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Terme Luigiane, sit in alla Regione. «A rischio 250 posti di lavoro»

La protesta di un gruppo di lavoratori della Sateca arriva in Cittadella. «La prima emergenza è ripristinare l’acqua per riaprire»

Pubblicato il: 14/05/2021 – 11:17
Terme Luigiane, sit in alla Regione. «A rischio 250 posti di lavoro»

CATANZARO Un gruppo di lavoratori della Sa.Te.Ca, la società di gestione delle Terme Luigiane (Cosenza) sta inscenando un sit-in davanti la sede della Regione a Catanzaro. La vertenza riguarda la sorte della struttura termale, una delle più grandi nell’intero Mezzogiorno, al centro di una contrapposizione tra la Sa.Te.Ca, da anni concessionaria delle terme, e i due Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese. Al momento la struttura termale è chiusa, con conseguenti ricadute negative sul piano occupazionale e con una grave incertezza che riguarda la prossima stagione estiva, inoltre è stata interrotta anche l’erogazione dell’acqua agli stabilimenti, che rischiano di essere irrimediabilmente danneggiati, mentre si è ancora in attesa del nuovo bando che individui il gestore delle Terme Luigiane.

«Le Terme Luigiane devono riaprire»

I lavoratori Sa.Te.Ca attendono di essere ricevuti dal presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, che li aveva già incontrati lo scorso 4 maggio alle Terme Luigiane. «Confidiamo – ha dichiarato il dirigente della Cisl Cosenza, Gerardo Calabria – nell’intervento del presidente Spirlì, che bisogna dire ha preso a cuore la situazione. Siamo qui perché le Terme Luigiane devono riaprire, ma riaprire significa ripristinare subito l’erogazione dell’acqua, senza questo passaggio sarebbe persino inutile trovare un accordo con i Comuni. Poi, i Comuni devono fare il loro dovere, fare una manifestazione di interesse per trovare un nuovo gestore, ma intanto adesso c’è questa prima emergenza ed esigenza di ripristinare l’acqua e riaprire le Terme Luigiane, il cui fermo tra l’altro – sostiene Calabria – rischia di compromettere il posto di lavoro di oltre 250 persone, senza dimenticare l’indotto».

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