momento». Lo scriva in una nota la segreteria regionale di Fnasla-Cisal. «L’Azienda, nata con L.R. 25/2013, a causa di scelte effettuate dal Governo Centrale, con il deficit dei 40 Milioni sottratti al Finanziamento Statale ha subito un durissimo colpo che, riportato ai giorni difficili che stiamo vivendo viene amplificato in modo esponenziale ma, tutto questo, non può ricadere sulle spalle dei lavoratori già provati dalla “CISOA” e dal recupero delle trattenute Fiscali avvenuto proprio nel periodo natalizio con grandi sofferenze per le famiglie per lo più “monoreddito”, alcune delle quali, in questi giorni stanno ricevendo delle comunicazioni dove si manifesta il possibile “pensionamento” sulla base di calcoli effettuati dall’Azienda. Siamo quasi giunti alla prossima stagione “estiva” e, nonostante le prime avvisaglie e i ripetuti episodi di esondazioni e fragilità del territorio dovuti alle abbondanti piogge che si sono abbattute sulla nostra Regione, dobbiamo registrare che il “Servizio di Monitoraggio e Sorveglianza della rete Idrografica Regionale” per come sviluppato dalla normativa “Nazionale” anche in materia di “Presidi Idraulici” (R.D. 523/904, R.D. 2669/1937, Legge 183/89, D.P.C.M., D.Lgs.152/2006 e, s.m.e,i. ) stenta a decollare».
«Più volte – ricordano – abbiamo richiesto nel corso di questi anni, con le G.R. che si sono avvicendate, la corretta applicazione delle norme ai fini della “prevenzione” in modo da sviluppare il Servizio in sintonia con le altre Regioni Italiane. Senza dimenticare che dopo la Regione Liguria, siamo la Regione con il più alto rischio “Idrogeologico”.
Come O.S. fin dall’istituzione del servizio emanata in via “Provvisoria” a seguito dell’emanazione della L.183/1989, abbiamo segnalato la necessità di un corretto “inquadramento” del Personale che era stato reclutato con apposito “concorso pubblico” esperito ai sensi della L.R.31/2009 e, s.m.e,i. bandito ai sensi delle normative nazionali in tema di “concorsi pubblici”».
«Tale situazione di confusione – scrivono ancora – era stata segnalata all’indomani dell’immissione in servizio del personale, avvenuta a seguito della citata L.R. 31/2009 modificata con la L.R.52/2009 con l’approvazione della Delibera 330/2010 “AFOR” che stabiliva, a giusta ragione, l’inquadramento del personale nel Profilo Giuridico ed Economico “B” del CCNL “Regioni ed Autonomie Locali”. Per ragioni che non comprendiamo, il personale in oggetto, è stato inquadrato nel IV ° livello del Contratto Forestazione. Gli atti successivi, emanati dalla Regione Calabria, indicavano chiaramente l’evoluzione del Servizio passato con la L.R. 25/2013 in Capo ad Azienda Calabria Verde con esplicita indicazione sulla necessità di trasformare il “CCNL” per sviluppare secondo normativa vigente il servizio in oggetto (Delibera di G.R.301/2013 e Atto Aziendale Calabria Verde”). Attualmente, considerata la natura del CCNL non adeguata al resto delle Regioni, il Servizio, per ovvie ragioni, non può garantire nemmeno il Primo livello della Delibera, la quale prevede l’attivazione graduale dei presidi su quattro livelli di operatività, di cui, il livello “A” (Monitoraggio del rischio idraulico), di immediata attuazione».
«Quanto sopra, era stato più volte segnalato all’Afor – scrive il sindacato – prima e successivamente ad Azienda Calabria Verde fin dalla sua nascita con diverse note e atti ufficiali, auspicando una ferma presa di posizione da parte di chi ha gestito il “Servizio” anche nei confronti della politica per sbloccare tale situazione, ovviamente, se oggi lanciamo un nuovo appello, è legato alla situazione immutata che si è trascinata per tre legislature. Nessuno si è prodigato per adottare atti formali per dare la svolta epocale. I lavoratori, purtroppo, sono stati costretti per vedersi riconoscere un sacrosanto diritto, ad affrontare delle Cause con Il Giudice Del Lavoro in quanto ogni trattativa portata avanti dalla scrivente O.S. non è mai seriamente andata avanti nel corso degli anni. Non occorrono “Alchimie” speciali per riconoscere il “giusto inquadramento contrattuale” come giustamente sottolineano i colleghi delle altre OO.SS. per i lavoratori del “Servizio di sorveglianza idraulica” occorre dare seguito alle sentenze definitive già emanate!
Il Nuovo Commissario ha emesso un “Atto Formale”, occorre ovviamente dare seguito all’indirizzo dato e ovviamente concertare, con le OO.SS tutti i passaggi che portino al risultato che da tempo auspichiamo. Da parte nostra abbiamo sempre cercato il dialogo per la risoluzione di tutte le problematiche afferenti alle vicende importanti nell’interesse dei lavoratori, ma se ci viene impedito di esercitare tale diritto, per ovvi morivi scegliamo di stare dalla parte dei lavoratori».
«Per tale ragione – conclude la nota – come O.S. tenuto conto dell’importanza della “Prevenzione” e della “Programmazione “ riteniamo che l’attuale G.R. debba attivare una profonda riflessione in materia di “Dissesto Idrogeologico” anche attraverso una “Progettazione Comunitaria”. Occorre ragionare in modo coordinato considerate le competenze di più Dipartimenti, per comprendere quali misure si intendono adottare affinché tale servizio possa essere sviluppato in modo “coerente” rispetto alle citate normative nazionali e degli atti successivi emanati dalle G.R. nel corso degli anni tenuto conto che le altre Regioni, correttamente, hanno stipulato CCDI inserendo le figure previste considerando il Servizio Pubblico Essenziale ai sensi della L.146/1990 come Servizio di “Protezione civile ai sensi della L.225/1992».
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