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«Pd tra pensieri e retropensieri»

Il Nazareno, rispetto al Pd calabrese, è equidistante, anzi equilontano. Al punto tale che i due vice segretari nazionali dicono cose opposte riguardo alla scelta del candidato alla presidenza del…

Pubblicato il: 15/05/2021 – 19:20
di Bruno Gemelli
«Pd tra pensieri e retropensieri»

Il Nazareno, rispetto al Pd calabrese, è equidistante, anzi equilontano. Al punto tale che i due vice segretari nazionali dicono cose opposte riguardo alla scelta del candidato alla presidenza della Regione Calabria. Irene Tinagli è favorevole alla candidatura di Nicola Irto, Giuseppe Provenzano no. Due posizioni diametralmente opposte ribadite sabato scorso alla direzione nazionale da parte di Alessandro Alfieri, pro Irto, e Carlo Guccione, contro Irto.
Marcello Sorgi, editorialista de “La Stampa”, ha osservato: «Il partito ha una sinistra e una destra, si passi la perifrasi, ciascuna con un paio di correnti al proprio interno. La sinistra, che ha perseguitato fin qui l’intesa con i grillini e considerato Conte alla stregua di un nuovo Prodi, prende atto che non è così. Lo fa a malincuore, ma lo fa. Perfino Bettini ammette che si è entrati in una nuova fase. La destra vorrebbe che il Pd abbracciasse in pieno il programma di Draghi, facendolo suo, cosa che d’altra parte Draghi considera per il Pd, come per qualsiasi altro dei suoi alleati, Salvini compreso, e a dispetto dei suoi “dispetti”, un fatto scontato».
Incalza Alessio Porcu (Google News): «La direzione Pd si sgancia da un abbraccio con il M5S che finora ha portato solo al blocco della candidatura vincente di Zingaretti su Roma. E nessun benefico. Almeno per i dem. L’accordo è stato del tutto inutile e loro sono del tutto inaffidabili: per capire le prossime mosse del Partito Democratico bisogna partire da qui, dai due concetti chiave emersi nel corso della Direzione nazionale convocata dal Segretario Enrico Letta. Il Pd cambia strada, esce dalla palude di quel patto cercato con ostinazione col M5S, rischiando di affondare nelle sabbie mobili di un Movimento che di politico ha poco o nulla».
Emilia Patta, de “Il Sole – 24 Ore”, rimarca: «La direzione del Pd prende atto del cammino in salita per la costruzione dell’alleanza; e cita Letta: “Con il M5s possibili pezzi di strada insieme”. Spinte tra i dem per il ritorno al proporzionale. Continua: “Le alleanze sono conseguenze di chi siamo, non definiscono la nostra identità. Guardiamo con interesse all’evoluzione dei Cinque Stelle e immaginiamo possibili pezzi di strada insieme ma in una logica di guida del processo: noi siamo il Pd e abbiamo l’ambizione di guidare questo Paese e l’ambizione di farlo con una coalizione di centrosinistra”. E ancora: “Il tema vero è la nostra identità: se abbiamo un’identità debole, qualunque alleanza ci fagociterà. L’identità ha bisogno di iniziativa, e se l’iniziativa è forte cambia anche il quadro attorno a noi”.
Nel frattempo “Giuseppi” Conte, che in Calabria sembra non aver nessun punto di riferimento, intervenendo all’Assemblea di “Articolo Uno” ha ribadito che «quando la politica si afferma ha la capacità di alzare l’orizzonte e contemperare tutti gli interessi in gioco». «Noi abbiamo – ha aggiunto l’ex premier – alle spalle un cammino comune, un percorso di franco e continuo scambio e di arricchimento reciproco. Io credo che tutti i passi importanti che abbiamo compiuto abbiano avuto la base nella salda collaborazione tra M5s-Pd e Leu. Non può essere messo da parte, dobbiamo continuare a lavorare, darci un orizzonte di senso perché la politica deve risolvere i problemi».

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