LAMEZIA TERME Calabria in “zona gialla” da alcuni giorni ma in alcune città i criteri per l’assegnazione dei colori sembra siano stati diversificati, seguendo altre logiche. Ci sono centri calabresi, più che in altri, in cui tornare a godere dell’aria aperta e della “libertà” degli spazi pubblici e delle bellezze naturali pare sia un esercizio assai più complesso, spesso impossibile.
Proprio come avviene a Lamezia Terme, dove gli spazi verdi sono da settimane particolarmente “invasivi”, segno che la città, proprio come in passato, non è riuscita – tra le tante problematiche – a superare le criticità nella gestione del verde pubblico. Basta fare un breve tour della città per rendersi conto di quanto l’abbandono e il degrado abbiano ormai preso il sopravvento: erba alta agli incroci, sui marciapiedi, ai bordi delle strade, davanti alla gran parte degli istituti scolastici. Insomma, un quadro che restituisce l’immagine di una città allo sbando. Senza contare, poi, i rischi per la sicurezza e l’incolumità dei cittadini lametini.
Solo da oggi pomeriggio qualcosa ha iniziato a muoversi, con diverse zone della città finalmente liberate dalla natura selvaggia. La situazione tuttavia rimane molto complessa nel suo insieme e sempre suscettibile ad una nuova emergenza, nonostante le somme investite dal Comune lametino e gli impegni assunti. C’è infatti un appalto, quello assegnato quasi due anni fa ad un’azienda siciliana, la “Sicilville srl”, che nel 2019, quando a guidare la città c’era l’altra terna commissariale guidata da Alecci, si è aggiudicata l’affidamento del servizio di manutenzione «delle aree a verde pubblico estensivo e pertinenziale stradale, fontane monumentali e fontanelle “non solo Trevi”, potature e trattamenti fitosanitari nel territorio del Comune di Lamezia Terme».
Il costo totale è di 719.226,71 euro, ottenuto al ribasso del 28,333% (più gli oltre 20mila euro di oneri della sicurezza), per 24 mesi, con la scadenza ormai prossima ad agosto 2021. Una “vittoria” ottenuta sull’ A.T.I. “Bernardi Carlo Costruzioni sas” di Bernardi Francesco Antonio & C. (capogruppo) – “Ediltecnica Costruzioni s.a.s.” Di Scarpino Antonio & C. (mandante); la Società Cooperativa sociale a r.l. Malgrado Tutto e la “Vescio Costruzioni Edili ed Elettriche s.r.l.”.
Qualche (legittimo) dubbio sulla gestione siciliana del verde lametino, però, c’è eccome. Gli interventi previsti per le aree verdi lametine contavano, infatti, oltre 2.500 esemplari di alberi e 2.835 interventi da effettuare; aree prative un totale di circa 42 ettari suddivise in oltre 158 siti censiti, con appropriate frequenze di sfalcio e pulizia verde al fine di migliorare la fruibilità e la sicurezza delle stesse; interventi sulle fontane monumentali e le fontanelle artistiche, alcune dotate di vasche con pesci e due con vasche senza pesci, che necessitano di manutenzione settimanale; la lotta obbligatoria al punteruolo rosso della palma ed alla processionaria dei pini, intervenendo nei 24 mesi previsti su almeno 295 palme e sui pini comuni. Nel progetto iniziale, stilato a gennaio 2019 e che poi è parte integrante del bando, è stato indicato come le lavorazioni avrebbero dovuto interessare «tutte le quattro tipologie elencate, con lavorazioni per la ditta aggiudicataria svolte per cinque giorni a settimana almeno, con varie squadre secondo le modalità operative». Esclusi i cigli stradali e la pulizia marciapiedi e piazze pavimentate di competenza della società in House Lamezia Multiservizi. Una situazione, però, disastrosa tra incuria e abbandono mentre della gestione del verde si ricorda solo la potatura selvaggia di numerosi alberi cittadini e una vegetazione che ormai ha preso il sopravvento di strade e spazi pubblici.
A quasi 24 mesi dall’aggiudicazione dell’appalto, e guardando quello che è il quadro della città per nulla edificante, viene da chiedersi se e quanti punti di questo programma siano stati effettivamente rispettati, al netto di un pagamento di oltre 700mila euro. Discorso a parte, invece, per la gestione dei parchi cittadini. Il bando, infatti, se l’è aggiudicato la cooperativa “Malgrado tutto” così come indicato dalla determina n°95 del 07/10/2020 che prevede(va) l’aggiudicazione della gestione dei parchi urbani “Impastato”, “XXV Aprile” e “Mastroianni” per un costo complessivo di 173.841,00 euro. Ma, a metà maggio 2021, ancora il contratto tra l’Ente lametino e la cooperativa di Raffaello Conte non è stato siglato, con il risultato tangibile che i parchi cittadini versano in condizioni disastrose.
Le denunce, solo negli ultimi giorni, si sprecano e sono tutti rivolti ai commissari che, attualmente, guidano la città dopo la sospensione del Consiglio comunale. Dalla consigliera (ora sospesa) di maggioranza, Rosy Rubino, a Rosario Piccioni, consigliere di minoranza ed esponente di “Lamezia Bene Comune”, senza contare le continue segnalazioni di associazioni e cittadini. «Ai commissari chiediamo – scriveva ieri Piccioni – di intervenire immediatamente e pretendere che la ditta affidataria svolga il lavoro affidatole con rigore e secondo i requisiti richiesti dal contratto d’appalto. Nei prossimi mesi il tema degli spazi aperti sarà fondamentale per far ripartire la vita della città: dalle attività sportive e culturali alle attività di ristorazione in centro. Non è più tollerabile lo scempio pubblico dovuto alla noncuranza e alla superficialità soprattutto in vista dei mesi estivi». «C’è poi un aspetto complessivo della città che soprattutto in alcuni quartieri non è per nulla soddisfacente – ha scritto invece Rosy Rubino – sfalci di erba effettuati con approcci dozzinali, rifiuti sparsi, un generale senso di sporcizia che certo non è un buon viatico per mesi nei quali, come è noto, i cittadini hanno tutto il diritto di godere degli spazi urbani. Vada per la carenza di personale, vada per la calendarizzazione di interventi che risente di un territorio particolarmente vasto ma, forse, è il caso di impegnarsi di più e spingersi verso una programmazione straordinaria».
Lo scempio che fa da cornice agli spazi pubblici di Lamezia ha certamente dei responsabili: i ritardi ormai cronici della Sicilville, i problemi della Multiservizi, passando per la terna commissariale che, come se non bastasse, dovrebbe anche preoccuparsi di redigere un nuovo bando per la gestione del verde dal momento che quello attuale scadrà ad agosto. L’incertezza politica in cui Lamezia cade periodicamente non aiuta a portare avanti la macchina amministrativa. E così c’è il rischio che la giunta Mascaro, se dovesse tornare al timone prima della fine di maggio, ci siano troppe questioni da affrontare e tutte di cruciale importanza. Ma questa è un’altra storia. (redazione@corrierecal.it)
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