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Crotone, Voce: «Non abbiamo un problema di finanziamenti»

Il sindaco in Consiglio comunale nel corso di una seduta che è stata l’ennesimo campo di battaglia

Pubblicato il: 13/05/2021 – 21:52
di Gaetano Megna
Crotone, Voce: «Non abbiamo un problema di finanziamenti»

CROTONE “Non abbiamo un problema di finanziamenti, ma di spendere i fondi e realizzare i progetti”. Lo ha detto il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, intervenendo durante i lavori del consiglio comunale, tenutosi oggi. Gli esempi che ha portato a giustificazione del suo ragionamento sono quelli riguardante il contratto di quartiere di Fondo Gesù, avviato da circa 20 anni e ancora non concluso, e del teatro comunale, avviato da circa 15 anni e non ultimato. Voce era intervenuto per rispondere ai numerosi e duri attacchi arrivati dai banchi dell’opposizione. In discussione c’era il primo punto quello sullo stato delle partecipate del Comune. Gli attacchi contro l’amministrazione comunale e il sindaco si sono concentrati su due questioni: la volontà annunciata di mettere sul mercato la società “Crotone sviluppo” (dismetterla) e il mancato rinnovo dei consigli di amministrazione delle stesse partecipate, considerate le critiche che Voce ha più volte esternato relativamente alla gestione. Il sindaco ha, quindi, sottolineato il problema dei finanziamenti che vengono dati e non vengono spesi in qualche modo per giustificare la scelta di dismettere “Crotone sviluppo”, che è una società che lavora per la composizione dei progetti complessi e per intercettare finanziamenti.  Il vero problema, secondo quanto si è capito nel ragionamento di Voce, è rappresentato dalla macchina comunale attualmente carente. Il Comune non ha le professionalità per spendere i fondi ottenuti dai progetti. L’amministrazione comunale guidata da Voce, sulla base di questa carenza ha puntato molto per rimpinguare il personale mancante procedendo all’ assunzione di circa 200 persone (piano del personale). L’altro aspetto che ha convinto l’amministrazione comunale a mettere sul mercato la società “Crotone sviluppo” è rappresentata dalla spesa per pagare lo stipendio ai propri dipendenti. Secondo Voce, i cinque dipendenti costano in termini di stipendi circa 300.000 euro all’anno. Ognuno di loro percepirebbe 60.000 euro all’anno, molto in più di un docente (Voce ha fatto il suo esempio di docente che ha maturato un’anzianità di servizio di 35 anni) che ne guadagna quasi metà. Il Comune non ha nemmeno i fondi necessari per la ricapitalizzazione di “Crotone sviluppo”. Ci voglio 500.000 euro per ricapitalizzare e mantenere la proprietà in house. Secondo Voce l’errore è stato commesso proprio quando il Comune, nel 2016, ha deciso di acquistare per intero la società. In precedenza possedeva solo il 3,75% delle quote e se le cose fossero rimaste così, oggi sarebbe bastati 20.000 euro per ricapitalizzare la propria percentuale. Ovviamente l’opposizione ha contestato tutto il ragionamento di Voce, accusandolo di avere preso impegni elettorali che con non sono stati mantenuti. A Voce è stato contestato che durante la campagna elettorale ha “giurato” che avrebbe salvato “Crotone sviluppo”. Contestazioni sono arrivate anche per il suo mancato intervento per rimuovere i consigli di amministrazione delle altre società partecipate e in particolare Akrea e il consorzio Congesi. I rilievi dell’opposizione hanno riguardato il fatto che il sindaco ha denunciato, in più occasioni, cattiva gestione del Cda di Akrea, che non è stato sollevato dall’incarico. Per quanto riguarda il Cda del Congesi è stata sollevata la questione che, al suo interno, c’è la sorella di un assessore, che è stata nominata dalla precedente amministrazione comunale. Nella replica Voce ha fatto presenta che non può rimuovere i Cda prima della scadenza per non incorrere in attività legali. Anche la seduta del Consiglio di oggi è stato un vero e proprio campo di battaglia, dove la maggioranza ha mantenuto i ranghi compatti e non ha subito tentennamenti. Al momento del voto, infatti, la proposta dell’amministrazione comunale ha avuto il via libera del Consiglio. Non era scontato.

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