CATANZARO Un gruppo di lavoratori della Sa.Te.Ca, la società di gestione delle Terme Luigiane (Cosenza) sta inscenando un sit-in davanti la sede della Regione a Catanzaro. La vertenza riguarda la sorte della struttura termale, una delle più grandi nell’intero Mezzogiorno, al centro di una contrapposizione tra la Sa.Te.Ca, da anni concessionaria delle terme, e i due Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese. Al momento la struttura termale è chiusa, con conseguenti ricadute negative sul piano occupazionale e con una grave incertezza che riguarda la prossima stagione estiva, inoltre è stata interrotta anche l’erogazione dell’acqua agli stabilimenti, che rischiano di essere irrimediabilmente danneggiati, mentre si è ancora in attesa del nuovo bando che individui il gestore delle Terme Luigiane.
I lavoratori Sa.Te.Ca attendono di essere ricevuti dal presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, che li aveva già incontrati lo scorso 4 maggio alle Terme Luigiane. «Confidiamo – ha dichiarato il dirigente della Cisl Cosenza, Gerardo Calabria – nell’intervento del presidente Spirlì, che bisogna dire ha preso a cuore la situazione. Siamo qui perché le Terme Luigiane devono riaprire, ma riaprire significa ripristinare subito l’erogazione dell’acqua, senza questo passaggio sarebbe persino inutile trovare un accordo con i Comuni. Poi, i Comuni devono fare il loro dovere, fare una manifestazione di interesse per trovare un nuovo gestore, ma intanto adesso c’è questa prima emergenza ed esigenza di ripristinare l’acqua e riaprire le Terme Luigiane, il cui fermo tra l’altro – sostiene Calabria – rischia di compromettere il posto di lavoro di oltre 250 persone, senza dimenticare l’indotto».
x
x